Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Gli edifici intelligenti elevano efficienza energetica e comfort. Implicano sfide per progettisti e installatori, ma anche opportunità spiega Alessio Vannuzzi Indice degli argomenti: Qual è oggi la miglior definizione di smart building? Quali sfide comporta per i progettisti e gli installatori la realizzazione di uno smart building? Quali norme o leggi regolano la realizzazione di uno smart building? In caso di ristrutturazione di un edificio in ottica smart building quali opportunità si aprono? Si fa presto a dire smart building. Perché se è vero che gli edifici intelligenti possono aiutare a migliorare l’efficienza energetica e gestionale degli immobili, permettendo anche di elevare il comfort complessivo, sono anche sfide importanti per chi li deve progettare e per chi deve poi intervenire fisicamente per installare impianti e sistemi. Stiamo parlando di progettisti, installatori, system integrator che in questo tipo di edifici a elevato tasso tecnologico possono scorgere già oggi opportunità importanti: già l’Energy Efficiency Report 2019, dell’Energy & Strategy group, metteva in rilievo come il 65% degli investimenti in efficienza energetica realizzati nel 2018 in Italia (circa 7,1 miliardi di euro in totale), fossero direttamente collegati all’home & building. In attesa di leggere quanto emergerà dallo Smart Building Report 2020, oggi cosa è possibile dire degli edifici intelligenti e comprendere lo stato dell’arte, le opportunità e le complessità che rappresentano?Lo abbiamo chiesto a un esperto di settore: Alessio Vannuzzi, titolare dello studio Ohmega Progettazioni, specializzato in progettazione impiantistica, in particolare di attività progettuale basata sullo sviluppo di soluzioni di building automation basate principalmente su protocollo KNX. Vannuzzi è anche Coordinatore Nazionale KNX Professionals Italia e membro del CT 205 (Sistemi bus per edifici) del CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano. Innanzitutto, qual è oggi la miglior definizione di smart building? È smart l’edificio che contempla al suo interno una serie di sistemi dotati di intelligenza. In termini impiantistici, significa contare su impianti e sistemi che non sono meramente elettromeccanici, ma hanno un’anima elettronica/informatizzata in grado di tradurre le loro operazioni e attività in dati, avendo la capacità anche di scambiarsi informazioni. L’importanza degli smart building la si deve considerare all’interno di una “filiera” fondamentale nel futuro dell’energia e degli edifici e che passa dal concetto di smart city e che contempla dati e metadati da utilizzare per un’innumerevole serie di servizi e funzioni. Quindi, in prospettiva futura prossima di una gestione smart dell’energia e non solo, diventa cruciale la generazione di dati e informazioni utili per comprendere il funzionamento di un edificio. L’intelligenza deve essere così rivolta alla possibilità di gestire e monitorare gli impianti e di permettere l’analisi anche a sistemi superiori, che possono essere quartieri, distretti o città. Quali sfide comporta per i progettisti la realizzazione di uno smart building? A seconda dei ruoli cui ci si riferisce, le sfide sono differenti. Per chi si occupa di progettare l’edificio smart, la sfida più importante è utilizzare in maniera diffusa il concetto di progettazione integrata, ovvero riunire al tavolo tutti gli attori che si occupano di questa stessa attività e di condividere informazioni. In questo senso, aiuterà molto la progettazione BIM, che si sta diffondendo: nella sua stessa definizione prevede che tutti gli operatori dell’edificio collaborino e siano informati su ciò che accade nella vita dell’edificio. Tuttavia non serve solo una visione integrata in termini progettuali, ma anche in termini di sistemi. Oggi a livello di gare d’appalto o di capitolati la parte meccanica e la parte elettrica sono disgiunti: in ottica di smart building non può essere così. E per gli installatori? La criticità più forte è legata alla mancanza di conoscenza e competenza ancora diffusa tra gli addetti ai lavori: sarebbe necessaria la nascita, favorita dal contesto normativo, di figure tecniche progettuali e installative edotte sin da subito in materia d’integrazione impiantistica. L’edificio intelligente ha bisogno di figure professionali altrettanto smart. Quali norme o leggi regolano la realizzazione di uno smart building? Innanzitutto la norma UNI CEI TS 11672 dedicata alle figure professionali che eseguono l’installazione e la manutenzione dei sistemi BACS (Building Automation Control System). Attuata nel 2017, ancora oggi ancora non ha trovato adeguata applicazione. Va anche la pena di segnalare la norma italiana sulla digitalizzazione del settore delle costruzioni, la UNI 11337 del 2017, che qualifica le competenze dei professionisti che operano con l’approccio Building Information Modeling (BIM manager, BIM specialist) anche se non è detto che tali professionisti siano esperti anche su sistemi integrati. Certamente il BIM può portare a una progettazione integrata, anche a livello impiantistico, ma non è una questione direttamente correlata. Sarà invece interessante capire cosa accadrà con l’entrata in vigore entro marzo della Direttiva EU 2018/844 in tema di prestazioni energetiche degli edifici, che ha introdotto lo SRI – Smart Readiness Indicator, ovvero l’indicatore della “predisposizione all’intelligenza” degli edifici. È un concetto molto interessante, a livello progettuale e di certificazione degli edifici. Mi auspico che lo SRI venga inserito all’interno dei certificati APE, ovvero gli attestati di prestazione energetica. Così chi acquista un immobile avrà la possibilità di sapere non solo quanto consumi quell’edificio, ma anche quanto sia intelligente. Sarà uno stimolo in più all’innovazione tecnologica così come l’obbligatorietà degli impianti multiservizi all’interno degli edifici, già prevista per legge. Nel caso invece di una ristrutturazione di un edificio in ottica smart building, quali sono le attività da considerare e le opportunità che si aprono? Premesso che ristrutturare un edificio non residenziale rispetto a uno residenziale comporta meno criticità a livello installativo, in quanto spesso ha spazi adibiti agli impianti più ampi e più agevoli per interventi sia di tipo filare, ricablando l’esistente, oggi è possibile contare su tecnologie wireless che permettono di attuare sistemi di gestione avanzati. In quest’ultimo caso diventano particolarmente interessanti nel caso di interventi su edifici di pregio storico-artistico, che hanno vincoli importanti di intervento. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento