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Prende il via con l’individuazione delle prime 24 proposte ed il finanziamento di 500 milioni la fase operativa del bando periferie. Va certamente apprezzata la celerità dei Comuni nel presentare le proposte a sottolineare quanto i progetti ci siano così come l’attenzione nei confronti della sicurezza, dei servizi e della mobilità sostenibile. Per ora gli investimenti permettono l’attivazione di risorse che superano il miliardo di euro, e i beneficiari sono risultate le 4 città metropolitane Bari, Bologna, Firenze e Milano, e 20 Comuni capoluogo, per un totale complessivo di 131 Comuni. Tutti gli interventi toccano azioni di rigenerazione di spazi e aree dismesse; riguardano la mobilità, le infrastrutture, l’imprenditorialità, la sicurezza, l’housing sociale. Emerge una maturazione nell’integrare con programmi pregressi, caratterizzati da obiettivi compatibili ma regole diverse, autorità di gestione, cronoprogrammi: quali contratti di quartiere (in tre casi), programmi operativi regionali Fesr, Urban Innovative Actions della Commissione Europea (è il caso del progetto Co-City di Torino), Pon Metro. Ci sono quattro 4 proposte di città metropolitane: una prima occasione in cui questi enti mettono alla prova ciò che devono essere istituzionalmente e politicamente: capacità di fare sintesi nell’analisi dei bisogni di investimento, elaborando una prospettiva di crescita dell’area. Questi quattro progetti coinvolgono 109 Comuni, per 4.803.499 abitanti. Bari sperimenta una co-pianificazione tra Comuni, coordinato dal Rup della Città metropolitana coadiuvato da struttura tecnico-amministrativa interdisciplinare. Milano e Bologna concretizzano le previsioni dei Piani strategici metropolitani, facendo ricorso anche alle forme associative: «zone omogenee» nel caso milanese e unioni di Comuni a Bologna. Firenze sceglie l’innovazione del sistema scolastico, elemento connettivo per «potenziare le relazioni tra il centro del capoluogo e quello dei Comuni contermini, così da far sparire le periferie e creare un unico grande centro metropolitano». L’esperienza vincente ci dice che è il momento di cambiare passo: uscire dalla logica del bando per varare politiche nazionali stabili. Programmazione, stabilità di risorse e di norme sono le condizioni per consentire ai Comuni di progettare con serenità. L’Anci farà la sua parte e ha attivato la piattaforma online Agenda Urbana (www.agendaurbana.it) per la raccolta dei dati sui progetti per accompagnare al meglio i processi di trasformazione del volto dei Comuni, stimolare il confronto per cogliere il meglio gli uni dagli altri e per condizionare le decisioni di politica nazionale. Fonte ANCI Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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