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Il nuovo centro commerciale nel quartiere Laurentino si vuole distinguere per socialità e senso di comunità. Un’architettura basata su luce naturale, visibilità delle vetrine, spazialità interna avvolgente. Un progetto degli studi Capolei Cavalli Architetti Associati e Design International a cura di Pietro Mezzi Il Maximo e, sullo sfondo, il quartiere Laurentina di Roma (fotografia, Fabrizio Capolei) Indice degli argomenti: Sale cinematografiche, ristoranti, bar e altro ancora La grande piazza aperta Il lungo percorso del progetto Al centro il visitatore È di pochi giorni fa l’inaugurazione di Maximo, la nuova destination dedicata a Roma e dintorni per lo shopping e il tempo libero . È un nuovo luogo degli acquisti e della socialità, che vanta un bacino di utenza stimato in 3,5 milioni di abitanti nei 40 minuti di percorrenza, con oltre 65.000 metri quadrati di superficie utile distribuiti su tre livelli e 160 punti di vendita tra negozi, ristoranti e attività legate all’intrattenimento. Sale cinematografiche, ristoranti, bar e altro ancora All’interno di Maximo trovano spazio l’Uci Luxe, un cinema con sette sale e 550 posti e McFit e Joy Village dotate di bowling, biliardi e gaming arena. Interno del Maximo Shopping Centre di Roma (fotografia, Paolo Camillucci) Maximo ospita 38 ristoranti con un percorso dedicato allo street food, bar, caffetterie, wine-bar, 17 attività artigianali e lo store Primark. Nel centro commerciale è presente anche una clinica veterinaria. La grande piazza aperta La grande piazza aperta su cui si affaccia la ristorazione si presta a ospitare, su una superficie complessiva di oltre 10.000 metri quadrati, eventi culturali, ricreativi e commerciali: un punto d’incontro tra Maximo e il quartiere Laurentino nel quadrante sud est di Roma. La corte centrale dello Shopping Centre (fotografia, Fabrizio Capolei) Il lungo percorso del progetto Il percorso per arrivare al taglio del nastro ha richiesto diverso tempo: Design International ha iniziato a lavorare a Maximo nel 2007 e fin dalle prime fasi ha collaborato con l’architetto Fabrizio Capolei dello studio romano Capolei Cavalli Architetti Associati, responsabile del progetto urbanistico e architettonico. L’impianto urbanistico del Maximo (fotografia, Fabrizio Capolei) Già dai primi schizzi e idee, i due studi di architettura hanno condiviso gli elementi su cui basare il progetto: luce naturale, grande visibilità delle vetrine, spazialità interna complessa e avvolgente. Al centro il visitatore Tutto è stato immaginato e disegnato partendo sempre dall’esperienza del visitatore, secondo una scala di valori che mette l’uomo al centro, circondandolo di fuochi visivi (le vetrine) in sequenza prospettica, creando il massimo contrasto tra pieni e vuoti, grazie alla tessitura dei lucernari che immergono di luce naturale lo spazio. La luce naturale è una componente fondamentale del progetto (fotografia, Paolo Camillucci) Gli architetti, dopo aver scartato un’architettura autoreferenziale, l’hanno resa sociale: il nuovo shopping centre appartiene infatti alla comunità e genera quel senso di ritrovo, definito da Davide Padoa, ceo di Design International, come “people building & meeting place”, un luogo per l’arricchimento sociale, la condivisione e la crescita del senso comune. Design International è stata fondata nel 1965 a Toronto. Ha costruito negli anni una solida reputazione nel campo del design, in particolare nell’ambito della retail architecture. È pioniere di alcuni tra i più innovativi concept architettonici, come la realizzazione di mall con coperture in vetro che privilegiano l’uso della luce naturale. Attualmente Design International sta sviluppando importanti progetti in Europa, India e Medio Oriente, e sta curando la realizzazione di nuove strutture mixed-use in Cina. Oltre alla sede centrale di Londra, Design International ha uffici a Milano, Shanghai e Dubai. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto