Materiali innovativi per pavimentazioni e rivestimenti: la sostenibilità al servizio del design 11/02/2025
A cura di: Tommaso Tetro Produzione e filiera in crescita del 3% nel 2023, e un valore di mercato che si mantiene sui 600 miliardi di euro. Questi i dati principali del settore edile diffusi da Federcostruzioni nel corso della conferenza di presentazione di Saie – la ‘Fiera delle costruzioni: progettazione, edilizia, impianti’ – in programma dal 9 al 12 ottobre a Bologna. Al centro della Fiera i temi della sostenibilità, dell’innovazione e della formazione. Con il Pnrr e la direttiva Casa Green vengono ritenute “le sfide più importanti”. Anche perché per esempio per il Pnrr il 59% dei 45,6 miliardi spesi a fine 2023 riguarda il settore delle costruzioni; mentre, pensando alla direttiva Casa Green, in Italia ci sono oltre 9 milioni di edifici residenziali che rientrano nelle classi più energivore ed è per questo che la redazione del Piano propedeutico alla normativa avrà “un impatto rilevante sull’economia nazionale”. Ma, la presidente di Federcostruzioni Paola Marone, non ha potuto dedicare un passaggio alle novità in arrivo sul Superbonus: non bastavano il “clima di incertezza” geopolitico e le “scelte monetarie europee” che impattano sul mercato – spiega Marone – “il governo ci lascia sconcertati dall’ultimo cambiamento normativo in materia di bonus fiscali”, da cui “pare sia eliminata la possibilità, per le nuove operazioni, di utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura“. Costruzioni: i dati del settore nel 2023 Nel 2023 – prosegue Federcostruzioni – si registra un +5% per gli investimenti in costruzioni, +18% per le opere pubbliche, +5% per il non residenziale privato, + 1,3% per le nuove abitazioni, +0,5% per la riqualificazione. I posti di lavoro: nei primi 9 mesi del 2023 si registra un aumento del 2,9% di lavoratori iscritti alle Casse edili e un incremento dello 0,9% di ore lavorate. In particolare, +2,3% al Nord, +3,9% al Centro, –2,8% al Sud. Il Superbonus e i lavori pubblici coprono il 56% della spesa sostenuta al 31 dicembre 2023: 14 miliardi per il primo, e 10,1 miliardi per i lavori pubblici. E’ stata poi aggiunta una Missione 7 Repower EU, con una dotazione di 11,2 miliardi; di questi 8,3 miliardi derivanti da definanziamenti di altre Missioni e 2,9 miliardi di nuovi fondi europei. Negli ultimi anni “le costruzioni hanno trainato l’economia del Paese”; anche grazie agli incentivi, la filiera è riuscita a contribuire alla metà della crescita del Pil italiano del +8,3% nel 2021 e del +4% nel 2022. E, nel 2023 il settore delle costruzioni anche se a ritmi più bassi continua a crescere, ma il rallentamento si avverte soprattutto adesso che ci si avvia al ridimensionamento degli incentivi dedicati all’efficienza energetica. L’impatto della direttiva Case Green Sull’altro fronte resta però alta l’attesa per la direttiva Casa Green e per l’impatto sul mondo delle costruzioni. La proposta Ue, che punta a rendere il patrimonio immobiliare europeo a ‘emissioni zero’ entro il 2050, sarà “cruciale per il futuro del settore”. La strada è lunga per arrivare ai target. In base ai dati dell’Ance (l’Associazione nazionale dei costruttori edili) il patrimonio immobiliare italiano su 12,2 milioni di edifici residenziali conta oltre 9 milioni (pari al 73%) di immobili che rientrano nelle classi più energivore (E, F, G) e “non sono in grado di garantire le performance energetiche” richieste. Sul settore non residenziale, su circa 1,35 milioni di edifici sono 743mila gli edifici (55%) che ricadono nelle classi più energivore (E, F, G). “Siamo in un momento storico in cui le scelte che verranno fatte nei prossimi due anni detteranno il futuro del nostro comparto – dichiara la presidente di Ance giovani, Angelica Donati – con la direttiva Case Green, l’Italia ha l’opportunità di scrivere un Piano industriale di settore con una visione al 2050, che permetta alle imprese di investire sul futuro. Un futuro sempre più sicuro, sostenibile, innovativo ed inclusivo”. Per Federcostruzioni – fa presente Marone – sono “necessarie una serie di misure concrete di politica industriale”, per sostenere “la competitività”, e permettere “al Paese di rispettare gli impegni internazionali ed europei sul clima”. Inoltre “serve urgentemente un sistema di incentivi accessibili alle famiglie con la cessione dei crediti almeno per i redditi bassi, la promozione degli investimenti per la transizione verde, e la riduzione delle emissioni di CO2″. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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