Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
La Toscana è una enciclopedia del rischio. È soggetta ad una discreta varietà di pericoli che vanno dai dissesti idrogeologico alla franosità, dal rischio mareggiate con onde alte anche sei metri, alla sismicità, dagli incendi boschivi e alle attività industriali”. Così il prof Giovanni Menduni, da due mesi responsabile nazionale dell’unità di crisi della Protezione civile, ha accolto i membri della commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale della Toscana presieduta da Erasmo D’Angelis (Pd) in visita al centro funzionale centrale del dipartimento di Roma (Via di Torchiano 2). Una visita per capire e conoscere il “Sistema di allertamento” della Protezione civile ma anche l’occasione per acquisire e guardare da vicino la “fotografia del rischio in Toscana, le sue criticità, i suoi punti di eccellenza”. Per la prima volta una delegazione del parlamento toscano composta da numerosi consiglieri – oltre al presidente, il vicepresidente della commissione Andrea Agresti (An-Pdl), i componenti Maurizio Dinelli (Fi-Pdl), Bruna Giovannini (Sd), Mario Lupi (Verdi), Paolo Marcheschi (Fi-Pdl), Giovanni Ardelio Pellegrinotti (Pd) e Rosanna Pugnalini (Pd) – ha visitato il “cuore” della Protezione civile italiana, conosciuto i vertici del dipartimento a capo delle varie sezioni di rischio, guardato all’opera circa 400 persone che ogni giorno monitorizzano, acquisiscono, scompongono ed elaborano notizie per garantire a tutti, in ogni angolo del Paese, un pronto intervento in situazioni di emergenza ma anche e soprattutto una intensa attività di previsione e prevenzione. Nella Sala Cassisi dove si è svolto un briefing introduttivo con Menduni e i direttori generali delle sezioni rischio emergenze e sismico Fabrizio Curcio e Mauro Dolce, il vice capo dipartimento della Protezione civile Bernardo De Bernardinis, ha portato il saluto del sottosegretario Guido Bertolaso. “La Toscana – ha detto De Bernardinis – è la regione che collabora di più ed ha la migliore struttura italiana di Protezione civile, a dimostrazione di un senso civico importante di fronte ai tanti rischi che corriamo”. Ad entrare più nel dettaglio dell’eccellenza Toscana, la dr.ssa Paola Pagliara dirigente del Servizio idrogeologico, idraulico, idrico, marittimo e costiero: “Se la media nazionale è di un pluviometro per ogni 120 chilometri quadrati, in Toscana se ne contano uno per ogni 25, mentre sono presenti circa 300 sensori sull’intero territorio regionale rispetto ai complessivi 1200 di tutta Italia”. “Siete la regione – ha continuato Pagliara – meglio monitorata d’Europa e di fronte ai rischi dei cambiamenti globali è certamente un grande vantaggio”. Il dipartimento romano della Protezione civile che oltre al Centro funzionale raccoglie anche la Sala situazione Italia (Ssi), il Centro operativo aereo unificato (Coau) e il Centro operativo emergenze in mare (Coem), è una delle eccellenze italiane in materia di previsione dei rischi e di gestione delle emergenze. Una sede avveniristica, informatizzata, in contatto in tempo reale con tutti i centri nevralgici del Paese e delle strutture territoriali, le istituzioni a tutti i livelli, le forze dell’ordine, gli organi di stampa. In una sorta di bunker sotterraneo, il monitoraggio del sistema Italia avviene attraverso monitor e computer che rinviano i dati di migliaia di sensori, pluviometri e radar. Al sistema Toscana è dedicata una piattaforma con tutte le aree critiche ben evidenziate. “Tanto per dare un’idea del rischio – ha sottolineato Menduni – nel solo bacino dell’Arno abbiamo censito, insieme al dipartimento di Scienze della terra dell’università di Firenze, 30mila movimenti franosi attivi, quiescenti, potenzialmente pericolosi”. Il direttore generale del settore sismica Mauro Dolce ha aggiunto: “Abbiamo classificato l’Italia per zone a rischio sismico con soglie da 1 a 4, da quella più pericolosa a quella di attenzione. La Toscana è per tutto l’arco appenninico (Garfagnana, Lunigiana, Mugello e Casentino) in zona 2. Tutto il resto della regione in zona 3. Non possiamo restare tranquilli”. A dimostrazione di quanto costano le emergenze, alcuni dati significativi: le ultime 13 alluvioni tra novembre e dicembre sono costate alla Regione tre milioni di Euro per il ripristino di strade, argini e fasce costiere. Le ultime 10 alluvioni lungo l’asta dell’Arno, negli ultimi 10 anni, hanno visto un esborso di circa due miliardi di Euro. “La grande lezione che ci viene dalla Protezione civile – ha detto il presidente della commissione D’Angelis – è quella che è meglio investire in previsione e prevenzione piuttosto che bruciare risorse mille volte più grandi per riparare i danni delle catastrofi. Il dipartimento calcola che i costi per una ipotetica alluvione come quella del 1966, ammonterebbero a dieci miliardi di Euro per la sola Firenze. Quanto una manovra finanziaria nazionale”. “Meglio trovare alla svelta – ha continuato D’Angelis – i 100 milioni che chiede l’Autorità di bacino per la sicurezza. La Regione negli ultimi cinque anni ha investo nel sistema della Protezione civile undici milioni e oggi possiamo contare sul centro funzionale di Pisa, sulla sala operativa di Firenze interconnesse con dieci strutture operative provinciali e quaranta centri intercomunali. Sono poi 350 le associazioni che garantiscono migliaia di volontari che affiancano le istituzioni”. “Siamo – ha concluso il presidente – la regione record per volontariato di primo soccorso e per il monitoraggio del nostro territorio, ma l’intero sistema ha bisogno di risorse nazionali che vengono invece tagliate dalle forbici di Tremonti”. Sull’esigenza di occuparsi di “territori che da anni necessitano di importanti risorse per la loro messa in sicurezza” è intervenuto anche il vicepresidente della commissione Andrea Agresti: “L’ottimo lavoro della Protezione civile che qui abbiamo potuto toccare con mano, ha bisogno di maggiore incisività da parte delle istituzioni, a livello di tutela del territorio e di interventi strategici”. Per Agresti occorre intervenire sul corso dei fiumi “soprattutto nell’area sud della Toscana spesso relegata a zona di secondo piano”. Lasciando il dipartimento romano, D’Angelis ha annunciato la decisione di organizzare per l’inizio del 2009, insieme a Giunta regionale, Centro toscano, mondo del volontariato, struttura operativa di Novoli, sede di Pisa e i centri meteo Lamma e Arsia, gli “Stati generali della Protezione civile”. (f.cio) Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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