Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Anche nel 2011 il TRE NUMBER ONE AWARD premia cinque personalità di rilievo internazionale; cinque menti ispirate che, attraverso i loro progetti, hanno saputo indicare una nuova via nella progettazione turistica. Ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento sono stati per l’edizione 2011: Franco Maria Ricci per la sua capacità visionaria di progettare qualcosa di unico in architettura: il più grande labirinto del mondo; Simone Micheli per l’interior design del progetto “Marina Verde wellness & resort” per la capacità dell’intervento – costruito su basi di unicità ed eccellenza – di trasformare l’esperienza vissuta dal visitatore in attiva memoria; Zaha Hadid per il progetto Jesolo magica che, con le sue linee audaci e avveniristiche, saprà diventare un luogo simbolo del territorio e attrattore turistico, come già accaduto per altre realizzazione ad iniziare dal MAXXI; Aldo Cibic per il progetto “room with a view” che propone un’innovativa concezione della classica stanza di hotel e rappresenta una nuova frontiera del mondo alberghiero. Premio alla carriera, infine, a Philippe Stark che, grazie al suo talento e alla capacità di innovare, ha saputo creare spazi che sono diventati quasi luoghi di culto, simboli di una perfetta armonia tra contemporaneità ed eleganza. Anche quest’anno, con il premio ideato dall’architetto Laura Villani, si sono volute valorizzare quelle realizzazioni che con gusto, audacia e stile hanno saputo regalare al mondo dei viaggi e soggiorni idee innovative e concrete al tempo stesso, capaci di lasciare un ‘segno culturale’. Il Premio è un punto di riferimento – in ambito nazionale ed internazionale – nella celebrazione dell’eccellenza nel settore real estate turistico, già conferito a Tom Wright, Premio alla carriera 2010, Mario Bellini, Frank Gehry, Alessandro Mendini, Karim Rashid e Matteo Thun, presenti in veste di Honorary Member dell’Award. Franco Maria Ricci e il progetto Labirinto Franco Maria Ricci continua a sorprenderci: lo ha fatto per una vita disegnando libri d’arte sofisticati e una rivista che ha fatto storia (FMR), lo fa oggi anche con la concezione di qualcosa di unico in architettura: il più grande labirinto del mondo. Il labirinto è l’attrazione principale di un parco culturale aperto al pubblico, che ospiterà un museo, 4 suite, un’area per esposizioni temporanee e una libreria. Con la realizzazione del Labirinto, Franco Maria Ricci rende attuale l’impianto rinascimentale e tangibile il sogno, trasformando l’utopia in realtà, il racconto di Borges in uno spazio progettato di otto ettari. Un labirinto quadrato di 300 metri per lato con tre chilometri di percorso totale sotto gallerie vegetali di tante specie diverse di bamboo alte fino a cinque metri. Il labirinto è stato disegnato insieme all’architetto torinese Davide Dutto, mentre la parte edificabile – rigorosamente in mattoni, ispirata alle architetture della rivoluzione francese alla Étienne-Louis Boullée – è stata progettata con un l’architetto parmigiano Pier Carlo Bontempi. Editore, designer, studioso e collezionista d’arte, Ricci dopo essere divenuto punto di riferimento internazionale dell’editoria, la professione che abbracciò nel 1963 stampando e pubblicando il “Manuale Tipografico” di Giambattista Bodoni (per lui un Maestro e punto di riferimento) vive nella tenuta di famiglia dove sta ultimando di forgiare una nuova creatura: il labirinto più grande del mondo interamente realizzato in bambù. Dichiara “Amo i labirinti fin da bambino. Dai tempi in cui mia madre mi portava ai baracconi di paese e io mi perdevo fra specchi e getti d’aria nel castello delle streghe” Simone Micheli e l’interior design del progetto “Marina Verde wellness & resort” L’idea dell’Arch. Micheli per l’interior design dell’esteso complesso con vocazione turistica è di definire un campo architettonico carico di contenuti ed espressioni appartenenti al nostro presente-futuro, di raccontare un’emozionante storia che parla di sostenibilità. Tutto è immaginato per superare le barriere del reale conosciuto e favorire una percezione altra dei luoghi, attraverso l’uso di storie compositive e concettuali improbabili, anticanoniche, antimimetiche. E’ un progetto caratterizzato da insiemi segnici che avvicinano l’operazione immobiliare al mondo dell’opera. Ha fondato l’omonimo Studio d’Architettura nel 1990, e la società di progettazione “Simone Micheli Architectural Hero” nel 2003. E’ docente presso il Polidesign di Milano e presso la Scuola Politecnica di Design di Milano. Le aree d’intervento della società di progettazione con sede a Firenze e a Milano si articolano in plurime direzioni: architettura, interior design, design, visual design, comunicazione per spazi collettivi, ma non solo. Le creazioni dall’architetto, sostenibili e con particolare attenzione per l’ambiente, risultano avere una forte identità ed unicità. Le plurime realizzazioni per pubbliche amministrazioni e per prestigiose committenze private connesse al mondo residenziale e della collettività, lo rendono uno dei principali attori della dimensione progettuale europea. Ha esposto alla Biennale di Venezia, settore Architettura. E’ curatore di mostre tematiche “contract” e non solo nell’ambito delle più importanti fiere internazionali di settore. Tra i premi recenti si ricordano: “Interior Designer Of The Year” agli ”International Design Award 2008”, Los Angeles-Usa; con il progetto Atomic Spa Suisse ha vinto il “Best Of Year 2010” (categoria Beauty, Spa e Fitness) per Interior Design Magazine, New York-Usa, e