Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Questo scenario emerge dal rapporto su Il mercato del rinnovo e della manutenzione straordinaria e l’ammaloramento delle strutture in cemento armato delle opere pubbliche, presentato dal presidente di ATECAP (Associazione Tecnico Economica del Calcestruzzo Preconfezionato) Mario Colombini e dal Presidente di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Paolo Buzzetti. Ad illustrare il rapporto il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini. Il rapporto è stato realizzato dal CRESME – Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio – per conto di ATECAP nell’ambito di Progetto Ulisse, iniziativa nata per promuovere i valori del calcestruzzo armato e dei manufatti in cemento. Il rapporto si inserisce in una ricerca più ampia su “La manutenzione delle strutture in cemento armato”, volta ad evidenziare gli effetti di una carente progettazione ed esecuzione delle opere pubbliche che troppo spesso non tiene conto del fondamentale requisito della durabilità. “Per questo – afferma Mario Colombini – diventa importante conoscere le cause del degrado e i fattori che possono incidere sul piano dell’efficacia delle tecnologie e dell’applicazione del prodotto calcestruzzo armato nel tempo. Dall’indagine realizzata, nell’ambito della ricerca sulla manutenzione delle strutture, dalla società CST è emersa la mancanza di una cultura progettuale che tenga conto del contesto ambientale dove si costruisce, con l’effetto di richiedere nel tempo interventi consistenti di manutenzione straordinaria che potrebbero essere ridotti fortemente, anche sul piano dei costi, da una maggiore attenzione alle classi di esposizione ambientale.” Il rapporto CRESME fotografa per la prima volta il mercato italiano della manutenzione dal 2002 al 2006: cinque anni che hanno portato l’attività sul patrimonio esistente a diventare il principale mercato nell’ambito delle opere pubbliche, superando le nuove costruzioni. Da sempre prevalente sul piano del numero delle iniziative, ma tradizionalmente inferiore come importi di spesa rispetto alle nuove costruzioni, nel 2006 il rinnovo ritorna ad essere, nell’ambito delle opere pubbliche, il primo mercato, con il 54% del totale. A ciò va aggiunto che nell’ambito della spesa per la manutenzione del patrimonio pubblico gli interventi straordinari sono cresciuti del 77% nei cinque anni, che ne fanno nel 2006 il 66,5% del totale delle iniziative e il 45% del valore dell’intero mercato del rinnovo. L’attuale struttura del mercato degli interventi straordinari, ricostruita dal CRESME, evidenzia infatti come il segmento più rilevante riguardi la manutenzione straordinaria, nel cui ambito si collocano le iniziative relative alle strutture edilizie: considerato che oltre il 70% della opere costruite nel nostro Paese vengono realizzate ricorrendo al cemento armato, la qualità del modo di costruire in calcestruzzo armato costituisce un fattore determinante nel garantire la durabilità, che come conseguenza ha anche un sensibile risparmio nei costi di manutenzione. “Dal rapporto emerge una preoccupante contrazione del mercato delle nuove costruzioni: una nota negativa che spinge la nostra associazione ad alcune considerazioni – afferma Mario Colombini Presidente di ATECAP. Innanzitutto va sottolineato con preoccupazione che si è allentato l’impegno per assicurare al paese la realizzazione di importanti opere pubbliche, essenziali per lo sviluppo e la competitività del nostro sistema economico. A questo si aggiunge il sorpasso della spesa per il rinnovo, il che significa che la gran parte degli investimenti pubblici è destinata alla manutenzione straordinaria. Una necessità che conseguentemente riduce la disponibilità di risorse da destinare ai nuovi progetti”. Come uscirne? Puntare sulla qualità dei materiali – sostiene – sulla valutazione in fase di progettazione e prescrizione di tutte le condizioni ambientali necessarie per evitare il degrado e l’ammaloramento, sulla durabilità delle opere come uniche soluzioni al risparmio in termini manutentivi”. “La nostra associazione è già pronta per favorire la crescita della cultura qualitativa nel comparto e con importanti progetti stiamo sensibilizzando tutta la filiera: dal progettista alle grandi stazioni appaltanti, affinché il problema della manutenzione venga risolto a monte”. Le aspettative sono di un processo in grado di assicurare una migliore qualità costruttiva che possa consentire di rispettare i livelli minimi di vita utile delle opere, definiti dalle Norme Tecniche per le costruzioni varate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e in vigore: ossia 50 anni. “Il CRESME- afferma Colombini- ci dice che a partire dal 2007 fino al 2031 si renderà necessaria un’attività di manutenzione straordinaria per un valore prossimo ai 270 miliardi di euro e che se nei prossimi anni riusciamo – con il contributo di tutti gli attori del processo costruttivo – a garantire una durabilità minima per ogni opera pari a 50 anni, saremo in grado di liberare risorse per oltre 68 mld di Euro, che sarà possibile investire nella realizzazione di nuove opere”. A questo si collega l’“invito” alle istituzioni da parte del Presidente di ANCE, Paolo Buzzetti, il quale ha sottolineato come “in questo scenario sia fondamentale che le istituzioni competenti non prevedano ulteriori tagli ai fondi, ma concentrino le risorse su priorità strategiche per il paese, per fare in modo che le risorse vengano assegnate in maniera mirata ed opportuna”. “Una riflessione – spiega Buzzetti – sull’attuale fase di mercato delle opere pubbliche, è necessaria per individuare i margini di una ripresa delle nuove opere: il che significa valutazioni e scelte legate alle grandi opere e ai grandi progetti infrastrutturali, ma anche una politica a sostegno di forme integrative di finanziamento privato, al fine di attuare un sistema integrato di intervento pubblico-privato che nell’intero settore delle Opere Pubbliche rappresenta il 30% dell’intero valore”. Il Presidente Buzzetti ha poi aggiunto di ritenere importante che ANCE ed ATECAP collaborino per assicurare una piena applicazione delle norme tecniche ed una loro divulgazione che sappia favorire e radicare la cultura della qualità nel comparto delle costruzioni. Prendendo spunto dal rapporto CRESME ATECAP ed ANCE ritengono urgente una riflessione comune chi deve orientare la politica infrastrutturale e la programmazione degli investimenti pubblici. Per scaricare il rapporto CRESME in PDF clicca qui Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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