Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Il consumo di plastica è cresciuto moltissimo negli ultimi anni, ma è in crescita anche il riciclo dei rifiuti plastici. In edilizia sono utilizzati molti componenti plastici, dagli isolanti alle tubature. Sempre più spesso, però, si sceglie di ricorrere a plastica riciclata sia in applicazioni “tradizionali”, che innovative. I dati dell’industria del riciclo della plastica in Italia. La produzione mondiale di plastica è cresciuta e lo smaltimento dei rifiuti in materiale plastico è un problema sempre più impellente. Ogni anno, l’inquinamento dovuto alla plastica raggiunge livelli sempre più preoccupanti, con una produzione che è passata dai 15 milioni del 1964 ai 310 milioni di oggi. In Europa la produzione è 50 volte superiore rispetto alla metà del secolo scorso. Alcuni studi stimano che negli oceani ci siano fino a 150 tonnellate di plastica e se ne è trovata traccia ormai in quasi tutti gli ambienti naturali. Non si parla solo di oggetti di plastica, come sacchetti o imballaggi vari, ma anche microplastiche, delle particelle molto piccole e difficilmente contenibili. La plastica: raccolta differenziata e riciclo La plastica è un materiale ampiamente diffuso ed è spesso destinata ad un utilizzo “usa e getta”. Purtroppo i rifiuti plastici sono una minaccia per l’ambiente, si degradano in un tempo molto lungo e di conseguenza finiscono per “riempire” spiagge, mari e altri luoghi naturali. In Italia il tasso di raccolta differenziata, anche della plastica, è elevato, ma è meno la quantità che viene effettivamente riciclata. Secondo i dati Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica), ad esempio, solo il 43,5% degli imballaggi plastici è effettivamente riciclato e trasformato in altri oggetti. Il resto dei rifiuti viene destinato a discariche e termovalorizzatori. La sensibilità dei cittadini sul tema è sicuramente in crescita, anche se vengono commessi ancora alcuni errori, in quanto non tutta la plastica va differenziata: una bottiglietta va gettata nel contenitore della plastica, un giocattolo no. Un altro scoglio da superare è l’utilizzo di plastiche non riciclabili per la realizzazione di vari prodotti. La situazione italiana L’industria del riciclo della plastica in Italia è in crescita, con benefici per l’ambiente e per l’economia. L’Italia si colloca al terzo posto dopo Germania e Spagna per il tasso di riciclo della plastica. In discarica sono ormai destinati solo il 20% dei rifiuti, quantità che può essere ancora ridotta. Il beneficio economico è di 2 miliardi di euro, in quanto grazie al riciclo non si è consumata materia prima, si è prodotta energia e si sono ridotte le emissioni di CO2. Tutti i dati sono raccolti nel Green Economy Report, a cui hanno lavorato Corepla e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Quindi, è sicuramente positiva la crescita rapida che ha l’industria del riciclo, ma non dobbiamo dimenticare che cresce anche la quantità di plastica prodotta e poi raccolta. L’Europa, infatti, è seconda solo alla Cina come produttore di plastica e, tra i paesi membri, l’Italia è seconda solo alla Germania. Dal 1998 ad oggi la quantità di plastica raccolta per cittadino è cresciuta da quasi 2 kg a 18 kg. Anche la normativa sta rendendo più stringenti le regole sull’utilizzo della plastica: una direttiva ratificata dal Consiglio dell’UE lo scorso 21 maggio ha infatti stabilito che la plastica monouso verrà definitivamente bandita dal 2021. Utilizzo e riciclo della plastica in edilizia L’uso della plastica si è affermato in diversi settori, tanto da farla divenire il terzo materiale artificiale più diffuso. Esistono diverse tipologie di plastiche, composte da diversi polimeri, che sono adatte a molti scopi, anche in campo alimentare. I vari materiali plastici si contraddistinguono per alcune caratteristiche comuni quali la leggerezza e la facilità di lavorazione. Le plastiche più diffuse sono: Il polietilene (PE), usato per sacchetti di plastica, adesivi e bottiglie; Il cloruro di polivinile (PVC), utilizzato molto anche nel settore edile; Il polipropilene (PP), usato anche per oggetti di arredamento; Il polietilentereftalato (PET), principalmente usato per la produzione di bottiglie; Il polistirene (PS), molto utilizzato nel settore alimentare. In edilizia viene utilizzata molta della plastica prodotta ogni anno, circa un quinto del totale, ma la quantità dei rifiuti plastici derivanti dal settore è inferiore. Questo è dovuto al fatto che i componenti realizzati in plastica e usati nelle costruzioni, come tubi, profili e isolanti, possono avere una vita utile molto lunga rispetto ad oggetti plastici