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Dalla stretta collaborazione che ha unito ABET LAMINATI e il grande Ettore Sottsass per molti decenni, ABET LAMINATI ha deciso di rendere omaggio all’artista, proponendo all’interno del suo stand la famosa libreria Carlton, progettata per Memphis nel 1981 e interamente realizzata con laminati ABET. Fondato da Sottsass con Hans Hollein, Arata Isozaky, Andrea Branzi, Michele de Lucchi ed altri architetti di caratura internazionale, Memphis cambia il volto del mobile contemporaneo. Dona agli oggetti uno spessore simbolico, emotivo e rituale. Nato come simbolo del new design, vuole dare vita ad un design più creativo, giocoso e colorato che si opponeva al Modernismo e che si ispirava anche ai decori del passato. “Per me – affermava Sottsass alla prima mostra di Memphis all’Arc’’74 di Milano, nel 1981 – il design è uno strumento per discutere della vita, dei rapporti sociali, della politica, del mangiare e persino del design stesso”. All’epoca (1981) risale la creazione della libreria Carlton che resta una delle sue opere più conosciute: una costruzione di forme geometriche colorate e accatastate l’una sull’altra, come un gioco, a metà strada tra un totem e un video game. Realizzata con laminati ABET, Carlton è “una risposta ludica alla necessità di avere forme solide e godibili: un modo per raccordare, non senza ironia, il sacro e il profano, la storia e l’attualità, l’archetipo e le sue manifestazioni”. In quegli anni, dice di sé lo stesso Sottsass: “ho provato a disegnare oggetti, cose, mobili e a farli costruire. Li ho fatti grandi e pesanti con zoccoli e basamenti per sottrarli al kitsch dell’arredamento borghese e piccolo borghese. Non stanno quasi da nessuna parte e comunque non legano, non possono neppure produrre coordinati. Sono anche decorati perché così riesco a comunicare stati culturali (in senso antropologico) diversi, a seconda dei casi e a seconda di reali necessità funzionali”. Opera presentata da ABET LAMINATI, Carlton è tanto riconoscibile da diventarne icona. ABET la esalta, la inserisce nello spazio bianco e vuoto del suo stand: metafora di una piazza che ha al suo centro un unico importante monumento. ETTORE SOTTSASS “Ettore Sottsass è un mago. Senza Sottsass la nostra vita sarebbe incolore”. (Hans Hollein, Vienna 16 gennaio 2005) Eclettico, poliedrico, stravagante, Ettore Sottsass non è etichettabile sotto alcuna nomenclatura. E’ un maestro del non quantificabile nell’architettura – scrive Hollein – per lui i passaggi tra le espressioni artistiche sono fluidi, non esistono linee di demarcazione tra scultura, pittura, architettura e design. Non è architetto, designer, fotografo, viaggiatore, pittore, uomo di mondo, lui è tutte queste cose insieme. Uomo complesso, la sua totalità l’ha portato a contatto con il Razionalismo, il MAC, lo Spazialismo e la cultura Pop. Virtuoso in parecchie discipline, è soprattutto nella progettazione dei mobili che la sua forza innovativa non conosce ostacoli, rendendolo una delle figure di rilievo del design internazionale. Uomo d’avanguardia, usava il design come strumento di critica sociale, aprendo la strada al radical design (1966 – 1972) e all’affermazione della necessità di una nuova estetica: più etica, sociale, politica. “Più o meno a metà degli anni Sessanta, mi è venuto in mente di disegnare mobili come specie di torri a righe colorate in modo che i mobili, nelle stanze, sembrassero apparizioni di strani oggetti arrivati da qualche altro mondo più che mobili di questo mondo”. Deluso da un’industria sempre più famelica, Sottsass sviluppa l’idea di un design “rasserenante”. Realizza in questo periodo i lavori a forte carattere sperimentale per Poltrovona, i Superbox: armadi con grosse basi, rivestiti in laminato ABET LAMINATI Print a righe. Legatosi ad ABET LAMINATI, con cui Sottsass stringerà una stretta collaborazione basata sulla ricerca sperimentale e dei materiali, inizia intorno alla fine degli anni Settanta l’esperienza del gruppo Alchimia, che concretizza il lavoro ideologico e progettuale svolto negli anni del “radical design”: un’alchimia di forma, colori, materiali che sconvolgono i canoni estetici e il modo di concepire il design contro l’ornamento. Segue l’esperienza straordinaria di Memphis, gruppo che Sottsass fonda con Hans Hollein, Arata Isozaky, Andrea Branzi, Michele de Lucchi ed altri architetti di caratura internazionale. BIOGRAFIA Ettore Sottsass (Innsbruck 1917 – Milano 2007) Dopo aver studiato architettura al Politecnico di Torino laureandosi nel 1939, inizia la sua attività a Milano nel 1947 dove apre il suo primo studio di design. Collabora in questo primo periodo con Giuseppe Pagano. Nel 1948 entra nel gruppo del MAC (Movimento di Arte Concreta) e partecipa alla prima collettiva di Milano. Nello stesso anno promuove a Roma la mostra dedicata all’Arte astratta in Italia. Successivamente aderisce allo Spazialismo. Nel 1957 diventa art director di Poltronova, l’azienda di Agliana, chiamato dall’imprenditore Sergio Cammilli. Nel 1958 inizia la sua collaborazione, in veste di responsabile del settore computer design a fianco di Marcello Nizzoli, con la Olivetti, che durerà circa 30 anni e per la quale progetterà diversi oggetti tra cui la calcolatrice Logos 27 (1963), le macchine da scrivere Praxis 48 (1964), Valentine (con Perry King) e il sistema per ufficio Synthesis (1973). Il progetto più importante è stato il computer Mainframe Elea 9003 (1959), grazie al quale vinse il Compasso D’Oro nel 1959. Nel 1964 stringe i primi rapporti con ABET LAMINATI, azienda leader nella produzione di laminati, con la quale realizzerà numerose opere di fama internazionale per le più importanti case e studi di designer, quali Poltronova, Alchimia, Memphis, Sottsass Associati e Post Design Milano. Nel 1972 partecipa alla mostra “Italy: the new domestic landscape al MOMA di New York”. Intanto tiene un giro di conferenze per l’Inghilterra e riceve una laurea honoris causa al Royal College of Art di Londra, nel 1976. Con il gruppo Alchimia nel 1979 partecipa al Design Forum di Linz presentando Seggiolina da pranzo, la lampada da terra Svincolo e il tavolino Le strutture tremano. Nel 1981 fonda il gruppo Memphis assieme a Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi, Michele de Lucchi ed altri architetti di livello internazionale. Gli sono state dedicate numerose mostre personali: si ricordano le grandi mostre del Centre Georges Pompidou di Parigi nel 1994 e del 2003, del centro per l’Arte Contemporanea L. Pecci di Prato del 1999, del Suntory Museum di Osaka del 2000, del Museo di Arte decorativa di Colonia nel 2004 e del MART di Rovereto nel 2005 curate da Milco Carboni. Muore il 31 dicembre 2007 nella sua abitazione milanese all’età di novant’anni. ABET LAMINATI ABET LAMINATI è una delle maggiori aziende produttrici di laminato decorativo a livello mondiale. Costituita nel 1957, si è sviluppata molto rapidamente. I prestigiosi riconoscimenti ottenuti in questi anni, come il Compasso d’Oro per il Diafos nel 1987, il premio Europeo di Design nel 1990 e il Compasso d’Oro alla Carriera nel 2001, testimoniano i traguardi raggiunti. La rete commerciale è molto estesa: in Italia operano 7 Filiali 13 Agenzie; nel mondo 13 società commerciali e agenzie in oltre 90 paesi. Ma, nonostante la straordinaria capacità di proiettarsi sui mercati Internazionali, di varcare sempre più confini, di parlare innumerevoli lingue, tutto questo non ha mai sradicato ABET LAMINATI dalla vivace, laboriosa e orgogliosa provincia italiana. Lungi dall’essere un semplice vezzo, questa ammissione di “provincialismo” rappresenta un tratto fondamentale del carattere dell’impresa che, con semplicità e disinvoltura, è stata capace di rapportarsi con esperienze e stimoli provenienti dalle realtà culturali più avanzate del mondo. II dialogo e la costante collaborazione con il mondo e la cultura del design, hanno consentito di intravedere, spesso con anticipo, i cambiamenti dello stile. Questo ha permesso di offrire al mercato prodotti competitivi, in sintonia con l’evoluzione delle tendenze in atto. Il Centro Ricerche dell’ABET LAMINATI lavora costantemente alla progettazione di nuovi prodotti, studiando caratteristiche innovative per i materiali, i decori e le finiture. La Stampa Digitale si inserisce perfettamente in questo filone; questa tecnica, nuova per il laminato HPL, permette di stampare a getto d’inchiostro in quadricromia, direttamente dal file. La Stampa Digitale su laminato, consente di ottenere texture finissime e sfumature con una qualità di stampa molto raffinata, fornendo ai progettisti la massima libertà espressiva, slegata finalmente dalle logiche seriali dell’industria. ABET LAMINATI e ETTORE SOTTSASS 40 anni di lavoro insieme Scarica il documento in PDF Consiglia questo comunicato ai tuoi amici
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