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A cura di: Andrea Ballocchi Indice degli argomenti: Efficienza energetica nell’industria: bene, ma si può (e si deve) fare di più Il contesto è critico tra scenario geopolitico, caro prezzi e povertà energetica Efficienza energetica in Italia: il ruolo dell’ecobonus e del Superbonus Malgrado tutto, l’efficienza energetica in Italia si muove. Lo ricorda il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica realizzato da ENEA. Giunto alla undicesima edizione, ha analizzato lo stato dell’arte e l’evoluzione delle misure specifiche a livello nazionale. Solo considerando gli investimenti attivati nel 2021 si sono raggiunti i 23,7 miliardi di euro da ecobonus e superbonus 110%. Nel primo caso sono stati mobilitati circa 7,5 miliardi di euro (+126% rispetto al 2020), mentre nel caso del Superbonus, a fine 2021, il numero totale delle asseverazioni è pari a 95.718 unità, per un totale di circa 16,2 miliardi di euro di investimenti ammessi a finanziamento. Si conferma così il valore dell’efficienza, «un fattore chiave per accelerare la transizione energetica e centrare gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi sul clima», ha sottolineato il presidente ENEA, Gilberto Dialuce nel corso della presentazione del report. Efficienza energetica nell’industria: bene, ma si può (e si deve) fare di più Un’altra buona notizia riguarda l’efficienza energetica nel settore industriale, in particolare nell’asservimento dell’articolo 7 della direttiva 2012/27/UE sui regimi obbligatori di efficienza energetica. Nel 2021 grazie alle misure attualmente in vigore è stato generato un risparmio energetico pari a 1,13 Mtep pari più o meno al 90% dell’obiettivo indicativo per il 2021 fissato dal PNIEC. Sempre per quanto riguarda i risparmi energetici in industria al 2021 sono state caricate sul portale dedicato 609 diagnosi energetiche da parte di 469 aziende, un dato in lieve calo rispetto al 2020. I risparmi realizzati per mezzo delle diagnosi sono stati effettuati 276 interventi per un risparmio di 2,8 ktep di energia finale e 19,3 ktep di energia primaria. In termini potenziali i margini di risparmio potrebbero essere il triplo di quelli ottenuti. Il contesto è critico tra scenario geopolitico, caro prezzi e povertà energetica Accanto alle parziali buone notizie, il quadro più ampio non è idilliaco. Tutt’altro. Intanto c’è da considerare lo scenario attuale: «stiamo attraversando una fase di crisi profonda caratterizzata da molteplici emergenze collegate tra loro non solo sul punto dal punto di vista energetico, ma anche economico e sociale», ha ricordato Alessandro Fiorini, del Laboratorio Monitoraggio politiche energetiche per l’efficienza energetica dell’ENEA. È stato lui a segnalare che nel terzo trimestre del 2021 i pezzi di petrolio e di gas naturale hanno iniziato a crescere e la situazione è peggiorata a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. «Le prospettive economiche anche per il 2023 non sono rosee perché le concause hanno impattato su famiglie e imprese. A settembre scorso l’inflazione su energia elettrica gas e combustibili per il riscaldamento domestico ha toccato il 45%, su base tendenziale; per le imprese l’incremento dei prezzi degli input energetici ha toccato nello stesso periodo 135%». Lo stesso Fiorini ha ricordato, riprendendo quanto posto nel report, anche il fenomeno della povertà energetica, che grava su 2,1 milioni di famiglie. E anche se risulta in calo (colpisce l’8% delle famiglie italiane nel 2020 rispetto all’8,5% del 2019) l’ultimo aggiornamento OIPE dice il contrario. Ecco allora la necessità di una «pervasiva implementazione dell’efficienza energetica (in Italia e in Europa) come chiave per affrontare le principali criticità che vengono poste da questa da questa crisi, provvedendo anche alla decarbonizzazione e agli obiettivi 2050». Si dovrebbe puntare in maniera più sensibile sull’efficienza energetica. Insieme a elettrificazione e a un uso più spinto delle fonti rinnovabili nell’industria, “potrebbero portare a un taglio di 35 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030, un risultato che supera di gran lunga gli obiettivi del pacchetto Fit for 55%. Di questi, più del 60% (circa 22 miliardi di metri cubi) riguarderanno l’industria dei minerali non metallici, del cemento, del vetro e della ceramica, dei prodotti chimici e nelle raffinerie. Anche i cittadini avranno un ruolo significativo nel processo di riduzione del peso dei combustibili fossili e nella transizione verde attraverso il cambiamento delle proprie azioni individuali” Segnala il report. Già solo da misure di risparmio energetico in ambito domestico, «sarebbe possibile risparmiare qualcosa come 2,7 miliardi di metri cubi di gas», ha rilevato ancora Dialuce, che ha posto attenzione sul grande valore dell’efficienza energetica. «Grazie alle misure attuate è stato possibile evitare importazioni di gas e petrolio in una misura quadruplicata tra 2020 e 2021. Il non attuare queste misure comporterebbe una spesa di circa 700 milioni di euro. Da qui l’importanza dell’efficienza energetica, che va spinta ancor più ai massimi livelli», come anche la Commissione Europea ha richiesto e stimolato ulteriormente i Paesi membri. Efficienza energetica in Italia: il ruolo dell’ecobonus e del Superbonus Le misure incentivanti per stimolare interventi di efficienza energetica in Italia sul fronte residenziali hanno sortito un notevole dinamismo. Solo in termini di detrazioni fiscali esse hanno pesato per il 46% sui risparmi conseguiti, trainando di fatto l’intero comparto. Ci sono poi le misure dedicate alla mobilità sostenibile (29%), i Certificati bianchi (11%), il conto termico (7%) tra quelle più importanti. Sul fronte ecobonus, il meccanismo introdotto nel 2007 per incentivare l’efficienza energetica negli usi finali, il report ENEA evidenzia un raddoppio degli interventi rispetto al 2020, superando la soglia del milione (1,04 milioni), con un risparmio complessivo di 2.652 GWh/anno. Occorre pensare che dal 2007 sono stati 5,5 milioni gli interventi, a fronte di 53 miliardi di investimenti. Nella disamina degli interventi, per la maggior parte si è trattato di lavori per installare impianti di riscaldamento più efficienti (3,5 miliardi di euro) e per sostituire i serramenti (2,4 miliardi di euro). Sono stati 725 i milioni di euro stati investiti per installare il cappotto termico, 513 milioni per le schermature solari e 164 milioni per la riqualificazione globale degli immobili. Lo scorso anno sono pervenute all’Agenzia Nazionale oltre 680 mila richieste per la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale, più di 210 mila per la sostituzione dei serramenti e circa 120 mila per l’installazione di schermature solari. Dall’avvio della misura, il numero di interventi incentivati dall’ecobonus è pari a circa 5,5 milioni con un risparmio complessivo di oltre 21.600 GWh/anno, derivanti soprattutto da interventi parziali su singole unità immobiliari. In termini di investimenti, nel 2021 sono stati mobilitati circa 7,5 miliardi di euro (+126% rispetto al 2020). Gli investimenti attivati a partire dal 2007 ammontano a circa 53 miliardi, di cui 31,2 miliardi dal 2014. Per quanto riguarda il Superbonus 110% i dati ENEA al 2021 evidenziano che il numero totale di cantieri aperti è stato pari a 95.718, con 16,2 miliardi di euro di investimenti ammessi. Gli interventi hanno riguardato per il 15% gli edifici condominiali, per il 52,2% gli edifici costituiti da una singola unità immobiliare e per il 32,8% le unità immobiliari funzionalmente indipendenti presenti all’interno di edifici condominiali. In termini di investimenti connessi agli interventi, le percentuali cambiano in modo significativo: il 47,9% riguarda i condomini, il 33,5% gli edifici unifamiliari e il 32,8% le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. In base alle ultime stime disponibili (al 30 novembre 2022), il numero di cantieri aperti era pari a circa 340 mila per un totale di oltre 58 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione. 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