Autoconsumo, rinnovabili, e comunità energetiche, il futuro in legge Delegazione Europea

Autoconsumo, rinnovabili, e comunità energetiche, il futuro in legge Delegazione Europea

Il provvedimento con l’energia in primo piano per cercare di portare nella nostra legislazione 33 direttive comunitarie. Tra i temi principali, oltre allo sviluppo delle fonti rinnovabili, all’autoconsumo e alle comunità energetiche, le pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare, il codice europeo delle comunicazioni elettroniche in vista dello sviluppo del 5G, la tutela del diritto d’autore nel mercato digitale, l’agenzia per la cybersicurezza, le nuove misure sulle banche.

a cura di Tommaso Tetro

Autoconsumo, rinnovabili, e comunità energetiche, il futuro in legge Delegazione Europea

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Autoconsumo e rinnovabili. Queste le ‘non-novità’ in primo piano, per il futuro dell’energia, che entrano a far parte della legge di Delegazione Ue, un provvedimento ormai quasi ‘storico’ che cerca di portare nella nostra legislazione 33 direttive comunitarie, e che è stato approvato a Palazzo Madama (con 134 sì, 54 no e 31 astenuti) e che ora passerà alla Camera.

Il provvedimento dà attuazione alle Direttive europee e adegua l’ordinamento a 18 regolamenti in numerose materie. Diverse le novità introdotte. Tra i temi principali, oltre allo sviluppo delle fonti rinnovabili, all’autoconsumo e alle comunità energetiche, le pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare, il codice europeo delle comunicazioni elettroniche in vista dello sviluppo del 5G, la tutela del diritto d’autore nel mercato digitale, l’agenzia per la cybersicurezza, le nuove misure sulle banche.

Futuro dell’energia e rinnovabili

Al testo non mancano quindi spunti legati a energia e clima, in particolare la RED II dedicata alle fonti rinnovabili; oltre ad alcune modifiche sui temi ambientali. In particolare, per la localizzazione di nuovi impianti rinnovabili viene introdotto un passaggio in cui è previsto che nell’individuazione delle superfici siano rispettati i principi della minimizzazione degli impatti su ambiente e territorio; per rendere il processo non esageratamente lungo viene anche stabilito un tempo massimo di sei mesi per individuare le aree idonee alle installazioni energetiche.

Sono stati introdotti, inoltre, meccanismi semplificati per la contabilizzazione dell’energia nelle comunità energetiche. Un emendamento al testo di legge di Delegazione europea stabilisce infatti che una quota di energia condivisa, in quanto autoconsumata localmente, sia scorporata a priori e non rientri tra le voci in bolletta in modo da poter rendere evidente fin da subito il beneficio per i cittadini.

E’ anche previsto l’avvio di sperimentazioni per un graduale passaggio a un sistema di auto-dispacciamento, con l’obiettivo di promuovere un ruolo più attivo dei gestori delle reti di distribuzione. I modelli di auto-dispacciamento sono già diffusi in Europa, e ora sembra necessario introdurli progressivamente anche in Italia. Tra le novità poi l’introduzione della valorizzazione dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, l’arrivo di una maggiore semplificazione per accelerare la realizzazione di una rete di ricarica per spingere la diffusione di veicoli elettrici.

Il potenziale delle Comunità energetiche

Dal decreto Milleproroghe, che ha funzionato per la sperimentazione per progetti fino a 200 kW (Kilowatt), al recepimento della Direttiva Ue in corso, con la legge di Delegazione Europea sembra si possa disegnare un pezzetto del futuro prossimo dell’energia. E secondo Legambiente, se si considerano il milione di condomini del nostro Paese, gli oltre 140 distretti industriali, i 1.000 tra centri commerciali e outlet, le aree artigianali nei Comuni e quelle agricole, si può stimare un potenziale di circa 40 GW (Gigawatt) di solare fotovoltaico installabile con questo modello. Ma restano da affrontare diversi aspetti energetici, tecnici e normativi fondamentali per rendere possibile la realizzazione di interventi diffusi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili, e di configurazioni di comunità energetiche per famiglie, imprese, enti locali, e associazioni su tutto il territorio italiano.

Sui prossimi passi da compiere Legambiente e Italia solare lanciano – nel corso di un evento digitale ad hoc, nell’ambito di Ecomondo, la Fiera internazionale della green economy che quest’anno si è svolta in modalità on-line per via delle misure restrittive di contenimento dell’emergenza coronavirus – un documento di richieste specifiche per questa fase. Tra i punti fondamentali – spiegano – la necessità di premiare i consumi istantanei da fonti rinnovabili: “Le configurazioni di comunità energetiche e autoconsumo collettivo possono spingere soluzioni efficienti di produzione di energia, progettate per soddisfare la domanda istantanea e contribuire a ridurre l’esigenza di capacità di riserva della rete. Questo tipo di consumi dovrebbe beneficiare di incentivi, tra diretti e indiretti, perché massimizza l’uso dell’energia rinnovabile e spinge modelli capaci di garantire la massima efficienza nell’uso degli impianti e delle reti”.

E poi la previsione di “ambiti territoriali capaci di mettere assieme più utenze. L’attuazione del decreto Milleproroghe sta evidenziando un limite nella previsione di comunità energetiche contenute all’interno delle stazioni di scambio di bassa tensione e media tensione. Ambiti ridotti limitano la possibilità di realizzare configurazioni capaci di soddisfare consumi elettrici di utenze con caratteri e funzioni diverse; occorre far partire quanto prima le comunità energetiche dei cittadini che potranno operare su ambiti più vasti e che a regime si estenda anche alle reti di media tensione”. Si dovrebbero “differenziare gli incentivi delle comunità energetiche sulla base delle dimensioni degli impianti e delle fonti. I criteri di riferimento dovrebbero essere di differenziare in funzione delle dimensioni e delle tipologie (condomini, comunità energetiche, autoconsumo collettivo) e delle fonti utilizzate, visto che si dovranno fissare le regole sia per le comunità energetiche sia per quelle dei cittadini (che possono anche non prevedere impianti a fonti rinnovabili)”; e ancora “consentire lo scomputo direttamente in bolletta dell’energia autoprodotta e condivisa. Per semplificare i processi occorre ridurre i passaggi tecnici ed economici”. Si va poi dal “permettere alle comunità di operare servizi di dispacciamento consentendo di realizzare configurazioni capaci di autobilanciarsi rispetto alla rete” alla fornitura dei “servizi alla rete attraverso nuove configurazioni con impianti di stoccaggio”, dalla semplificazione per “l’approvazione dei progetti” rendendo “possibile l’accesso al credito”.

Ed è su questo punto che Legambiente e Italia solare avanzano la richiesta al governo di garantire “un confronto trasparente e pubblico sugli obiettivi che si vogliono portare avanti, in modo da consentire il rilancio diffuso delle rinnovabili in queste nuove configurazioni di energia condivisa in Italia”.

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