Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Questo il quadro contenuto in un documento riservato della Commissione Ue – di cui l’ANSA è in grado di diffondere i contenuti – datato 6 febbraio 2009 e preparato per i ministri finanziari europei che lunedì e martedì si riuniranno a Bruxelles. All’ordine del giorno: fare il punto della situazione, dare una prima valutazione sui piani anticrisi varati dai governi europei e discutere sulle prossime mosse da compiere. Sul tavolo di Eurogruppo ed Ecofin ci sarà dunque anche il pacchetto di misure varato venerdì dal governo italiano, che – così come gli altri piani – dovrebbe ricevere un sostanziale via libera, con l’avvertenza di non cedere più del dovuto sul fronte dei conti pubblici. – PRODUZIONE, 150 MILIARDI IN FUMO. L’analisi della Commissione Ue mette in evidenza come più che mai in questa fase la crisi si stia abbattendo sui settori trainanti dell’industria e dell’edilizia. “La produzione – si legge nel documento dell’esecutivo europeo – fa registrare il declino più forte delle ultime decadi” e “la fiducia delle imprese è crollata al livelli più bassi dal 1985”. I dati parlano chiaro: industria ed edilizia hanno fatto registrare complessivamente perdite sul fronte della produzione per 150 miliardi di euro dal novembre 2007 al novembre 2008, senza contare, dunque, gli ultimi due mesi in cui la crisi si è acuita. Inevitabili i riflessi sull’occupazione: dall’inizio dell’ottobre 2008 alla fine di gennaio 2009, “le riduzioni di posti di lavoro pianificate sono aumentate significativamente a 158.000 unità, mentre la creazione di nuovi posti di lavoro è caduta a 25.000 unità. E’ dunque attesa “una perdita netta di 130.000 posti di lavoro”. Un dato molto preoccupante – si sottolinea nel documento – visto che ancora nel terzo trimestre 2008 il saldo tra posti persi e posti creati era leggermente positivo. E visto che la crisi economica è attesa peggiorare nei prossimi mesi, almeno fino a metà 2009. – AUTO, STABILIMENTI A RISCHIO CHIUSURA. Nessun settore è risparmiato dal calo della produzione e dell’occupazione: meccanico, chimico, farmaceutico, alimentare, tessile, siderurgico. E anche la cantieristica e l’aeronautica. Ma – ribadisce l’esecutivo europeo – la crisi è “particolarmente grave e drammatica” nel settore dell’auto, con un 2009 che per produzione e vendite andrà peggio del 2008 (previsto un crollo delle immatricolazioni tra il 12% e il 18%) e “una potenziale ripresa solo nel 2010 e nel 2011”. La Commissione Ue sottolinea quindi come “la contrazione della produzione nel settore auto ha più che in altri settori un immediato effetto negativo anche sull’occupazione nelle aziende fornitrici”. Dunque in pericolo non sono solo gli stabilimenti automobilistici “che rischiano di chiudere in molti Stati membri”, ma anche le aziende dell’indotto, con una su dieci che – secondo gli ultimi dati europei – rischia il fallimento nei prossimi mesi. Sul banco degli imputati c’é soprattutto “la particolare difficoltà” delle industrie e imprese del settore auto nell’accedere al credito, “soprattutto al credito di lungo termine”. Senza contare la crisi del credito al consumo, che rappresenta tra il 60% e l’80% degli acquisti di nuove auto. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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