Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Indice degli argomenti Toggle Smart home in Italia: i motivi di una crescita contenutaI fattori positivi da considerareL’andamento dei settori che compongono la smart homeEfficienza energetica e produzione: il futuro ruolo delle CER La smart home in Italia continua a crescere e raggiunge nel 2023 quota 810 milioni di euro, facendo segnare un +5% rispetto al 2022. A guardare il bicchiere mezzo pieno si può essere soddisfatti del fatto che, dal 2016 a oggi – a parte il 2020 funestato dalla pandemia in cui si è registrato l’unico calo – ha fatto registrare un costante progresso. Basti pensare che da 185 milioni di euro fatti segnare nel 2016 si è arrivati a una cifra più di quattro volte superiore. Tuttavia, a essere critici, considerando i tassi di incremento fatti segnare negli anni scorsi, sempre a due cifre, risulta un timido avanzamento quello registrato nel 2023. Pesa il parziale stop degli incentivi, ecobonus e Superbonus innanzitutto, che si ripercuote in particolare sul segmento più intimamente legato all’edilizia residenziale, ovvero il riscaldamento e climatizzazione che ha fatto segnare un calo del 5%. Ma i motivi per guardare con ottimismo al comparto ci sono. Smart home in Italia: i motivi di una crescita contenuta I dati sopra riportati sono parte della ricerca sulla smart home condotta dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. Mettono in luce, come detto, una crescita contenuta della smart home in Italia. «Il risultato potrebbe lasciare un po’ con l’amaro in bocca, confrontando l’andamento e i trend passati, quasi a indicare un rallentamento di questo mercato. Ma non è così negativo», ha spiegato Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano che ha illustrato la ricerca. Intanto, alla base del risultato ottenuto, «bisogna considerare diversi fattori importanti. Il primo è che il mercato negli scorsi anni aveva beneficiato o, quantomeno, risentito positivamente degli incentivi statali, in primis ecobonus e superbonus che avevano rappresentato un elemento di spinta per numerose soluzioni», tra cui quelle legate all’efficienza energetica all’interno degli edifici. Il rallentamento si motiva da una parte alla spinta notevole ottenuta con gli incentivi e dall’altro c’è la comprensibile attesa da parte del consumatore per capire se potranno tornare i bonus, sia pure ridimensionati e in quale forma ed entità. È un atteggiamento attendista. L’altro elemento da considerare nel discorso complessivo del valore di mercato è il prezzo dei prodotti smart home. «Mentre nel 2022, a fronte di vari problemi (carenza di semiconduttori, per esempio) si era visto comunque un aumento dei prezzi dei prodotti finali, nel 2023 sia pure con alcune differenze, si è notata una sostanziale stabilità dei prezzi», ha illustrato ancora Tumino. I fattori positivi da considerare Di certo si è fatto sentire il calo – in termini di settore smart home in Italia – del mercato delle costruzioni e ristrutturazioni residenziali che nel 2023 ha subito un calo pari a -1,9%. Questo dato permette di leggere con molta più positività il +5% complessivo. A ciò si aggiunge il fatto che anche gli acquisti online, seppure cresciuti in valore del 13% rispetto al 2022, in termini di pura vendita di prodotti fa segnare “solo” un +8%. A fronte anche di questi fattori è possibile considerare la crescita della smart home come un buon risultato specie poi guardando l’andamento all’estero. In Europa lo stesso mercato ha segnato in Europa (o, più precisamente in alcuni Paesi come Germania, UK, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Belgio) un calo del 9,1%. «Occorre, però, essere realisti e considerare che negli altri Paesi europei il mercato della smart home è molto più diffuso e la spesa media sfiora i 30 euro per abitante (28,8 €/ab), rispetto ai 13,7 €/ab – ha segnalato la direttrice dell’Osservatorio IoT –. Quindi questa crescita ci permette di avvicinarci agli altri paesi, ma siamo ancora indietro, anche se induce anche a un moderato ottimismo, considerando che nei paesi con caratteristiche simili al nostro il mercato è già molto più sviluppato e ci sono buone opportunità di sviluppo anche nel nostro». L’andamento dei settori che compongono la smart home Riguardo ai vari settori che compongono il mercato della smart home in Italia, al primo posto c’è quello della sicurezza e le soluzioni dedicate (videocamere, sensori per porte/finestre e serrature connesse). Esse trainano le vendite del mercato nel 2023, con 195 milioni di euro (24%) e un tasso di crescita superiore al 2022 (+30% rispetto a +20% nel 2022). Seguono gli elettrodomestici smart (151 milioni di euro di mercato) che hanno fatto registrare una crescita dell’8%. È interessante notare, in questo segmento, come sempre più persone considerano la possibilità di gestire l’elettrodomestico da remoto. Il tasso di utilizzo delle funzioni di connettività (parte integrante in un sempre maggiore numero di elettrodomestici) da parte degli utenti è passato dal 15% del 2017 al 45% del 2023. Al terzo posto troviamo le soluzioni per il riscaldamento e la climatizzazione: hanno registrato, come detto, una flessione del 5%. Come va letta? Secondo la direttrice dell’Osservatorio Internet of Things «occorre ricordarsi che l’anno precedente, anche grazie agli incentivi, era stato registrato un incremento del 41%. Quindi è probabile pensare a una flessione fisiologica legata alla riduzione degli incentivi statali». Tuttavia in questo settore è sempre più evidente come gli utenti siano maggiormente attenti alla tematica del risparmio energetico, sia per i costi associati ai consumi sia per la crescente attenzione alla sostenibilità: il 17% dei consumatori associa il concetto di smart home alla gestione dei propri consumi (+5% rispetto al 2022) e il 24% degli utenti individua come servizio di maggiore interesse per il futuro proprio l’analisi in tempo reale dei consumi energetici. Efficienza energetica e produzione: il futuro ruolo delle CER L’efficienza energetica e la maggiore consapevolezza del consumatore per gestire al meglio i propri consumi portano a un altro tema collegabile: quello della produzione energetica condivisa. Al convegno si è parlato, a tale proposito, delle comunità energetiche rinnovabili in cui l’attenzione sta crescendo in modo significativo, tema stimolato e sostenuto dalla Commissione Europea e che in Italia è di particolare attualità, con il Decreto CER pubblicato di recente. Le soluzioni di monitoraggio e gestione delle comunità energetiche potrebbero rappresentare un ulteriore elemento di slancio per la smart home e per l’innovazione. A quest’ultimo riguardo, vale la pena ricordare che, «lato offerta, cresce il numero di aziende che propone servizi innovativi, integrando all’interno delle soluzioni algoritmi di Intelligenza Artificiale – ha sottolineato Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things –. L’obiettivo è fidelizzare i propri clienti, puntando su un’esperienza sempre più personalizzata e creando valore grazie ai dati raccolti”. Con il fattore AI si crea ulteriore spazio per nuove opportunità in grado di combinare gestione e produzione di energia da fonti rinnovabili. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento