Pambianco ha analizzato l’andamento dei settori delle costruzioni e del real estate nel 2024: crescita stabile per il comparto edilizio e difficoltà per il mercato immobiliare.
Performance e dinamiche delle costruzioni
Il settore delle costruzioni ha registrato un incremento annuo della produzione pari al +5% nel 2024, al netto degli effetti di calendario, confermando così la propria solidità nonostante il rallentamento rispetto al +6,9% del 2023 e al picco del +22,4% raggiunto nel 2022. In media, l’indice della produzione si attesta a 137,3, rappresentando il livello più alto mai registrato dal 2008. Questa crescita, seppur moderata rispetto agli anni di forte espansione, evidenzia la capacità del comparto di mantenere livelli produttivi elevati e di contribuire in maniera significativa allo sviluppo infrastrutturale del Paese.
Le dinamiche trimestrali del 2024 mostrano una certa variabilità: un andamento congiunturale positivo nel primo trimestre ha lasciato spazio a due periodi di flessione nei trimestri centrali, per poi registrare una ripresa nel quarto trimestre. Questi andamenti riflettono l’influenza di molteplici fattori, tra cui le condizioni macroeconomiche, il costo delle materie prime e l’impatto delle politiche di incentivazione nel settore edilizio. Inoltre, il contesto normativo ha giocato un ruolo importante, con l’introduzione di nuove misure a favore della sicurezza sismica e di incentivi fiscali orientati alla riqualificazione energetica degli edifici, che hanno contribuito a rafforzare la fiducia degli operatori e a stimolare ulteriormente gli investimenti nel comparto.
Un aspetto rilevante riguarda il volume degli investimenti, che nel quarto trimestre ha portato il totale del 2024 a raggiungere quasi i 10 miliardi di euro, con un incremento del 47% rispetto all’anno precedente. Questo risultato testimonia come, nonostante le incertezze economiche e la necessità di adeguarsi a normative sempre più stringenti, il settore delle costruzioni resti uno dei motori principali per l’economia italiana. I dati evidenziano come il settore sia in grado di assorbire le difficoltà dovute alla situazione del mercato, grazie anche ad una solida pipeline commerciale che supera i 94 miliardi di euro, di cui una parte consistente è già in fase di aggiudicazione.
Nel contesto della quotazione in Borsa, le principali società del comparto hanno mostrato performance differenti: realtà di rilievo come Buzzi, Webuild e Cementir hanno registrato una crescita significativa, mentre altre, con capitalizzazioni di mercato più contenute, hanno dovuto confrontarsi con un andamento meno positivo. In particolare, il debutto in Borsa di Ubaldi Costruzioni, avvenuto il 3 gennaio, ha rappresentato un evento di grande impatto, definito da molti operatori “col botto”, grazie alla raccolta di 4,2 milioni di euro nel collocamento iniziale e a una capitalizzazione di mercato che ha saputo rapidamente crescere.
Investimenti e performance del settore immobiliare
Mentre il comparto delle costruzioni è in crescita, il settore immobiliare si trova a vivere un periodo di difficoltà e incertezza. L’analisi Pambianco mostra come il real estate stia soffrendo la congiuntura, con molte società che registrano una forte volatilità nelle performance azionarie.
Questa flessione è dovuta a molteplici fattori, tra cui una riduzione degli investimenti, problematiche finanziarie interne e una generale perdita di fiducia da parte degli investitori. I servizi immobiliari, in particolare, hanno sofferto notevolmente, con importanti player che hanno riportato cali significativi nei valori delle azioni. Anche le società storiche e di lunga data, impegnate nello sviluppo residenziale e nella gestione dei servizi correlati, hanno registrato un progressivo arretramento.
L’analisi evidenzia inoltre come la contrapposizione tra il mercato nazionale e quello internazionale risulti netta. Se da un lato i grandi gruppi esteri, come la francese Vinci e l’americana Crh, vantano capitalizzazioni di mercato ben superiori a quelle delle realtà italiane, dall’altro le società del comparto immobiliare italiano si trovano a dover operare in un contesto di dimensioni ridotte e con risorse più limitate. Questo squilibrio evidenzia la necessità per le aziende locali di adottare strategie di consolidamento e di diversificazione, al fine di fronteggiare la concorrenza globale e le incertezze economiche.
Il 2025 si prospetta come un anno di ripresa, soprattutto per il settore immobiliare, che potrà beneficiare di tassi di interesse stabili e di una domanda crescente in alcuni segmenti, quali data center, residenziale e hospitality. Tuttavia, la ripresa sarà disomogenea, in quanto alcuni settori tradizionali come uffici e retail rimangono sotto pressione. Le recenti normative e gli interventi a sostegno dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale potrebbero fornire ulteriori stimoli, incentivando investimenti e favorendo un rinnovamento del comparto.
Mercato immobiliare: trend previsti da esperti e Osservatori Immobiliari
Il 2025 si profila come un anno di consolidamento per il mercato immobiliare italiano, sostenuto dalla diminuzione dei tassi d’interesse sui mutui e dall’emergere di nuove tendenze abitative. Gli esperti di settore e gli Osservatori Immobiliari, tra cui Euromq.it, Gabetti, Tecnocasa e S&P, confermano che, nonostante le dinamiche differenziate in base alla localizzazione e alla tipologia di immobile, il comparto continuerà a registrare una crescita. In particolare, l’agente immobiliare Maria Luisa Rotondo di Tailor Made Real Estate sottolinea l’importanza del calo dei tassi e dell’interesse dei giovani, che sempre più spesso privilegiano l’acquisto della prima casa come alternativa agli affitti in crescita, soprattutto nelle grandi città come Milano, Roma e Firenze.
Nel 2024, dopo un 2023 caratterizzato da un andamento negativo, il mercato ha chiuso l’anno con segnali di recupero, favoriti dal calo dell’inflazione e dalla riduzione del costo del denaro, fattori che hanno incentivato l’interesse sia di acquirenti sia di investitori. Secondo un’indagine del Centro Studi di Euromq.it, il 58% delle transazioni immobiliari nel corso del 2024 ha riguardato l’acquisto della prima abitazione, mentre il restante 42% ha interessato l’acquisto di seconde case, evidenziando un persistente fabbisogno abitativo e una crescente razionalizzazione del patrimonio immobiliare. Dal lato della vendita, la maggior parte dei proprietari ha optato per cedere le seconde case, spinti anche dalla pressione fiscale e dai costi di gestione elevati.
I dati rivelano inoltre che gli acquirenti hanno in media 38 anni, con una presenza significativa dei giovani tra i 18 e i 25 anni, mentre i venditori si caratterizzano per un’età media intorno ai 55 anni, confermando una tendenza consolidata: i giovani acquistano, mentre le generazioni più anziane tendono a liquidare il proprio patrimonio immobiliare. Un ulteriore elemento che incide sul mercato è il declino demografico, il quale potrebbe restringere la platea dei potenziali acquirenti negli anni a venire, accrescendo nel contempo il numero di coloro che decidono di vendere le proprie proprietà.
Si segnala anche un cambio di paradigma nella ricerca degli immobili. La forte presenza di acquirenti giovani ha portato a una maggiore domanda di abitazioni con caratteristiche innovative, come open space e alta efficienza energetica, in risposta all’obsolescenza di molte strutture esistenti. Nel 2024, i trilocali hanno rappresentato il 28,2% delle transazioni, mentre quadrilocali e bilocali hanno mantenuto quote di mercato significative, evidenziando come le scelte abitative siano influenzate dalla necessità di spazi funzionali e dalla possibilità di riqualificazione energetica.
Guardando al 2025, le previsioni indicano un aumento del numero di compravendite, stimato tra 710 e 720 mila transazioni, con una crescita moderata dei prezzi degli immobili compresa tra lo 0% e il 2%. Le analisi evidenziano una netta differenziazione tra immobili di pregio, destinati a mantenere o incrementare il valore, e quelli che necessitano di interventi strutturali e di ristrutturazione, il cui valore potrebbe restare stabile o subire leggere flessioni. Anche il mercato delle locazioni è atteso in crescita, con canoni che potrebbero aumentare tra il 4% e il 6% nei principali centri urbani e nelle località turistiche.
Il calo dei tassi d’interesse, previsto anche grazie a possibili tagli da parte della BCE, della Banca d’Inghilterra e di altre istituzioni finanziarie internazionali, rappresenta uno dei principali motori per l’incremento delle transazioni immobiliari. Tassi più bassi faciliteranno l’accesso al credito e favoriranno sia il mercato delle compravendite sia quello degli affitti, creando un ambiente più favorevole agli investimenti.
Infine, il settore del real estate di lusso si conferma in crescita, con previsioni di incremento dei prezzi sia a livello nazionale che internazionale. In Italia, Milano si posiziona come il principale motore di questo segmento, mentre a livello europeo e globale città come Stoccolma e Dubai mostrano dinamiche di crescita interessanti, rendendo il mercato immobiliare un settore in continua evoluzione e oggetto di approfondite analisi da parte degli esperti e degli osservatori.
Per quanto riguarda il capoluogo meneghino Maria Luisa Rotondo, esperta del settore immobiliare operante a Milano e Lombardia spiega: “La domanda di soluzioni abitative di qualità, ben posizionate e con standard energetici elevati, continuerà a rappresentare un driver determinante per il mercato nel 2025. Un contesto di tassi più favorevoli favorirà ancora di più un clima di fiducia, sia per chi cerca la prima casa sia per chi desidera investire. Ritengo, infine, che Milano saprà mantenere il suo ruolo di vetrina di riferimento, grazie a un’offerta immobiliare variegata e in grado di rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo”.
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