usati in altri settori. Questo fa sì che, per quando l’edilizia assorba molta della plastica prodotta, produca rifiuti in modo molto più lento. Rimane certamente il fatto che tutta la plastica inserita, ad esempio in un edificio, un giorno andrà smaltita. Anche in questo caso, il primo passo è la scelta di plastiche riciclabili, così da favorire un processo di economia circolare. In ordine di importanza quantitativa, i rifiuti plastici prodotti dall’edilizia sono principalmente isolanti, seguiti da tubi e raccordi, pavimenti e infissi. Come tipologie di plastiche, invece, le più diffuse sono il polietiline, il polipropilene, il poliestere, il polivinilcloruro (PVC), le resine e i poliuretani. Infine, anche nel campo edile, si conferma il trend positivo sopra esposto: sono sempre di più i rifiuti sottratti alla discarica e destinati invece al riciclo. La plastica riciclata può essere utilizzata per realizzare molti oggetti e componenti edili, come arredi, pavimenti, tubature, griglie per terreno, piastrelle forate drenanti per esterni, isolanti e così via. Ci sono, però, alcuni esempi che propongono alternative interessanti. Vediamone alcuni. Alcuni esempi di prodotti realizzati in plastica riciclata Secondo uno studio del MIT l’aggiunta della plastica riciclata al calcestruzzo permette di rendere il prodotto più resistente ed ecologico. Dopo un apposito trattamento, i ricercatori hanno provato ad aggiungere del PET ad una miscela cementizia, che si è rivelata essere più resistente del 20%. La prima casa realizzata in mattoni in plastica riciclata è in Colombia, paese in cui la raccolta differenziata raggiunge livelli molto bassi. La logica è quella dei Lego e vede la realizzazione di mattoni assemblati, per un edificio di 40 mq, in una sola settimana. In questo caso sono stati sciolti dei materiali plastici in appositi stampi per ottenere dei mattoni e l’ideatore ha brevettato il sistema. Un altro esempio è il prototipo di un rifugio realizzato in plastica riciclata, studiato e prodotto da Corepla e dall’Ong Waste Free Ocean. WFO raccoglie la plastica dall’oceano e dai fiumi, questa viene poi mescolata con la plastica raccolta nei raccoglitori di rifiuti, poi lavorata e trasformata in pannelli. Questi pannelli sono utilizzati per costruire case e rifugi a prezzi accessibili per le comunità locali che hanno perso le loro case in caso di calamità naturali, contribuendo così al benessere della popolazione delle zone meno fortunate. Uno di questi rifugi è stato esposto ad Ecomondo 2018, evento in cui si dà sempre molto rilievo alla green economy. I rifiuti utilizzati sono stati prelevati in parte dal fiume Po e sono stati utilizzati per realizzare dei pannelli, poi facilmente montabili in poco tempo. Al termine della fiera i pannelli, che vengono rapidamente assemblati e smontati, sono stati inviati ad Atene, in Grecia, con l’obiettivo di servire come progetto dimostrativo per aiutare i rifugiati nella zona. Il rifugio realizzato da Corepla e da Waste Free Ocean ed esposto ad Ecomondo. Img by WFO La plastica riciclata è stata trasformata in casseri a perdere per costruire solai alleggeriti. Lo stesso prodotto può essere utilizzato anche per realizzare vespai aerati e permette di ridurre il consumo di calcestruzzo, alleggerire la struttura e aumentare la resistenza delle strutture. Riciclare la plastica Non tutti i rifiuti realizzati in plastica possono essere riciclati. In generale, è possibile avviare al processo di riciclaggio tutti i prodotti che recano le sigle PE, PET e PVC, mentre si escludono tutte le altre plastiche e i contenitori con residui di materiali organici o pericolosi. Il riciclo della plastica permette di ottenere nuovi prodotti e, durante la loro lavorazione, anche energia e calore. Il processo di riciclaggio può essere meccanico, quando grazie ad una lavorazione termica o meccanica del materiale si ottiene un nuovo prodotto. In alternativa, il riciclaggio chimico riporta la plastica alla sua forma originale, ottenendo nuova materia prima per la produzione. Tutta quella plastica che non può essere riciclata, può essere destinata alla termovalorizzazione, che permette il recupero energetico grazie al potere calorifico di questo materiale. Soprattutto il PVC riciclato può essere utilizzato per la realizzazione di diversi prodotti quali tubi ed elementi per il drenaggio delle acque, raccordi vari e altri prodotti edilizi. Le possibilità sono molte, ma in Europa ancora manca un vero e proprio mercato. La domanda di prodotti derivanti dal riciclo della plastica è ancora troppo bassa ed è necessaria una maggior sensibilizzazione. 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