l’International Media Prize 2010 (categoria Annual Club Space Award), per Modern Decoration Magazine, Shenzen-China; “Contemporary Spa Award 2011”, nella categoria “Best Future Spa” con il progetto Marina Verde Wellness Resort”. Aldo Cibic e il progetto “room with a view” Invece di puntare sulla preziosità degli involucri tecnologici e sulla conseguente esclusione dall’ambiente circostante, in room with a view la camera si apre completamente al suo esterno, divenendo oggetto tecnologico “ecocompatibile” ammirabile nella sua interezza dal di fuori. L’intervento progettuale ha come obiettivo la possibilità di concepire l’albergo come insieme di piccoli edifici per un’unica camera in linea col mutare dei concetti di stile di vita e di rapporto con lo spazio circostante. Un micromondo che dedica più attenzione alla poesia dei luoghi naturali, alla sostenibilità delle scelte costruttive, alla flessibilità di esigenze domestiche sempre più nomadi e dinamiche. Il progetto “room with a view” rappresenta una nuova frontiera del mondo alberghiero destinato a situazioni diverse, ma che hanno come comun denominatore un habitat attento alla socializzazione, al vivere lo spazio nel tempo libero, integrandolo alle valenze squisitamente paesaggistiche del luogo. Nasce a Schio (Vicenza) nel 1955. Nel 1977 si trasferisce a Milano per lavorare con Ettore Sottsass, di cui diventa socio nel 1980. Nel 1981 nasce la collezione Memphis di cui Cibic è uno dei designer e fondatori. Nel 1989 decide di cominciare il suo percorso fondando lo studio Cibic&Partners e dando via all’attività di ricerca con le scuole. Oggi le attività principali si svolgono a Milano per i progetti di architettura e i grandi interni, e a Vicenza con CibicWorkshop per il design e l’attività di ricerca, rivolta allo sviluppo di nuove tipologie progettuali. Svolge inoltre attività di insegnamento alla Domus Academy, al Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e al Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Design dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. E’ Professore Onorario alla Tongji University di Shanghai. Nel 2010 figura tra i tre italiani invitati dal direttore Kazuyo Sejima alla XII Mostra Internazionale di Architettura a Venezia dal titolo “People Meet in Architecture” con il progetto: “Rethinking Happiness”. Zaha Hadid e il progetto Jesolo Magica Un retail park che, grazie alla sua architettura avveniristica e al suo impatto emotivo, saprà lasciare al territorio un’impronta forte e armonica al tempo stesso, creando emozione nel visitatore e diventando esso stesso attrattore turistico. Come già con il MAXXI di Roma, Zaha Hadid ha saputo creare un luogo simbolo, che accoglie al suo interno diversi servizi e si articola in due aree prospicienti collocate strategicamente nel cuore della città di Jesolo, tra il centro urbano e la fascia costiera. L’iniziativa immobiliare si inserisce in questo modo con grande sensibilità nel prezioso sviluppo territoriale che lo ospita. Nata in Iraq, nel 2004 Hadid è divenuta la prima donna a vincere il Premio Pritzker. Ha studiato matematica alla American University di Beirut prima di trasferirsi a Londra per studiare alla Architectural Association. Dopo aver conseguito il titolo ha lavorato con il suo ex maestro, l’architetto olandese Rem Koolhaas all’Office for Metropolitan Architecture diventando socia nel 1977. Nel 1994 ha insegnato alla Graduate School of Design dell’Università di Harvard, occupando la cattedra che fu di Kenzo Tange. Nel 1980 stabilisce il suo studio a Londra. Durante gli anni ottanta insegna alla Architectural Association. Nel 2002 Hadid vinse la competizione internazionale per disegnare il masterplan dei Singapore one-north. Nel 2005, il suo progetto vinse la competizione per il nuovo Casinò della città di Basilea in Svizzera. A Roma è stato ultimato il MAXXI, il nuovo centro per le arti contemporanee, finito nel 2009. È un membro del consiglio editoriale dell’Enciclopedia Britannica. Premio alla carriera a Philippe Starck Ben pochi architetti possono vantare una così straordinaria influenza nel mondo dell’ospitalità internazionale come il maestro francese. Grazie al suo talento e alla capacità di innovare gli spazi e gli arredi, ha saputo creare spazi che sono diventati quasi luoghi di culto, simboli di una perfetta armonia tra contemporaneità e eleganza. Starck ha saputo proporre l’albergo come esperienza straordinaria rinnovando concetti di ospitalità per una clientela internazionale. Un cenno particolare va al progetto di interni per la Palazzina Grassi, che ripropongono il tema degli specchi – caro a Venezia – in chiave moderna e ricercata. Il suo nome è universalmente noto ed è per tutti una star. Enfant prodige, a 20 anni è direttore artistico di Pierre Cardin; a 30 fonda la sua prima azienda. La fama arriva negli anni ’80 come designer simbolo della Parigi di Mitterand. Suoi i progetti degli appartamenti presidenziali, del cafè Costes, dei club, delle bouti-que. Gli arredi targati Starck, belli e possibili, diventano i nuovi oggetti del desiderio. Da diffondere su scala mondiale. Dagli hotel design a Miami, Londra, New York, Tokyo ai prodotti industriali per Alessi, Flos, Kartell, Driade, Cassina. Con un’ambizione: superare la dimensione d’elite e avvicinare il design al grande pubblico. Per il quale progetta ogni cosa possibile: dall’ideazione al packaging. Infinito il numero di premi e riconoscimenti. Come pure quello delle copertine dei magazine Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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