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Tecnologia Rubner Haus e ispirazione dal contesto naturale: con questi due elementi l’architetto Stefano Peluso ha realizzato un’opera iconica nel centro di Bressanone che fa da prolungamento in verticale ad una residenza del 2008, ampliato con due appartamenti aggiuntivi. Progettato un volume regolare in legno e vetro con affaccio mozzafiato sulla Valle Isarco: uno spettacolo della vista sia dentro che fuori a cura di Claudia Capperucci Nella zona residenziale di Bressanone, la necessità di ampliare un edificio privato ha dato vita ad una nuova architettura in legno e vetro che segue l’orografia del terreno e si proietta nello skyline con audacia e fierezza. Lo stesso impatto lo regala la vista mozzafiato che si goda dall’interno, grazie alle grandi finestre in vetro e alla posizione dell’edificio. L’ampliamento a firma di Stefano Peluso La prima costruzione risale al 2008, a questa i proprietari hanno chiesto all’architetto Stefano Peluso, autore già di altri progetti sul territorio, di accorpare due appartamenti di 70 mq per esigenze familiari. L’architetto ha quindi optato per la tecnologia Rubner Haus: gli appartamenti sono realizzati in legno (ottimo perché un materiale del territorio e anche per la sua leggerezza) con una struttura identica all’edificio preesistente, ma con orientamento diverso, ovvero la zona giorno con affaccio sulla valle e la zona notte nella zona posteriore. Al piano interrato troviamo un giardino-terrazza di circa 150 mq, a cui si affiancano le due terrazze del primo piano (15 e di 5 mq), una verso sud-est, l’altra a nord-ovest, e quella del secondo piano di 46 mq. Le terrazze sono schermate da listellature in legno che hanno la funzione di paravento. Un’architettura integrata nel contesto esistente L’architettura dell’edificio si distingue per le listellature verticali, il colore delle facciate e il tetto piano. Ma nonostante questi elementi di differenza l’edificio viene percepito come ben integrato nel contesto abitativo preesistente. “L’edificio sorge in un contesto piuttosto eclettico, luogo di sperimentazione sia sul tema della densità abitativa che del linguaggio architettonico”, spiega l’architetto Peluso. “L’area in oggetto ha subito negli ultimi anni un forte incremento della densità, soprattutto in tema di ampliamento di volumetria di edifici esistenti. È in questo quadro che si colloca l’intervento: si tratta, infatti, di un intervento di aumento di volumetria di un edificio esistente, quindi un classico esempio di “costruire sul costruito”. L’ampliamento si doveva confrontare con uno stato di fatto che nulla aveva a che fare con la “tradizione architettonica”, almeno non nel senso più scontato del termine. L’edificio originale era un interessante esempio di volume a tetto piano, dalle forme regolari e caratterizzato dall’utilizzo di un rivestimento di facciata in elementi verticali in legno, che rappresentava forse l’unico richiamo voluto e dichiarato alla tipologia tradizionale. Si è ritenuto indispensabile che il nuovo ampliamento prendesse le mosse dalle geometrie esistenti, rileggendone le forme ma, soprattutto, a differenza dello stato di fatto che risultava un volume piuttosto introverso, aprendosi totalmente verso il paesaggio circostante. Il risultato è stato un edificio regolare ed essenziale, organizzato intorno alle grandi terrazze e alle vetrate panoramiche. Il nuovo volume si inserisce nel territorio circostante in maniera misurata costruendo un nuovo sistema di prospettive e punti di vista”. Si potrebbe pensare che non sia stato facile agire in un contesto tale, ma non è stato così. Le uniche criticità sono risultate essere di tipo statico. L’edificio, infatti, si innesta su un volume esistente che non era stato pensato per essere ampliato sia in altezza sia come superficie. La scelta di realizzare una casa in legno ha ovviamente contribuito a ridurre i carichi verticali ed a razionalizzare il sistema costruttivo, dimostrandosi quindi la soluzione migliore anche dal punto di vista strutturale. L’edificio si apre totalmente verso il paesaggio, il tema centrale nella distribuzione degli spazi interni è la vista a 360° verso la valle. L’opera è il risultato di un’operazione di continuo dialogo con il contesto; quest’ultimo risulta essere l’unica fonte di ispirazione nella composizione dello spazio e delle geometrie. Trattandosi di un volume prefabbricato in legno si è optato per il legno anche come materiale per il rivestimento delle facciate. Gli elementi frangi-sole esterni ed i rivestimenti esterni sono in larice verniciato di colore nero, mentre le controsoffittature e rivestimenti interni in sono in legno di larice e di rovere naturale. Un fattore di coerenza che sicuramente contribuisce all’armonia d’insieme con l’ambiente naturale. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto