Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Indice degli argomenti: Bonus mobili confermato nel 2024: ecco cosa cambia e come funziona Bonus mobili, com’è cambiato il limite di spesa I requisiti per richiedere il bonus mobili nel 2024 L’elenco di lavori e interventi che danno diritto alla detrazione del 50% Bonus mobili su due appartamenti, cosa ha stabilito l’Agenzia delle Entrate Il bonus mobili ed elettrodomestici si conferma una delle agevolazioni più importanti per chi intende rinnovare la propria casa. Prorogato per tutto il 2024, il bonus mobili consiste nella detrazione Irpef del 50% da indicare nella Dichiarazione dei redditi, con la quale recuperare – in 10 anni – parte della spesa sostenuta per l’arredamento. Rispetto all’anno passato, tuttavia, ci sono alcune novità che i contribuenti devono conoscere per non incorrere in errori e rischiare di perdere l’agevolazione fiscale. Di seguito la panoramica completa dei requisiti previsti per il 2024 e cosa cambia rispetto agli anni passati, dai limiti di spesa alle tempistiche per eseguire gli interventi di ristrutturazione edilizia. Bonus mobili confermato nel 2024: ecco cosa cambia e come funziona Superbonus, bonus barriere architettoniche e bonus mobili ed elettrodomestici sono le agevolazioni fiscali che subiranno le novità più importanti nel nuovo anno. Il 2024 porta con sé un ridimensionamento della spesa pubblica che colpisce in modo particolare i bonus edilizi precedentemente in vigore. La buona notizia è che, fino al 31 dicembre 2024, il bonus mobili e grandi elettrodomestici resta in vigore con gli stessi requisiti degli anni passati. Ciò vuol dire che chi intende beneficiarne deve: aver eseguito interventi di restauro, risanamento, ristrutturazione edilizia entro l’anno precedente alla richiesta del bonus aver pagato le fatture tramite mezzi tracciabili rispettare le indicazioni circa la classe energetica dei grandi elettrochimici, come stabilito nella Guida generale dell’Agenzia delle entrate sul bonus mobili La maxi agevolazione, anche per il 2024, consente di portare in detrazione il 50% della spesa sostenuta per l’acquisto di mobili (come letti, tavoli, librerie, scrivanie e così via) ed elettrodomestici “bianchi” (frigoriferi, lavatrici, condizionatori). Per il 2024 la detrazione si calcola sull’importo massimo di 5.000 (comprensivo delle spese di trasporto e montaggio) da ripartire in dieci quote di pari importo in dieci anni. Bonus mobili, com’è cambiato il limite di spesa Il tetto massimo di spesa entro il quale calcolare l’agevolazione fiscale ha subito una sensibile modifica. Rispetto agli anni passati, tale limite è stato ridotto ulteriormente, passando dagli 8.000 euro previsti nel 2023 ai 5.000 previsti nel 2024. A titolo informativo, ecco come e di quanto il tetto di spesa per il bonus mobili è stato modificato nel corso degli anni: 16.000 euro nel 2021 10.000 euro nel 2022 8.000 euro nel 2023 5.000 euro nel 2024 I requisiti per richiedere il bonus mobili nel 2024 Se, da un lato, cambia il tetto di spesa previsto dalla legge, restano invariati i requisiti per ottenere la maxi detrazione su mobili ed elettrodomestici. La detrazione Irpef del 50% è prevista per i contribuenti che eseguono lavori di ristrutturazione edilizia e che acquistano mobili e grandi elettrodomestici di classe alta. La classe energetica è un requisito imprescindibile per ottenere il bonus mobili 2024: deve essere non inferiore alla A per i forni, E per lavatrici, asciugatrici e lavastoviglie, F per frigoriferi e congelatori. Altro requisito da rispettare è di carattere temporale. Per ottenere il bonus mobili nel 2024, i lavori di ristrutturazione edilizia devono aver avuto inizio dal 1° gennaio 2023. L’elenco di lavori e interventi che danno diritto alla detrazione del 50% Sono tanti gli interventi di recupero del patrimonio edilizio che consentono di detrarre la spesa per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Ecco gli interventi previsti dall’Agenzia delle Entrate che danno diritto al bonus mobili nel 2024: interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo lavori di ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti (la semplice tinteggiatura di pareti e soffitti o il rifacimento di intonaci interni non danno diritto alla detrazione fiscale) messa in sicurezza, ricostruzione o ripristino di edifici danneggiati da eventi calamitosi, ad esempio in caso di terremoto restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia di interi fabbricati eseguiti da imprese di costruzione o cooperative edilizie a patto che assegnino l’immobile entro 18 mesi dal termine dei lavori manutenzione straordinaria e ordinaria su parti comuni in condominio (questo è l’unico caso in cui la legge permette di detrarre gli interventi “ordinari”, ad esempio la riparazione di porte e portoni) Bonus mobili su due appartamenti, cosa ha stabilito l’Agenzia delle Entrate Nel nuovo anno l’Agenzia delle Entrate ha fornito ai contribuenti un chiarimento molto importante riguardo alla possibilità di beneficiare del bonus mobili su due distinti appartamenti. La rivista telematica dell’AdE, Fisco Oggi, ha risposto in via definitiva al seguente quesito: Ho ristrutturato la mia abitazione e ne ho acquistata un’altra che, a fine lavori, sarà accorpata. Come mi comporto quando il prossimo anno dovrò inserire l’acquisto dei mobili nella precompilata? Attualmente sono su due unità immobiliare censite separatamente. Avrò quindi diritto a due bonus per un massimo di 8.000 ciascuno? Nel rispondere, l’Agenzia delle Entrate ha innanzitutto precisato che il letto di spesa per il 2024 non è più di 8.000 euro ma è stato ridimensionato a 5.000 euro. E per quanto riguarda la possibilità di richiedere due volte il bonus mobili, la risposta è affermativa: il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari può avere la detrazione più volte. Via libera dunque al bonus mobili tante volte quanti sono i lavori di ristrutturazione straordinaria, restauro conservativo e messa in sicurezza eseguiti. 10/04/2023 Bonus Mobili 2023: tutti gli acquisti agevolabili al 50% Il Bonus Mobili ed elettrodomestici permette di arredare l’immobile appena ristrutturato, al 50% delle spese sostenute fino a 8.000 euro. a cura di Arch. Emanuele Meloni Indice degli argomenti Toggle Bonus mobili confermato nel 2024: ecco cosa cambia e come funzionaBonus mobili, com’è cambiato il limite di spesaI requisiti per richiedere il bonus mobili nel 2024L’elenco di lavori e interventi che danno diritto alla detrazione del 50%Bonus mobili su due appartamenti, cosa ha stabilito l’Agenzia delle EntrateBonus Mobili 2023: tutti gli acquisti agevolabili al 50%Chi ha diritto al bonus mobili 2023?Bonus Mobili ed elettrodomestici al 50%Quali sono gli interventi che danno diritto al bonus mobili?Come funziona il bonus mobili nel 2023?Gli acquisti incentivabiliClasse energetica degli elettrodomesticiCome effettuare i pagamenti per ottenere il bonus mobiliInvio della comunicazione ad ENEAErrori nell’invio dei dati Abbiamo appena terminato dei lavori di ristrutturazione del nostro appartamento e vogliamo arredarlo con mobili ed elettrodomestici nuovi per rinnovarne l’estetica e l’efficienza. Bene, il Bonus Mobili ed elettrodomestici fa al caso nostro. Permette infatti di detrarre il 50% delle spese fino a un massimo di 8.000 euro (per tutto il 2023, poi scende a 5.000). Chi ha diritto al bonus mobili 2023? Per usufruire del bonus mobili occorre siano stati eseguiti interventi edilizi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti o parti comuni di edifici residenziali (in questo caso vale anche la manutenzione ordinaria) a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni. Può beneficiare della detrazione chi acquista entro il 31 dicembre 2024 mobili ed elettrodomestici con classe energetica uguale o superiore alla: A per i forni, E per lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie, F per frigoriferi e congelatori. Il Bonus Mobili 2023 va d’accordo con il Bonus Ristrutturazioni, il Sismabonus e il Superbonus, ma non con l’Ecobonus. Vediamone tutti i dettagli. Bonus Mobili ed elettrodomestici al 50% Introdotto con l’art. 16, comma 2, del D.L. n. 63/2013 e riconfermato dalle successive Leggi di Bilancio, il Bonus Mobili ed elettrodomestici consiste in una detrazione Irpef del 50% per le spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. La legge di Bilancio 2023 ha confermato la misura fino al 2024 e ha innalzato il tetto di spesa da 5.000 a 8.000 euro per il solo anno 2023 (per il 2024 rimane invariato il tetto dei 5.000 euro, come previsto dalla legge di Bilancio 2022). Il limite è considerato al netto delle spese sostenute nell’anno precedente per le quali si è fruito della detrazione. Ricordiamo che la detrazione fiscale va ripartita tra gli aventi diritto in 10 quote annuali di pari importo. Si può usufruire della