Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Portogruaro non possedeva un Teatro Comunale da cinquant’anni e in tale realtà ricca d’arte, storia e cultura, la realizzazione del Nuovo Teatro cittadino rappresenta il compimento di un progetto ambizioso del quale potrà godere l’intero territorio: un importante spazio che arricchisce la vita culturale e sociale. Per dar vita a questo progetto il Comune di Portogruaro ha acquisito dalla Diocesi di Concordia Pordenone l’immobile “Silvio Pellico” al fine di dotare la città di un nuovo teatro. Subito dopo l’acquisto dell’immobile la nuova sfida per tutti è stata quella di realizzare il nuovo teatro comunale e avviare una riqualificazione dell’intero ambito urbano in cui lo stesso veniva a collocarsi. L’edificio, realizzato agli inizi del 1900, si presentava dopo i lavori di ristrutturazione degli anni ’50, in uno stato di abbandono sia all’interno sia in facciata. L’assetto era stato concepito per le proiezioni cinematografiche e non possedeva i requisiti e gli spazi necessari per lo svolgimento di attività teatrali. Il Nuovo Teatro è intitolato all’illustre cittadino di Portogruaro Luigi Russolo il quale, dopo aver aderito al movimento futurista nel 1909, elaborò un personale manifesto teorizzando la possibilità di una musica basata sull’organizzazione dei rumori anziché sul suono determinato. Il Teatro Luigi Russolo è oggi una struttura polifunzionale, adatta ad accogliere una molteplicità di attività culturali, stagioni concertistiche, rappresentazioni teatrali. La progettazione definitiva ed esecutiva del Teatro Comunale Luigi Russolo è dello Studio Amati Architetti di Roma. «Il nostro studio vanta al suo attivo in Italia la progettazione di 13 teatri di medie e grandi dimensioni, quasi tutti recuperi di complessi esistenti. Il teatro ‘Luigi Russolo’ per la sue caratteristiche e le sue complessità rappresenta un fiore all’occhiello per il nostro studio», afferma l’arch. Federica Finanzieri, progettista Studio Amati Architetti. «Partendo dall’idea originaria della Amministrazione Comunale, che ha redatto il progetto preliminare, la sfida che abbiamo accettato è stata quella di calare all’interno della struttura edilizia esistente un nuovo organismo in grado di assolvere tutte le moderne funzioni richieste dallo spettacolo, raggiungendo così un felice equilibrio tra la conservazione del passato e le esigenze della contemporaneità». Tutto ciò svuotando, consolidando, integrando e implementando il complesso originario. Come si evince osservando l’involucro esterno infatti, al nucleo originario del teatro, che ospita la sala, si affianca il nuovo volume della torre scenica, che, grazie alle sue caratteristiche funzionali e tecniche, consente al teatro rinnovato di mandare in scena qualunque tipo di spettacolo. Proprio per ottimizzare al massimo le potenzialità del complesso, particolare attenzione è stata posta in fase di progettazione a due aspetti funzionali. Il primo aspetto riguarda l’assetto della platea e della galleria. Un attento studio ha consentito infatti di configurare questi spazi in modo da permettere una buona visibilità ed un buon ascolto in qualunque punto della sala, compatibilmente con i problemi legati alla altimetria del corpo di fabbrica, estremamente condizionata dalla presenza della falda acquifera superficiale e dalla presenza delle fondazioni esistenti. Il secondo aspetto ha interessato invece la conformazione della nuova torre scenica che, realizzata ex novo al posto del vecchio palcoscenico, è stata concepita come una vera e propria macchina teatrale, per conformazione, dimensioni e dotazioni. Le dimensioni del palcoscenico e del boccascena, la presenza della fossa dell’orchestra, le dotazioni degli spazi per gli artisti, le attrezzature previste rendono questo organismo il vero cuore pulsante del complesso. Mentre all’esterno si prediligono materiali tradizionali (pietra, intonaco, vetro) utilizzati però in chiave moderna, all’interno della sala il legno fa da padrone, con differenti finiture e modalità di posa per generare un involucro acusticamente adatto alle funzioni che vi si svolgono. La struttura è costituita da tre corpi: il corpo foyer, in aderenza con l’attiguo fabbricato della Fondazione Musicale Santa Cecilia, costituito da una struttura in cemento armato con solai a lastre tipo “predalles” alleggerite con elementi in laterizio e travi in spessore; la zona della sala realizzata affiancando ai pilastri esistenti dei nuovi pilastri in calcestruzzo armato, struttura in acciaio per la galleria e copertura con capriate in legno lamellare; infine la torre scenica realizzata con struttura in calcestruzzo armato, solai a lastre tipo “predalles” alleggerite con elementi in laterizio e travi in spessore, copertura costituita da una struttura portante mista acciaio-calcestruzzo. Con una capienza di 628 posti, di cui 438 in platea e 190 in galleria ed uno spazio scenico con fossa dell’orchestra da 65 elementi, è possibile la rappresentazione di tutti gli spettacoli del circuito nazionale. Il teatro può infatti ospitare ogni tipo di esecuzione musicale, dal sinfonico, al cameristico, al solistico, grazie all’importante progetto acustico realizzato dall’architetto Eleonora Strada una delle massime esperte italiane, «La filosofia che ha improntato la progettazione acustica ha seguito il criterio della costruzione degli strumenti musicali, ricercando la soluzione migliore ed ottimale per la riproduzione della musica sinfonica e della lirica, come gli antichi maestri liutai hanno saputo trasmettere ed insegnare», afferma l’arch. Strada, «le scelte progettuali, pertanto, hanno ricercato alle origini le caratterizzazioni proprie degli strumenti musicali o del canto e delle armonie che questi sono in grado di produrre». La gestione del teatro comunale Luigi Russolo è affidata alla Fondazione Musicale Santa Cecilia. «Il progetto del Teatro Russolo è nato dall’incontro di un pool di professionisti che hanno condiviso le reciproche esperienze. Il teatro è una costruzione atipica e con delle specifiche uniche, pertanto attorno al tavolo di lavoro servono vari esperti, di acustica, di impiantistica, ma anche il gestore futuro che deve indirizzare la progettazione verso criteri di massima funzionalità» ha affermato Davide Masarati, direttore della Fondazione Musicale Santa Cecilia e direttore artistico-organizzativo del Teatro Russolo. «Il nostro primo obbiettivo è stato quello di avere un teatro che fosse massimamente polifunzionale, ma anche che rendesse un servizio ottimale nell’ospitalità di eventi musicali. Inoltre volevamo assolutamente un Teatro adatto alle esigenze del territorio, che rispondesse alla necessità della popolazione di avere spettacoli non musicali per i quali i 628 posti di capienza potevano essere troppi. Per questo motivo è stato studiato un sistema di pannelli scorrevoli che all’occorrenza può separare la platea dalla galleria. Si vengono così a creare due spazi con capienze differenti e assolutamente indipendenti, che possono ospitare contemporaneamente eventi di diverso genere. Questo anche nella logica di ottimizzare le spese: non solo una migliore ergonomia nell’ospitalità ma anche un sensibile risparmio sui costi della struttura. Ogni evento potrà così essere calibrato anche per zone riscaldate illuminate e gestite. In sede di ideazione si sono cercate poi delle soluzioni costruttive e tecnologiche tali da far sì che il teatro possa essere gestito da uno staff minimo di tecnici, seguendo questo criterio è stata ad esempio progettata la nuova torre scenica». L’intervento di Geoplast Geoplast S.p.A. ha contribuito a questo importante intervento di restauro ed ampliamento, fornendo il prodotto Multimodulo e l’assistenza in cantiere nelle fasi di posa. Geoplast S.p.A è stata scelta dallo Studio di Progettazione Amati Architetti di Roma, in quanto il sistema Multimodulo è stato ritenuto elemento di grande validità ed estrema versatilità in questa applicazione speciale. Sotto la platea riservata al pubblico e nel foyer, infatti, è stato realizzato un vespaio ventilato per la distribuzione uniforme della ventilazione naturale. Multimodulo è stato posato su una superficie complessiva di 380 m2, con una pendenza variabile che segue l’andamento del pavimento e procedendo con l’innesto dei tubi per la ventilazione naturale. Il sistema Multimodulo deriva dall’esperienza di Geoplast S.p.A nel settore casseri a perdere per vespai ventilati; un elemento che raggruppa quattro MODULO in un unico elemento dando così elevati standard di robustezza sia durante la posa sia durante il getto grazie a ben nove punti di appoggio per ogni elemento. Multimodulo è realizzato in polipropilene riciclato e grazie alla sua originale forma a quattro cupole è ideale per coprire ampie superfici in tempi notevolmente ridotti, inoltre la particolare struttura dell’incastro permette di posarlo a file sfalsate e di ridurre il consumo di calcestruzzo. Multimodulo è particolarmente adatto per sovraccarichi di esercizio particolarmente elevati, sia concentrati sia distribuiti. Inoltre permette la ventilazione naturale su tutta la superficie eliminando in questo modo l’umidità di risalita con dispersione delle infiltrazioni di gas radon. Altro punto di forza è la facilità di assemblaggio con riduzione dei tempi di posa dell’80% e conseguente riduzione del consumo di calcestruzzo. Il progettista, Architetto Marta Silvestrini ed il capo cantiere Geometra Stefano Piccolo dell’impresa realizzatrice dell’opera SACAIM S.p.A., hanno espresso un giudizio complessivamente positivo, riscontrando soprattutto il vantaggio della semplicità e velocità di posa del Multimodulo Geoplast. Il tempo complessivo impiegato, infatti, è stato di circa 1 giorno per il foyer e 2 giorni per la platea. Multimodulo si è confermato, anche in questo intervento, un valido prodotto per la realizzazione di fondazioni ventilate e monolitiche. Per ulteriori informazioni www.geoplast.it Copyright rendering dello Studio Amati Architetti Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto