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Il pavimento può cambiare completamente la percezione di un ambiente e, in caso di ristrutturazione, è una delle cose che i committenti ci tengono a personalizzare. Ecco le alternative per avere un pavimento tutto nuovo. Indice degli argomenti: Sostituire un pavimento: demolizione dell’esistente e nuova posa Nuovo pavimento, sovrapposto a quello esistente Ristrutturazione del pavimento esistente La pavimentazione di casa ne determina l’atmosfera e, ancor più del colore delle pareti, può stravolgere la percezione di spazio e luminosità. Proprio per questo, in moltissimi casi di ristrutturazione il committente richiede la posa di un nuovo pavimento. In alcune circostanze si tratta di individuare un materiale o una texture che piacciano esteticamente di più, in altri si tratta di necessità concrete dovute a rotture o degrado della pavimentazione esistente. Qualsiasi sia la motivazione, le strade da percorre possono essere principalmente 2, la demolizione e sostituzione dell’esistente o la sovrapposizione di un nuovo pavimento. A queste, in realtà, se ne aggiunge una terza più conservativa: il recupero del pavimento esistente. Come scegliere allora? Sostituire un pavimento: demolizione dell’esistente e nuova posa La demolizione e la ricostruzione di un nuovo pavimento è un’opera invasiva che ha un certo costo. Molto spesso, oltretutto, non è sufficiente rimuovere semplicemente la finitura esistente, ma è necessario intervenire anche sul massetto sottostante, rendendolo adeguato alla posa della nuova pavimentazione. Questa operazione, nella maggior parte dei casi, è eseguita quando si devono realizzare anche opere quali la posa di un sistema di riscaldamento radiante, di uno strato di isolamento acustico o ancora la messa in sicurezza di un solaio. La prima operazione che è necessario svolgere è quella di rimozione dello strato di finitura, ad esempio le piastrelle. Una volta fatto, è possibile indagare lo stato del massetto esistente. Se in buone condizioni, si provvede ad eseguire un nuovo getto di poco spessore, necessario a livellare e uniformare la base per la nuova pavimentazione. Generalmente, si scelgono prodotti a rapida asciugatura e, una volta pronto il fondo, si procede con la posa del nuovo pavimento. A seconda dei lavori che si dovranno realizzare, inoltre, cambieranno anche le operazioni da svolgere a livello burocratico. Infatti, la sola sostituzione del pavimento è un intervento di manutenzione ordinaria e, come tale, non necessita di richiedere alcun tipo di autorizzazione presso il Comune. Nel caso in cui, invece, si intervenga sul massetto e si facciano modifiche agli impianti come accennato prima allora si passa alla categoria degli interventi di manutenzione straordinaria, che invece richiedono un titolo abilitativo, come una CILA. In questo caso, inoltre, si ha diritto di beneficiare del Bonus Ristrutturazioni, con detrazioni fiscali pari al 50% della spesa sostenuta per l’intervento. Nuovo pavimento, sovrapposto a quello esistente Per chi non vuole sostenere i lavori di demolizione e ricostruzione, c’è un’alternativa: quella di realizzare un nuovo pavimento sovrapposto a quello esistente. I motivi per valutare questa alternativa sono principalmente i costi e i tempi di realizzazione più contenuti. La prima cosa da fare, in questo caso, è verificare che la soluzione sia attuabile nella propria abitazione, considerando innanzitutto le altezze interne dei locali. Sovrapporre un nuovo pavimento a quello esistente, infatti, è ammesso solo se, a lavori conclusi, le altezze interne degli ambienti non si riducono oltre i 2,7 metri. Fanno eccezione a questo valore solo i locali di servizio, come corridoi, bagni e ripostigli. Un secondo aspetto da considerare per la fattibilità dell’intervento riguarda lo stato di conservazione della finitura esistente. Il supporto, infatti, deve essere liscio, regolare e piano, per posare la nuova pavimentazione senza incappare in problematiche quali la rottura o lo scollamento dei nuovi elementi posati. In molti casi si decide di procedere con uno strato di livellamento, ma è bene fare attenzione a non aumentare eccessivamente lo spessore aggiuntivo che si va a creare. Verificata la fattibilità e preparato il supporto, arriva il momento di scegliere i materiali più indicati per questo tipo di posa. A seconda della tipologia di installazione, con incollaggio o con pavimento flottante, esistono sul mercato prodotti specifici ed adeguati. Per i pavimenti flottanti, ad esempio, oggi si usa frequentemente il laminato, in grado di offrire anche elevatissima varietà in termini di colori e texture. Anche se la realizzazione di un pavimento sovrapposto ha un costo minore rispetto alla demolizione e ricostruzione (ancora di più nel caso di una soluzione flottante), vanno considerati anche alcuni altri fattori che possono incidere sul prezzo finale. Sovrapporre un pavimento, infatti, richiede anche di modificare porte e portefinestre, che dovranno essere alzate o adattate, se non cambiate. In generale, quindi, il consiglio è quello di valutare l’intervento sempre nella sua complessità, considerando anche quali altri lavori si dovranno svolgere. In caso di ristrutturazione importante, che tocca anche gli impianti, il consiglio è quello di optare per il rifacimento. Ristrutturazione del pavimento esistente Un’ultima considerazione da fare riguarda la ristrutturazione, o meglio, il recupero della pavimentazione esistente. Se ci si trova in un edificio con pavimenti di valore o di aspetto estetico interessante, ad esempio un parquet naturale o un pavimento in cotto originale, è possibile considerare di recuperare l’esistente, soprattutto se non si devono fare ulteriori lavori a livello strutturale e impiantistico. A seconda della tipologia di pavimento, si eseguono specifiche tecniche per la lucidatura, la pulizia, la stuccatura o la levigazione, tutte in grado di riportare “a nuovo” un vecchio pavimento. In questi casi è fondamentale rivolgersi a personale tecnico qualificato. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento