Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Scelti i dieci Parchi Più Belli d’Italia 2011 tra i quali entro l’estate verrà eletto il vincitore. Un percorso imperdibile in dieci tappe attraverso la Penisola alla scoperta delle eccellenze del nostro patrimonio paesaggistico e architettonico. L’itinerario ha inizio dalla Liguria, dove incontriamo i due primi giardini, entrambi affacciati sullo splendido Mar Ligure. A Ventimiglia, in provincia di Imperia, a pochi chilometri dal confine francese, sono i Giardini Botanici Hanbury, che occupano una superficie di diciotto ettari tra giardino vero e proprio e vegetazione spontanea. L’aspetto è tipicamente all’inglese, dove l’esotico è intimamente connesso con la flora mediterranea e con le coltivazioni tradizionali, con vialetti irregolari e romantici rustici, pergolati e patii e una suggestiva vista del mare. I giardini furono realizzati grazie alla passione del viaggiatore inglese Sir Thomas Hanbury – e del fratello Daniel – che, acquistato il promontorio nel 1862, trasformò un terreno incolto in un bellissimo giardino con piante provenienti da ogni parte del mondo. Ulteriori specie furono introdotte dal figlio Cecil e dalla moglie Dorothy. La gestione dei giardini è dal 1987 affidata all’Università degli Studi di Genova. Proseguiamo verso la capitale ligure, a Genova-Pegli, per visitare lo splendido Giardino di Villa Durazzo Pallavicini, uno dei più suggestivi parchi romantici ottocenteschi, un itinerario d’ispirazione melodrammatica, un racconto visivo che si sviluppa con un prologo e tre atti di quattro scene ciascuno, opera del pittore-scenografo Michele Canzio, con una successione di quadri paesaggistici voluti dal marchese Ignazio Pallavicini. Ci si muove fra sentieri con architetture classicheggianti, rustiche, cinesi e fra una vegetazione costituita da palme, piante esotiche, lecci, allori e numerosi esemplari assai rari. Il mare è sullo sfondo. Affacciato su uno specchio d’acqua, questa volta di lago, è il Vittoriale degli Italiani sul Lago di Garda, la “cittadella” che fu dimora del poeta Gabriele d’Annunzio. Il Vittoriale, dichiarato monumento nazionale, è un complesso di edifici, vie, piazze, teatri, giardini e corsi d’acqua eretto a memoria della vita del poeta e delle imprese eroiche degli Italiani durante la Grande Guerra. Occupa un terreno molto vasto di nove ettari dove il parco si snoda lungo un percorso scandito da cimeli storici. Il particolare amore di d’Annunzio per lo scrosciare delle acque si riconosce nella vasta area boschiva con le Vallette dell’Acqua Pazza e dell’Acqua Savia, attraversate da due ruscelli che confluiscono in un laghetto a forma di violino. Nella nostra rassegna di bellezze che rendono l’Italia famosa nel mondo non può mancare la Toscana, con due giardini nei dintorni di Firenze. Iniziamo con gli splendidi Giardini della Villa Medicea di Castello, oggi sede dell’Accademia della Crusca, considerati uno dei giardini all’italiana meglio conservati, progettati dal Tribolo per Cosimo I. Disposti su tre terrazze digradanti racchiuse entro alte mura perimetrali, ospitano una vasta collezione di agrumi, mentre il terzo livello è costituito dal boschetto di lecci. La prima terrazza è caratterizzata da sedici aiuole quadrate al cui centro era la fontana di Venere, mentre due limonaie delimitano i lati della seconda terrazza dove è la suggestiva “Grotta degli Animali”, uno degli ambienti architettonici più rilevanti della cultura manierista. Il secondo giardino fiorentino scelto dalla giuria è il meraviglioso giardino di Villa Gamberaia, adagiato sulle colline di Settignano. La villa gode di un eccezionale panorama su Firenze e la valle dell’Arno; un perfetto esempio dell’arte di produrre un effetto grandioso operando su piccole dimensioni. Se le prime notizie risalgono al XIV secolo, saranno i Capponi nel Settecento a dar forma al giardino che subirà un ridisegno quando nel 1895 sarà acquistato dalla principessa Ghyka, che qui abiterà insieme con l’amica americana miss Blood. Villa Gamberaia riassume in uno spazio sorprendentemente ristretto quasi tutte le migliori caratteristiche del giardino “all’italiana”: libera circolazione d’aria e di sole, abbondanza d’acqua, facile accesso a zone densamente ombreggiate, passeggiate con differenti visuali, una varietà di effetti prodotti dall’ingegnoso uso dei dislivelli. Un giardino ricco di storia, i cui incanti si rivelano a poco a poco a chi si concede il tempo di scoprirli. Nel Lazio è possibile effettuare altre due tappe per visitare altrettanti giardini assolutamente imperdibili: il primo è quello di Villa Lante a Bagnaia, in provincia di Viterbo, una delle maggiori realizzazioni del Cinquecento italiano. Chiusa in un rigoroso dedalo geometrico, la villa è attraversata longitudinalmente da un asse acquatico che sgorga in alto dalla roccia e segue il pendìo del terreno, sfruttandone i dislivelli fino a placarsi nel parterre d’acqua con al centro la fontana dei Mori. L’acqua nasce da un trionfo di geometrie disegnate da siepi sempreverdi e statue di peperino e segue un percorso che crea bacini e giochi d’acqua. Il giardino di Villa Lante è un luogo incantato voluto dal cardinale Gambara e realizzato dal Vignola in nome della supremazia dell’uomo sulla Natura. Sempre nel Lazio imperdibile è il Giardino di Ninfa presso Latina, tra i più belli al mondo per il fascino particolare e misterioso esercitato dalle rovine presenti sul posto: una città abbandonata per la malaria e i saccheggi e rinata a partire dal 1921 con Gelasio Caetani che, nel corso delle bonifiche delle paludi, intravide sotto quei ruderi l’anima di un suggestivo paesaggio sepolto da secoli. È universalmente riconosciuta la genialità insita nella creazione del giardino di Ninfa: un sito pervaso dal generale senso dell’abbandono, con i suoi ruderi monumentali ricoperti da una fitta coltre di vegetazione e con un complesso sistema delle acque. Il giardino presenta un gusto tipicamente anglosassone, compendio di botanica e di rovinismo, sul quale si cimentarono oltre al fratello di Gelasio, Roffredo, anche alcune figure femminili come la moglie di quest’ultimo, Marguerite Chopin, e la figlia donna Lelia Caetani Howard. L’itinerario prosegue in Campania con due perle del paesaggio mediterraneo. Il giardino di Villa Rufolo a Ravello è conosciuto anche come il “giardino dell’anima”. La sua realizzazione si lega, nell’Ottocento romantico, alla scoperta del paesaggio mediterraneo e della costiera amalfitana in particolare. A questo richiamo non poteva sfuggire lo scozzese Nevil Reid – che acquista la villa nel 1853 – al quale si deve il restauro delle vestigia e la creazione del giardino che si struttura su due livelli ai quali ci conduce un viale alberato. Le antiche mura, appena nascoste dai cipressi e dai tigli, ci guidano discretamente fino al chiostro moresco e, dopo una breve pausa in cui le nobili architetture si prestano nude allo sguardo, una piccola scala ci introduce al primo livello del giardino. L’atmosfera è avvolgente e non a caso Wagner ne rimase folgorato al punto da esclamare: “Ho trovato il secondo atto del Parsifal!”. Prendiamo il largo e approdiamo nell’isola di Capri dove, sul versante nord-occidentale, a oltre trecento metri sul livello del mare, incontriamo Villa San Michele, con il suo giardino creato dal medico e scrittore svedese Axel Munthe, giunto in Italia per motivi di salute e approdato a Capri nel 1876. Acquistate le rovine di una villa nel 1895, Munthe realizzò un giardino sospeso fra cielo e mare, ricavato sugli stretti terrazzamenti strappati alla roccia, con lunghi viali creati per il passeggio e angoli raccolti, ideali per la meditazione. La visione complessiva del giardino, della struttura architettonica e della collezione artistica è un’esperienza unica nel suo genere che rispecchia il gusto del proprietario. Nel giardino, che ospita suggestive fioriture nel corso di tutto l’anno, si possono ammirare alcune specie caratteristiche della flora mediterranea e altre originarie di varie latitudini, scelte per la loro peculiare bellezza o per la loro valenza simbolica. Punto particolarmente suggestivo è il belvedere della Sfinge, da dove si gode una straordinaria vista del Golfo di Napoli. Tappa conclusiva del nostro percorso tra i giardini e parchi più belli d’Italia è il Giardino della Kolymbetra, tornato all’antico splendore dopo decenni di abbandono grazie all’intervento del FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano. Siamo nel Parco della Valle dei Templi di Agrigento, un luogo straordinario per la magnificenza della natura e per la ricchezza dei reperti archeologici che ancora vengono alla luce. Il Giardino della Kolymbetra riassume nei suoi cinque ettari il paesaggio agrario e naturale della Valle. Nelle zone più scoscese si trovano lembi intatti di macchia mediterranea, nel torrente che solca il fondovalle ci sono pioppi, salici e tamerici, sugli ampi terrazzamenti, compresi tra suggestive e alte pareti di calcarenite, un antico agrumeto ricco di tante specie e varietà ormai rare, coltivato secondo antiche tecniche della tradizione araba. I dieci Parchi Più Belli d’Italia 2011, finalisti della nona edizione del concorso “Il Parco Più Bello”, sono stati selezionati da sette membri tra i più riconosciuti a livello nazionale e internazionale come esperti e specialisti del settore. Ecco la giuria del Concorso “Il Parco Più Bello”: Vincenzo Cazzato (presidente, per anni coordinatore del Comitato ministeriale per lo studio e la conservazione dei giardini storici), Alberta Campitelli (Dirigente dell’Ufficio Ville e Parchi Storici della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma), Marcello Fagiolo (Presidente del Comitato nazionale per lo studio e la conservazione dei giardini storici), Ines Romitti (architetto paesaggista), Rossella Sleiter (giornalista, collaboratrice per anni di “Linea Verde”, responsabile della rubrica dedicata ai giardini de “Il Venerdì di Repubblica”), Luigi Zangheri (Presidente del Comitato scientifico internazionale per i paesaggi culturali ICOMOS-IFLA e Segretario generale dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze), Margherita Azzi Visentini (Politecnico di Milano). Per ulteriori informazioni www.ilparcopiubello.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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