detrazione (o ricorrere in alternativa alla cessione del credito/sconto in fattura) per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (forni, lavatrici, lavasciugatrici, lavastoviglie, frigoriferi, congelatori) destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. L’agevolazione spetta per gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2024 e può essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni. Il limite di spesa (8.000 euro per il 2023 e 5.000 euro per il 2024) riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Quindi, il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio. La detrazione non utilizzata in tutto o in parte non si trasferisce né in caso di decesso del contribuente né in caso di cessione dell’immobile oggetto di intervento di recupero edilizio. Per l’accesso al Bonus Mobili, requisito fondamentale è l’aver messo in atto interventi di recupero del patrimonio edilizio (come quelli che accedono al Bonus Ristrutturazioni) si effettuano sulle singole unità abitative sia su parti comuni di edifici condominiali che andranno riempite di mobilio ed elettrodomestici. Ricordiamo che i bonus si estendono anche agli immobili pignorati e poi venduti all’asta. Quali sono gli interventi che danno diritto al bonus mobili? Si può usufruire del bonus al 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, se l’immobile è oggetto almeno di uno dei seguenti interventi edilizi: manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti o parti comuni di edifici residenziali. I lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) non danno diritto al bonus mobili; ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza; manutenzione ordinaria su parti comuni di edifici residenziali. Quelli su singoli appartamenti non danno diritto al bonus mobili. Come precisato dall’Agenzia delle entrate nella circolare n. 30/2020, il bonus mobili spetta anche ai contribuenti che usufruiscono del Sismabonus, per gli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico, nonché, per le spese sostenute dal 1° luglio 2020, del Superbonus di cui al comma 4 dell’articolo 119 del decreto-legge n. 34/2020. Interventi che danno diritto al bonus mobili Per ottenere il bonus mobili è necessario che la data d’inizio lavori preceda quella in cui si acquistano i beni. Non è fondamentale, invece, che le spese di recupero del patrimonio edilizio siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile. È possibile accedere al bonus mobili anche se i beni sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio: se ristrutturo il bagno posso acquistare mobili per arredare la camera. La realizzazione di lavori di ristrutturazione sulle parti comuni condominiali consente ai singoli condòmini (che usufruiscono pro quota della relativa detrazione) di detrarre le spese sostenute per acquistare gli arredi delle parti comuni, come guardiole oppure l’appartamento del portiere, ma non consente loro di detrarre le spese per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici per la propria unità immobiliare. La data di avvio dei lavori può essere dimostrata da eventuali abilitazioni amministrative (SCIA o CILA) o dalla comunicazione preventiva all’Asl, se obbligatoria. Per gli interventi di edilizia libera che non necessitano di comunicazioni o titoli abilitativi, è sufficiente un’autocertificazione (dichiarazione sostitutiva atto di notorietà ai sensi dell’art. 47 del DPR 445/2000). Non danno diritto al bonus mobili ed elettrodomestici gli interventi che fruiscono dell’Ecobonus o la realizzazione di posti auto o box pertinenziali. Come funziona il bonus mobili nel 2023? Gli acquisti incentivabili La detrazione al 50% delle spese, spetta per l’acquisto di: mobili nuovi grandi elettrodomestici nuovi non inferiori alle classi energetiche previste. Come funziona il bonus mobili? Rientrano tra i mobili agevolabili col bonus mobili: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione che costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Non sono agevolabili con bonus mobili, invece, gli acquisti di: porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, nonché di altri complementi di arredo. È agevolabile con bonus mobili l’acquisto di grandi elettrodomestici (elencati nella DIRETTIVA 2012/19/UE sui rifiuti RAEE), come ad esempio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. La norma limita il beneficio all’acquisto delle apparecchiature dotate di etichetta energetica di classe, non inferiore a: classe A per i forni; classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie; classe F per i frigoriferi e i congelatori. Gli elettrodomestici sprovvisti di etichetta energetica sono agevolabili solo se per quella tipologia non sia ancora previsto l’obbligo di etichetta energetica. Nell’importo delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici possono essere considerate anche le spese di trasporto e montaggio dei beni acquistati, purché le spese stesse siano state sostenute con le modalità di pagamento richieste per fruire della detrazione (bonifico, carte di credito o di debito). Classe energetica degli elettrodomestici L’etichetta energetica, introdotta in Italia a partire dal 1998, ha subito negli anni alcune modifiche e oggi è obbligatoria per i seguenti apparecchi immessi sul mercato comunitario: frigoriferi e congelatori, lavatrici, lavasciugatrici, asciugatrici, lavastoviglie, forni, cappe da cucina, sorgenti luminose, condizionatori d’aria, televisori e monitor, caldaie e scaldaacqua, stufe e caminetti, frigoriferi e congelatori con funzione di vendita diretta, armadi frigoriferi professionali, unità di ventilazione residenziali. Dal primo marzo 2021, è entrata in vigore la nuova etichettatura energetica che elimina le classi A+, A++ e A+++, come decisa dalla Commissione Europea (regolamento UE 2017/1369) per la necessità di aggiornare il quadro relativo all’etichettatura energetica e migliorarne l’efficacia. La nuova scala, che va dalla classe energetica G alla A (più virtuosa) vale per gli elettrodomestici e parte dell’elettronica di consumo quali lavastoviglie, lavatrici, frigoriferi, tv, display e lampadine. Importante novità è anche la presenza di un QR-code grazie al quale i consumatori potranno ottenere informazioni supplementari (non commerciali) attraverso la scansione con uno smartphone comune. I dati saranno inseriti dai fabbricanti nella banca dati europea EPREL cui tutti i cittadini europei potranno accedere. Come effettuare i pagamenti per ottenere il bonus mobili Per avere la detrazione occorre effettuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento. Se il pagamento è disposto con bonifico bancario o postale, non è necessario utilizzare quello (soggetto a ritenuta) appositamente predisposto da banche e Poste S.p.a. per le spese di ristrutturazione edilizia (cd. Bonifico parlante). La detrazione è ammessa anche se i beni sono stati acquistati con un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento.I documenti da conservare sono: l’attestazione del pagamento (ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente); le fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti. Si precisa che lo scontrino riportante il codice fiscale dell’acquirente, insieme all’indicazione della natura, della qualità e quantità dei beni acquistati, è equivalente alla fattura. Rispettando tutte queste prescrizioni, la detrazione può essere fruita anche nel caso di mobili e grandi elettrodomestici acquistati all’estero. Va sottolineato che fare un bonifico con causale errata non impedisce l’accesso agli incentivi, a parità di ritenuta. L’aver, infatti, eseguito il bonifico ai sensi della legge 296/2006 (riqualificazione energetica – Ecobonus) invece che ai sensi del DPR 917/86 (ristrutturazioni edilizie – Bonus Casa) e viceversa, è un errore tollerato: in entrambi i casi la banca intermediaria opera la ritenuta dell’8%. A tal proposito, si veda la Circolare n.11/E del 21 maggio 2014 dell’Agenzia delle Entrate al punto 4.5. Ricordiamo che, in luogo alla detrazione diretta è possibile optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito. In entrambi i casi, dal 12 novembre 2021 è previsto l’obbligo per il contribuente di richiedere: il visto di conformitàdei dati relativi alla documentazione, che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta l’attestazione della congruità delle spese sostenute, da parte dei tecnici abilitati L’obbligo di richiedere visto di conformità e attestazione della congruità delle spese non sussiste per gli interventi di edilizia libera o se di importo complessivo non superiore a 10.000 euro. Invio della comunicazione ad ENEA Gli acquisti di alcuni elettrodomestici, per i quali si può usufruire del bonus mobili (forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici) vanno comunicati all’Enea entro il termine di 90 giorni – a partire dalla data di ultimazione