Umidità residua: cos’è e come prevenirla con i giusti accorgimenti

L’umidità residua, anche detta umidità da costruzione, è causata dalla presenza di acqua nei materiali da costruzione e, nelle giuste condizioni, evapora in modo naturale dopo la posa in opera. Vediamo nello specifico di cosa si tratta e che problematiche possono nascere se non si presta la giusta attenzione in fase di realizzazione dell’edificio.

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Che cos’è l’umidità residua o umidità da costruzione

L’umidità è un nemico per il benessere e la conservazione di ogni edificio. Si possono distinguere diverse tipologie di umidità, a seconda della loro causa d’origine, che in alcuni casi può essere riconducibile alla costruzione stessa della struttura. Muffa e altre forme di degrado possono essere la conseguenza diretta di questi fenomeni, fino alla compromissione della durabilità dei componenti edilizi e del comfort interno. L’umidità, infatti, è pericolosa anche per la salubrità dell’aria interna e per il benessere delle persone che vivono ogni giorno quegli ambienti.

Cosa incide sull’umidità residua dei materiali

Ciò che influisce sull’umidità residua è innanzitutto la composizione del materiale stesso. È il motivo per cui in cantiere è necessario un tempo utile per l’asciugatura delle opere in calcestruzzo, mentre ciò non avviene nel caso delle strutture in metallo.

Umidità del calcestruzzo

Ma la tipologia di materiale non è l’unica cosa che incide sulla quantità di acqua che si accumula nei prodotti edili.

Un altro fattore particolarmente influente, infatti, sono le condizioni ambientali durante la fase di costruzione. Pioggia, neve, ma più in generale fattori quali temperatura e umidità relativa sono sicuramente fonte di un aumento dell’umidità residua finale.

Nella maggior parte dei casi, l’umidità residua è presente anche nei mesi successivi alla costruzione, anche fino ad un anno, manifestando eventuali “sintomi” visibili. Ne sono esempio criticità quali muffa, umidità interna dell’aria elevata e odore di umidità. Una situazione che si verifica molto più spesso nel caso delle nuove costruzioni, rispetto alle ristrutturazioni, in cui le strutture sono quelle originali e si interviene su componenti come isolamenti e infissi.

In questa seconda casistica, però, molto spesso il problema dell’umidità è comunque presente, solo in altra forma, come ad esempio a causa di problemi di infiltrazioni.

Come si misura l’umidità residua nelle nuove costruzioni?

L’umidità residua nelle costruzioni viene misurata mediante dispositivi, utilizzati anche in fase di cantiere, funzionali alla verifica dell’umidità dei massetti.

Nello specifico, la norma UNI 10329 consiglia l’utilizzo dell’igrometro a carburo di calcio e il campionamento in corrispondenza delle zone più umide dei locali, individuabili mediante igrometri elettrici o capacitivi. 

La prova consiste nel provocare una reazione chimica tra l’acqua contenuta all’interno del campione e il carburo di calcio per formare acetilene. La reazione chimica avviene all’interno di un contenitore cilindrico munito di manometro che misura la pressione e determina la quantità di umidità effettiva.

Come misurare l'umidità residua

La termografia, invece, permette di monitorare le condizioni delle murature, valutando eventuali differenze di temperatura che si verificano in corrispondenza di un accumulo di umidità. 

Come prevenire l’umidità da costruzione?

Al di là della metodologia di verifica scelta, un contenuto troppo elevato di umidità è dannoso per le strutture, che devono essere opportunamente asciugate, tramite tecniche di deumidificazione.

L’umidità residua diventa una problematica da risolvere nel momento in cui non si rispettano alcune importanti precauzioni, principalmente connesse proprio alla naturale deumidificazione delle strutture realizzate.

 L’umidità presente in murature e altri componenti, come già detto, evapora spontaneamente, se si rispettano le giuste tempistiche di esecuzione e si evita di eseguire certe lavorazioni in condizioni climatiche avverse.

Inoltre, per prevenire problematiche significative, in alcuni casi si sceglie di inserire additivi specifici nella miscelazione del calcestruzzo, che favoriscono una più rapida asciugatura. Una volta che la costruzione è ultimata è fondamentale, anche in fase di utilizzo, una corretta ventilazione degli ambienti, che favorisce l’evaporazione di eventuale umidità residua.

In conclusione, l’umidità residua è una questione da prendere in considerazione e valutare dalla fase progettuale, poi durante la costruzione e infine in fase d’uso dell’edificio. In ognuno di questi step le precauzioni da utilizzare sono diverse e tutte finalizzate ad evitare accumuli di umidità, per garantire nel tempo la salute delle strutture, ma anche la salubrità dell’aria interna.

Normativa di riferimento

L’umidità residua è un tema trattato anche a livello di normativa tecnica, tanto che si possono trovare più riferimenti e norme ISO di interesse. Un primo testo da citare è la UNI EN ISO 12572:2016 “Prestazione igrotermica dei materiali e dei prodotti per edilizia – Determinazione delle proprietà di trasmissione del vapore d’acqua – Metodo del recipiente di prova”.

La norma è relativa ai metodi di prova per determinare la loro permanenza igroscopica, in condizioni isoterme. Si applica a tutti i materiali edili, inclusi gli isolanti e i rivestimenti. Lo scopo è definire le proprietà del materiale, così da informare in modo adeguato progettisti e costruttori rispetto al comportamento dello stesso in relazione all’umidità.

Passando alla fase di cantiere, invece, è possibile citare un altro riferimento, ossia la UNI 10329:2018 “Massetti per pavimentazioni – Metodi di misurazione dell’umidità”, che definisce come misurare l’umidità presente nei massetti cementizi.

FAQ – Umidità residua: cos’è e come prevenirla con i giusti accorgimenti

Cosa si intende per umidità residua?

Quando si parla di umidità residua, detta anche umidità da costruzione, si fa riferimento alla quantità di acqua che permane all’interno di materiali di costruzione come malte, intonaci o calcestruzzo che per la preparazione ne richiedono l’utilizzo.

Per via della presenza di acqua nelle miscele di questi materiali vengono predisposte procedure di asciugatura durante la realizzazione dell’edificio, contenendo la percentuale di acqua e la possibilità di formazione di fenomeni umidi.

Nonostante si utilizzino questi accorgimenti, alcuni materiali possono contenere ancora una certa quantità di acqua, che evapora nella fase successiva di utilizzo dell’edificio. E’ bene, ad ogni modo, prestare la dovuta attenzione, perché in quantità eccessive l’umidità residua nei materiali da costruzione può interferire con la durabilità e le prestazioni dell’edificio nel tempo.

Progettisti e costruttori, pertanto, devono conoscere a pieno il comportamento e le caratteristiche di ogni materiale utilizzato, al fine di prevenire problematiche in momenti successivi alla costruzione.

Quali sono le cause dell’umidità da costruzione?

L’umidità da costruzione può manifestarsi nel caso in cui non vengano rispettati i tempi di ventilazione degli ambienti, stabiliti dai regolamenti edilizi, con conseguente accumulo dei liquidi all’interno dei materiali impiegati in fase di realizzazione.

Incidono, inoltre, le condizioni ambientali durante la fase di costruzione. E’ bene realizzare lavori di costruzione con condizioni climatiche favorevoli, ossia senza pioggia e neve e prestare attenzione a fattori quali temperatura e umidità relativa.

Quali problemi può causare l’umidità residua nelle abitazioni?

La presenza di umidità residua, o umidità da costruzione, può manifestarsi attraverso la presenza di muffe sulle pareti ed elevata umidità nell’aria interna, spesso accompagnata da odore fastidioso, compromettendo la durabilità dei componenti edilizi e il comfort interno, con conseguenze anche per la salute delle persone che vivono ogni giorno quegli ambienti.

In tal caso è necessario asciugare la muratura tramite tecniche di deumidificazione o attendere la naturale deumidificazione delle pareti e degli altri manufatti per evaporazione.

La tecnologia più indicata in questi casi è quella a microonde, utilizzata per deumidificare i muri senza, però, riscaldare i materiali asciutti.

Le microonde, infatti, agiscono in profondità nella struttura muraria riscaldando l’acqua e producendo vapore che aumenta la temperatura del materiale, senza mai superare i 60°C, e al tempo stesso evapora verso l’esterno.

Questa tecnica permette di asciugare i muri più velocemente rispetto ad altri sistemi di deumidificazione classica e con un impiego minimo di energia.

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