Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
A cura di: Fabiana Valentini L’acqua è uno dei beni più preziosi di cui disponiamo, eppure ogni anno va perduto oltre un terzo di questa risorsa fondamentale: secondo l’Istat, solo nel 2020 sono andati persi ben 41 metri cubi di acqua al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia/città metropolitana. Ciò significa che ogni anno le perdite d’acqua ammontano a 0,9 miliardi di metri cubi, per un totale del 36% di acqua potabile immessa in rete. I dati riportati dall’Istat mostrano un sistema di infrastrutture idriche trascurato e mal ridotto. L’eccessiva urbanizzazione ha avuto un impatto notevole sull’aumento della domanda idrica ed è per questo motivo che l’azione di potenziamento e miglioramento degli acquedotti è diventata oggetto di un importante finanziamento dal parte del Mims. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha assegnato 607 milioni di euro a 21 progetti il cui obiettivo è di ridurre le perdite idriche nella rete degli acquedotti italiani. Il finanziamento, nato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, permetterà di attrezzare entro il 31 dicembre 2024 ben 27.500 chilometri di condotte ad uso potabile con strumentazioni all’avanguardia per localizzare e ridurre le perdite. Limitare gli sprechi e gestire in modo ottimale le risorse idriche a disposizione: i fondi erogati dal Mims consentiranno di estendere gli interventi entro il 31 marzo 2026 ad ulteriori 41.700 chilometri di condotte. Il Ministro Enrico Giovannini dichiara: “Il potenziamento e il miglioramento della sicurezza nelle infrastrutture idriche, anche alla luce della crisi climatica, sono una priorità per il nostro Paese, per troppo tempo trascurata. Fin dall’anno scorso il Ministero ha messo in campo ingenti investimenti per complessivi 4,3 miliardi di euro, allo scopo di colmare il gap infrastrutturale rispetto alle esigenze del Paese e tra Nord e Sud” . Prosegue Giovannini: “Abbiamo concentrato le risorse su due filoni: la riduzione delle perdite di acqua potabile, indispensabile per assicurare un servizio essenziale per i cittadini, e il miglioramento della sicurezza dell’approvvigionamento idrico, per aumentare la resilienza delle grandi dighe esistenti e la loro funzionalità. Inoltre, gli investimenti sono stati accompagnati da una riforma, prevista dal Pnrr, del sistema di governance per assicurare la pianificazione degli interventi e da un nuove norme che consentiranno anche la realizzazione tempestiva degli interventi dei concessionari che gestiscono le grandi dighe”. Le proposte sono state selezionate da una Commissione mista composta da rappresentanti del Mims e di Arera, la quale ha vagliato 119 proposte inviate entro il 31 maggio 2022 e ha stilato una graduatoria disponibile sul portale della Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche. Il criterio di selezione è stato il seguente: L’efficacia delle singole proposte è stata valutata attraverso precisi criteri, basati sulla quantificazione delle variazioni dei macroindicatori generali di qualità tecnica fissati dall’Arera, i quali prendono in considerazione gli effetti di riduzione percentuale delle perdite idriche, la diminuzione dei periodi di interruzione del servizio e la qualità dell’acqua erogata. Come saranno distribuiti i fondi? Secondo quanto riportato dal Mims, sono undici gli interventi ammessi al finanziamento che interessano le regioni del nord e del centro Italia, per un investimento complessivo di 342 milioni di euro. Nel Mezzogiorno sono previsti dieci interventi (per un valore di 265 milioni di euro) nel rispetto della disposizione di legge che riserva almeno il 40% degli investimenti alle aree del sud Italia. 293 milioni di euro saranno assegnati invece nella seconda finestra temporale del bando che si chiuderà il prossimo ottobre. In questo modo potranno partecipare anche gli ambiti territoriali che hanno nel frattempo individuato il gestore del Servizio Idrico Integrato (ad esempio, il Molise, la Calabria, parte della Campania e della Sicilia). I fondi erogati nell’ambito del PNRR per la gestione delle reti idriche si aggiungono agli investimenti finanziati attraverso il programma europeo React-Eu pari a 480 milioni di euro con l’obiettivo di mettere in atto 17 interventi alla rete idrica in Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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