dei lavori sulla pagina dedicata ENEA bonus fiscali. Per “data di fine lavori” si può considerare la dichiarazione di fine lavori a cura del direttore dei lavori quando prevista, la data di collaudo anche parziale, la data della dichiarazione di conformità quando prevista. Per gli elettrodomestici si può considerare la data del bonifico. In ogni caso non può ritenersi valida un’autocertificazione del contribuente (Circolare 23.04.2010 n. 21/E, risposta 3.1). La mancata o tardiva trasmissione non implica, tuttavia, la perdita del diritto alle detrazioni (Risoluzione n. 46/E del 18 aprile 2019).La comunicazione può essere effettuata: direttamente dal beneficiario della detrazione fiscale dall’intermediario (ad es. tecnico o amministratore di condominio) per conto del beneficiario o di persona giuridica (ad es. condominio) Solo per alcuni interventi dell’ecobonus (i casi sono precisati nei vademecum) la scheda descrittiva dev’essere compilata e sottoscritta da un tecnico abilitato. Tutte le informazioni sull’invio della comunicazione sono disponibili sul sito dell’Enea, alla pagina dedicata al “Bonus casa”. I passi da seguire, per trasmettere i dati relativi al Bonus Mobili, sono: FASE 0: Registrazione dell’utente e accesso al portale FASE 1: Dati del beneficiario FASE 2: Dati dell’immobile FASE 3: Dati dell’intervento FASE 4: Verifica, invio e stampa Se la trasmissione è andata a buon fine, viene assegnato un codice CPID. In merito alla ricevuta di avvenuta corretta trasmissione ad ENEA della scheda descrittiva degli interventi che accedono alle detrazioni fiscali per Ecobonus e Bonus Casa, si cita la circolare n.7/E del 25 giugno 2021 dell’Agenzia delle entrate che, a pag. 423 recita: “L’ENEA attesta di aver ricevuto correttamente la scheda inviando al contribuente interessato una e-mail di conferma che deve essere conservata per fruire della detrazione. Per l’attestazione della corretta trasmissione è sufficiente anche la stampa della “scheda descrittiva” dell’intervento riportante il codice CPID (Codice Personale Identificativo) e la data di trasmissione. Il codice CPID viene assegnato, infatti, quando la trasmissione dei dati è andata a buon fine.” Il codice CPID è riportato in testa alla scheda descrittiva e in più viene scritto a margine di ciascuna pagina assieme alla data di trasmissione. Inserimento dei dati dell’intervento (in questo caso elettrodomestici) nel portale ENEA Gli utenti che hanno trasmesso direttamente le schede descrittive degli interventi, senza l’ausilio di un intermediario, o i soggetti intermediari per conto dei loro clienti, accedendo alla propria area personale hanno la possibilità di stampare le medesime assieme alle ricevute di trasmissione. È attualmente possibile trasmettere i dati degli interventi con data di fine lavori nel 2022 e nel 2023. Errori nell’invio dei dati Nel caso in cui, dopo l’invio all’ENEA, ci si accorga di errori materiali commessi in fase di compilazione della scheda o qualora siano stati indicati importi di spesa diversi da quelli precedentemente comunicati, è possibile rettificare i dati anche oltre il termine dei 90 giorni dalla fine dei lavori – ma non oltre quello di presentazione della dichiarazione dei redditi nella quale la spesa può essere portata in detrazione – mediante l’invio telematico della scheda che annulla e sostituisce la precedente. Si precisa che non è necessario rettificare la scheda inviata qualora: sia stato indicato un soggetto diverso da quello che risulta intestatario delle fatture e dei bonifici relativi alle spese agevolate; non sia stato indicato che più soggetti possono beneficiare della detrazione in esame. In tali casi, infatti, è sufficiente che il contribuente dimostri di essere in possesso dei documenti (fatture e bonifici) che attestano il sostenimento dell’onere e la misura in cui tale onere è stato effettivamente sostenuto. Per approfondire: Agenzia delle Entrate, Guida Bonus Mobili, gennaio 2023 Agenzia delle Entrate, CIRCOLARE N. 28/E, luglio 2022 Agenzia delle Entrate, CIRCOLARE N. 7/E, giugno 2021 Agenzia delle Entrate, Risoluzione n. 46/E, aprile 2019 Agenzia delle Entrate, CIRCOLARE N. 11/E, maggio 2014 Commissione Europea, REGOLAMENTO (UE) 2017/1369, luglio 2017 Parlamento Europeo, DIRETTIVA 2012/19/UE, luglio 2012 ENEA, Guida Rapida per il Bonus Casa, ottobre 2021 ENEA, L’etichetta energetica, 2021 ENEA, FAQ Bonus Casa Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento