69 chiese pronte per il restauro post sisma

Partono i lavori per la messa in sicurezza di un primo gruppo di chiese che sono inagibili dopo il sisma del centro Italia e che hanno riportato danni lievi.

chiese

E’ stata firmata da Vasco Errani l’ordinanza per la ricostruzione sisma 2016, che determina “i criteri del primo programma di interventi edili per garantire la continuità dell’esercizio di culto”. E’ stata definita l’apertura dei cantieri in 69 chiese (40 nelle Marche, 20 in Umbria, 5 in Abruzzo e 4 nel Lazio) finanziati dallo Stato con 14.358.000 euro. Lo scopo è quello di consentire la riapertura dei luoghi di culto per restituirli nella piena disponibilità delle comunità del luogo  già da Natale 2017.

Entro 2 mesi dalla pubblicazione dell’ordinanza in Gazzetta ufficiale, dovranno essere presentati i progetti agli uffici speciali per la ricostruzione delle Regioni competenti.
Tra i vari documenti da consegnare: numero e data dell’ordinanza comunale di inagibilità; i nominativi dei tecnici incaricati della progettazione e direzione lavori; l’impresa scelta tra almeno 5 ditte attraverso procedura concorrenziale; gli estremi del conto corrente bancario dove far confluire i contributi.
I lavori dovranno essere “per obbligo affidati a imprese iscritte all’Anagrafe antimafia e che non abbiano commesso violazioni agli obblighi contributivi e previdenziali”.
Da ultimo, per interventi superiori a 150.000 euro, le imprese dovranno essere in possesso della qualificazione di esecutori di lavori pubblici.
Al progetto dovranno essere allegati, tra i vari documenti, anche la perizia asseverata dal tecnico incaricato della progettazione, la documentazione relativa alla “procedura selettiva seguita per l’individuazione dell’impresa”, l’eventuale polizza assicurativa stipulata prima del terremoto per il risarcimento dei danni dalla quale risulti l’importo assicurativo riconosciuto.

L’ufficio speciale per la ricostruzione della Regione competente “cura l’istruttoria sul progetto presentato, verifica la congruità dei costi previsti” e “provvede a determinare l’importo massimo ammissibile a contributo entro 30 giorni dal deposito del progetto e della documentazione allegata.
Il termine può essere interrotto per una sola volta, al fine di richiedere al soggetto attuatore chiarimenti o integrazioni documentali che devono essere resi entro 15 giorni dalla richiesta”. L’importo massimo del contributo non può superare i 300.000 euro di lavori.
Esaurita l’istruttoria, il presidente di Regione – vicecommissario con proprio provvedimento rilascia l’autorizzazione a effettuare i lavori e adotta il decreto di concessione del contributo. La liquidazione, infine, viene effettuata dall’Ufficio speciale per la ricostruzione della Regione competente mediante accredito su conto corrente bancario.

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