Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Sono molto positivi i numeri della prima edizione di “All Around Work, Designing the future” che si è svolta a Milano dal 6 all’8 ottobre: oltre 2.000 visitatori, più di 50 espositori e 54 relatori. Il coraggio degli organizzatori della prima edizione di “All Around Work, Designing the future” è stato premiato dai numeri e non era affatto scontato in tempi di Covid-19. Lo spazio Megawatt Court, nel distretto Around Richard di Milano ha ospitato dal 6 all’8 ottobre la manifestazione, organizzata da Event Factory – divisione del Gruppo BolognaFiere – insieme a Marco Predari e Alfonso Femia, dedicata alla trasformazione degli spazi e delle modalità di lavoro. Tre giorni intensi che hanno coinvolto 50 espositori, oltre 2.000 visitatori, tra studi di architettura e progettazione, aziende di arredamento, general contractor, system integrator, studi di ingegneria e giornalisti provenienti da tutta Italia. Ad arricchire la manifestazione un ricco programma di incontri, con 55 relatori che hanno approfondito tematiche di attualità e stimolato la discussione e il confronto intorno alla trasformazione e nuova progettazione degli spazi di lavoro. Francesca Puglisi, Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, che ha inaugurato la manifestazione, ha ringraziato gli organizzatori per la fiducia e il coraggio, indispensabili per ripartire. “L’eccellenza del Made in Italy c’è tutta, nell’ingegno, nella creatività, nella qualità dei materiali, nella ricerca. Il lavoro cambia e gli spazi degli uffici e delle aziende con esso. Per migliorare il benessere delle persone e la loro sicurezza, che migliora la produttività, per accompagnare la transizione tecnologica ed ecologica delle imprese serve pensiero. Il lavoro si fa agile, ma avrà sempre bisogno di spazi di incontro, in cui si intessono relazioni, in cui dal confronto con i colleghi si apprende, in cui dal dialogo nascono nuovi progetti”. La pandemia che stiamo vivendo continua ad avere impatti importanti su tutta la nostra vita e certamente ci siamo abituati a nuove modalità di lavoro, a partire dallo smart working, e a vivere gli spazi in maniera nuova. Si aprono ora molte opportunità per chi saprà progettare o ri-progettare i metri quadrati di chi tornerà in ufficio occupandoli in modo differente. Il processo di trasformazione è però partito da tempo con un’attenzione, soprattutto da parte dei giovani, a spazi di lavoro condivisi e di co-working, capaci di stimolare networking, momenti di scambio e condivisione, non solo lavorativa ma anche sociale. Spazi spesso all’aperto, in cui si può facilmente garantire il corretto il corretto distanziamento fisico, pensiamo per esempio alle coperture verdi, roof top, aree comuni outdoor, che permettono un rapporto diretto con la città. Il trend emerso nei momenti di incontro è quello di un ritorno alla normalità, ma più flessibile rispetto al passato, e più attento alla qualità della vita. E’ predominante il desiderio di riprendere a lavorare in spazi collaborativi e inclusivi, ma anche lo smart working si sta trasformando con spazi più adeguati e proposte ad hoc da parte delle aziende. Senza dimenticare che anche gli sviluppatori immobiliari sono chiamati a immaginare nuove tipologie di edifici che prevedano spazi collettivi di lavoro, anche in outdoor. Sono molto soddisfatti per il successo e la partecipazione di pubblico ed espositori gli architetti Alfonso Femia e Marco Predari, ideatori del format, che stanno già pensando all’edizione 2021, che vedrà anche il coinvolgimento di fondi di investimento, operatori immobiliari e produttori tecnologia. “Crediamo che il progetto abbia sempre più bisogno di momenti di condivisione reali e incisivi sui temi della città, dei cambiamenti del nostro presente e del lavoro, che oramai hanno un impatto sulla città e i suoi spazi. Se, prima del Covid, c’era l’intenzione di contribuire a creare una nuova e ulteriore prospettiva sul tema, dopo la pandemia questo diventa ancora più significativo, perché il mondo del lavoro, gli uffici, saranno tra le funzioni che subiranno il maggior impatto post-virus in maniera radicale”. Usa tre parole per raccontare All Around Work Gianpiero Calzolari, Presidente Gruppo Bologna Fiere: “Consapevolezza, bisogno, visione. Consapevolezza, perché durante il lockdown non abbiamo abbandonato il campo. Siamo partiti dal rilevare il bisogno di un settore e ci siamo ritrovati a trattare un’emergenza di vari settori, in una visione multilivello, rappresentata dai luoghi di lavoro, hub di idee e relazioni umane”. Lanciato il Premio di Industrial Design Durante la manifestazione è stato lanciato anche il concorso di Industrial Design promosso da All Around Work e patrocinato da ADI, Associazione Italiana per il Disegno Industriale, per la progettazione di oggetti, attrezzature e strumenti rivolti ai nuovi scenari del lavoro, in grado di semplificarne lo svolgimento, con attenzione alla sostenibilità del prodotto ideato e all’utilizzo di materie prime green. Il premio che si concluderà nella seconda metà del 2021, si rivolge ai professionisti, designer, architetti, ingegneri iscritti all’albo di riferimento, sia italiani che stranieri, ma spazio anche ai giovani degli ultimi due anni di corso delle facoltà di Architettura, Ingegneria o scuole di Design. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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