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I fabbricati italiani sono principalmente edifici esistenti, costruiti precedentemente all’emissione di norme relative alla sicurezza sismica. Questo richiede una grande attenzione al tema della sicurezza sismica, per la quale diventa imprescindibile una corretta prevenzione ottenuta grazie alla diagnostica, che ci permette di conoscere i nostri edifici.Indice: Prevenzione sismica: di che cosa si tratta? La diagnostica a servizio della prevenzione sismica Diagnostica strutturale: le tecniche Più della metà dei fabbricati esistenti è stata costruita precedentemente la prima legge antisismica del 1974. Gli edifici nuovi, oggi realizzati secondo precisi criteri antisismici, rappresentano solo una minoranza. Inoltre, di molti manufatti, proprio perché vetusti, mancano le informazioni relative alle modalità costruttive e ai materiali utilizzati. È semplice, quindi, comprendere che proprio questa fetta di patrimonio edilizio, che deve essere messo in sicurezza, diventa oggetto di grande interesse per gli addetti del settore. Negli ultimi anni, anche a seguito di eventi sismici importanti, il Governo e la normativa hanno dato maggior peso alla prevenzione. Finanziamenti per le scuole, detrazioni fiscali e obblighi normativi rendono chiare queste intenzioni. Prevenzione sismica: di che cosa si tratta? Prevenzione sismica significa conoscere il patrimonio edile ed assicurarsi che sia effettuata nel tempo una corretta manutenzione, al fine di prevenire situazioni di pericolo. La prevenzione permette di ridurre i rischi, sia in caso di eventi sismici che in condizioni normali, e offre vantaggi anche in termini economici.Poter valutare per tempo quali interventi è necessario eseguire, costa meno che intervenire a seguito di danni ormai avvenuti o in condizioni di particolare urgenza. Da dove cominciare quindi? La prima cosa da fare è contestualizzare l’edificio, procedendo con la caratterizzazione sismica del sito sulla base della mappa di pericolosità sismica nazionale, per poi valutare e stimare la risposta sismica del sito. Dopo di che, ci si concentra sul manufatto, di cui dobbiamo conoscere a fondo la struttura. La diagnostica a servizio della prevenzione sismica La diagnostica ha lo scopo di conoscere un fabbricato e quindi il suo stato di salute e le sue caratteristiche strutturali. Attraverso diverse metodologie, approfondisce le condizioni dello stato di fatto e permette di attuare una manutenzione mirata ed adeguata, individuando gli stati di degrado e il loro avanzamento. Nel caso della prevenzione sismica, la diagnostica ci offre la conoscenza del manufatto anche in quei casi in cui mancano dati e informazioni, ci permette di verificare eventuali fragilità dell’edificio e di ipotizzarne il comportamento in caso di evento sismico. Tutto il lavoro di indagine viene regolarmente raccolto in apposite relazioni, grazie alle quali è possibile valutare gli interventi più adatti ai materiali,alle strutture e allo stato di salute dell’edificio.Anche il sismabonus, prorogato con la Legge di Bilancio 2019, prevede di partire da una maggiore conoscenza dei fabbricati, classificandoli in base ad una diagnosi iniziale e poi una successiva finale, che misura i miglioramenti apportati con eventuali interventi. Diagnostica strutturale: le tecniche Anche in presenza di documenti progettuali, è fondamentale la raccolta di informazioni sulla struttura e sulla geometria del fabbricato in sito. Quindi si parte sempre da un rilievo dettagliato dello stato di fatto, verificando le strutture esistenti, i carichi, eventuali irregolarità, stati di degrado e così via. Nessuna parte dell’edificio deve essere esclusa, nemmeno le fondazioni. Importante quanto il rilievo, sono le indagini strumentali sui materiali, così da verificare il loro livello di conservazione. Alcune indagini sono di tipo qualitativo, come il rilievo del quadro fessurativo o la mappatura del degrado. Altre prove sono di tipo meccanico (più o meno distruttive) per testare il comportamento dei materiali che compongono le strutture e da valutare in base alla tipologia di materiale da indagare. Talvolta può essere necessario prelevare dei campioni, sui quali effettuare test di laboratorio di tipo distruttivo, sottoponendo ad esempio il materiale a sforzi di varia natura, individuandone il punto di rottura con prove di trazione e compressione. Nel caso del calcestruzzo la tecnica del carotaggio permette di prelevare un campione per il laboratorio, detto appunto “carota”. Tra le indagini non invasive da effettuare per prime c’è la termografia, che permette, grazie ad apposite termocamere, di avere un’idea complessiva della struttura, individuando eventuali discontinuità strutturali, umidità, acqua e alcuni componenti impiantistici. MR176 di FLIR è l’igrometro con termocamera integrata, in grado di verificare velocemente i problemi di umidità, prima che sia necessario un intervento invasivo Per approfondire ulteriormente eventuali problemi di umidità, l’indagine più indicata è l’analisi termoigrometrica, che attraverso delle sonde indaga la presenza di umidità anche in strati profondi della struttura. Se la struttura è in calcestruzzo, alcune tecniche significative sono sicuramente la magnometria, la pacometria e l’analisi ultrasonica. Queste tecniche permettono di localizzare e qualificare l’armatura del calcestruzzo, sfruttando ad esempio il principio dell’induzione magnetica o la propagazione delle onde ad alta frequenza nei materiali omogenei. La carbonatazione indaga la possibilità di corrosione delle armature, mentre l’indagine sclerometrica valuta la durezza superficiale del calcestruzzo, dando informazioni in merito eventuale degrado e il livello di omogeneità del getto. Questa tecnica è utile anche per valutare la qualità della malta, di cui si può stimare la resistenza e la durezza. Altre tecniche utili per verificare le condizioni di strutture realizzate in muratura sono le indagini soniche, che sfruttando lo stesso principio delle indagini ultrasoniche, permettono di valutare l’omogeneità della muratura e quindi individuare eventuali difetti. Per analizzare eventuali cavità presenti nelle murature (anche nel calcestruzzo), è possibile ricorrere alle indagini endoscopiche, che attraverso una sonda endoscopica – composta di fibra ottica, illuminazione e un’asta – collegata ad una telecamera, permette di registrare immagini in tempo reale. Una prova semi-distruttiva, invece, è quella dei martinetti piatti, che è utile per valutare le caratteristiche meccaniche di una muratura. È necessario realizzare un taglio nella struttura, in cui introdurre un martinetto piatto. Infine, è opportuno non dimenticarsi delle strutture orizzontali, provvedendo per lo meno ad un rilievo dei solai ed a una mappatura di eventuali fenomeni di sfondellamento. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento