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Indice degli argomenti: Cosa si intende per impianto termico esistente Valutare la sostituzione di un impianto esistente Sostituire il generatore di calore Altri interventi da valutare quando si sostituisce l’impianto termico La sostituzione dell’impianto termico, nella maggior parte dei casi, avviene per guasti e inefficienze di quello esistente, che compromettono il comfort interno e un consumo contenuto di energia. Il tema si ricollega a quello delle detrazioni fiscali, appositamente pensate per incentivare quegli interventi che migliorano le prestazioni degli edifici esistenti. Ma il primo passo, in ogni caso, è quello di valutare la stato dell’arte e definire un progetto adeguato alla specifica situazione. Cosa si intende per impianto termico esistente È chiaro che, per procedere con la sostituzione dell’impianto termico è necessario che ve ne sia uno esistente che risponde alla definizione normativa di impianto termico. Il D.Lgs 48/2020 definisce un impianto termico un “impianto tecnologico fisso destinato ai servizi di climatizzazione invernale o estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria”. Dopo di che, la fonte energetica utilizzata, la tecnologia, le dimensioni e gli altri componenti del sistema non ne cambiano l’essere un impianto termico. Nella definizione, infatti, si intendono incluse anche tutte le componenti necessarie alla distribuzione del calore all’interno dell’edificio, nonché i sistemi di regolazione. Quando si sostituisce un impianto termico, perciò, è possibile intervenire su più componenti tecnologiche, che vanno dal generatore del calore, al sistema di termoregolazione. Valutare la sostituzione di un impianto esistente Il primo passo per la sostituzione dell’impianto termico esistente riguarda sicuramente la valutazione di quanto installato, considerandone l’affidabilità, ma anche l’efficienza. Oltre a dover rispettare tutti i requisiti normativi vigenti, un impianto deve anche garantire il massimo comfort interno e ridurre gli sprechi energetici. Un’attenzione importante se si considera che la maggior parte dell’energia consumata nel comparto civile è proprio attribuita alla climatizzazione degli edifici. Senza contare che un impianto inefficiente è anche causa di bollette elevate. Non è un caso, infatti, che la sostituzione degli impianti termici esistenti sia incentivata dal Governo: l’obiettivo è quello di permettere l’installazione diffusa di soluzioni energeticamente efficienti per il riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria. Quindi, in base all’età dell’impianto, al suo corretto funzionamento e alla sua efficienza, si valuta la convenienza della sostituzione, nella maggior parte dei casi quantificabile anche in termini economici. Questa analisi, ovviamente, è estesa a tutti i componenti del sistema di riscaldamento e viene fatta da un tecnico esperto. Sostituire il generatore di calore Nella maggior parte degli edifici esistenti sono installate caldaie a gas poco efficienti, per questo motivo l’intervento più diffuso consiste nella sostituzione del generatore, principale responsabile delle prestazioni di un sistema di riscaldamento. Sostituire la vecchia caldaia a gas può essere fatto con diverse alternative, che un termotecnico provvede a valutare e selezionare, anche in termini di potenze necessarie e di costi. L’obiettivo è sicuramente quello di bilanciare la sostenibilità economica dell’intervento, con i risultati ottenuti in termini di efficienza energetica. Le soluzioni più diffuse sono sicuramente le caldaie a condensazione, le pompe di calore o i sistemi ibridi, a cui si aggiungono anche alternative quali gli impianti a biomassa e il teleriscaldamento. Tutti questi impianti sono compatibili con la maggior parte dei componenti esistenti e, di conseguenza, potrebbe non essere necessario effettuare ulteriori interventi. In questo caso, però, si rinuncia generalmente alle massime performance del nuovo sistema, raggiungibili solo mediante sostituzioni integrali del sistema di riscaldamento. Altri interventi da valutare quando si sostituisce l’impianto termico Come anticipato, oltre al generatore di calore, un impianto si compone di altri sistemi e dispositivi necessari per distribuire il calore in casa. Si parla, quindi, di sistemi di distribuzione, erogazione e regolazione del calore. In un progetto di riqualificazione energetica, infatti, non è sufficiente cambiare la caldaia a gas esistente, è necessario verificare ad esempio l’isolamento delle tubazioni idrauliche, lo stato dei termosifoni e la tipologia di sistema di monitoraggio installato (termostato). Infatti, il bilancio finale si ottiene valutando sì le prestazioni del generatore installato, ma in relazione al resto dei componenti presenti. Ad esempio, le pompe di calore o le caldaie a condensazione, offrono i massimi benefici in termini di risparmio energetico quando combinate con sistemi a bassa temperatura, come i pavimenti radianti. Anche il sistema di termoregolazione può fare la differenza e oggi il mercato propone soluzioni “smart” per il controllo avanzato degli impianti, anche da remoto. Questo non significa che non si possa procedere con la sola sostituzione della caldaia, con impianti in ogni caso più performanti. Infine, la sostituzione dell’impianto termico potrebbe essere combinata all’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, come il fotovoltaico e il solare termico. È chiaro che questi interventi possono essere anche molto onerosi. Nelle spese, infatti, vanno considerate sia quelle di acquisto e installazione del nuovo impianto che, in caso di intervento integrale sul sistema di riscaldamento, anche delle opere accessorie necessarie. Per renderli più sostenibili, anche da un punto di vista economico, è possibile accedere ad apposite detrazioni fiscali, come ad esempio l’Ecobonus, con percentuali di detrazione che variano dal 50% all’85% nel caso di interventi su spazi condominiali. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento