Percorsi di qualità urbana: l’esperienza dei programmi complessi

I programmi complessi costituiscono ormai un percorso consolidato d’attuazione di scelte atte a disegnare e/o ridisegnare intere porzioni del tessuto urbano. Questo dato è dimostrato dal fatto che attraverso questi strumenti si sono attuate o si stanno attuando le principali trasformazioni urbane. Esiste, infatti, un incondizionato consenso che ha permesso a questi strumenti di liberarsi dalla condizione di sperimentalità e d’eccezionalità ed entrare nei normali processi di piano. È veramente singolare notare quante riflessioni e campi di lavoro essi abbiano attivato. Però, a fronte di questa ricchezza e articolazione, il tema della valutazione sui risultati di questi prodotti è stato di fatto piuttosto trascurato per affrontare, in prima battuta, questioni ritenute più immediate e urgenti. A dieci anni ormai di sperimentazione, quando il dibattito ha avuto modo di esplicitarsi ampiamente, comincia a emergere la domanda sulla verifica che implica in qualche modo un giudizio del “prodotto finale” che sottende un riferimento alla qualità degli esiti delle trasformazioni. Molti si interrogano se questi strumenti abbiano prodotto una migliore qualità urbana rispetto a quella di partenza (ammesso che questo sia stato uno degli obiettivi). Riflettendo su tale quesito, viene d’obbligo affrontare il tema della qualità e in particolare definire cosa si intende per qualità nei programmi integrati. La questione può essere affrontata a vari livelli e coinvolgere diversi soggetti; non solo quanti studiano la città, ma anche quanti operano per diversi fini su di essa, affrontando lo stesso tema da punti di vista diversi e con obiettivi specifici.