Sindrome dell’edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS): inquinamento indoor e malattie correlate

L’inquinamento dell’aria interna è causa della cosiddetta sindrome dell’edificio malato o Sick Building Syndrome, che genera malessere e disagi fino a sfociare in vere e proprie patologie. Vediamone problemi e soluzioni

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Sindrome dell'edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS): inquinamento indoor e malattie correlate

Sindrome dell’edificio malato o “Sick Building Syndrome” (SBS), termine coniato oltre quarant’anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 1982), sta ad indicare una sensazione di malessere e disagio che l’edificio genera negli occupanti. Cattiva ventilazione, temperatura e umidità, presenza di inquinanti, ne sono le cause più comuni. Gli effetti possono anche sfociare in vere e proprie patologie come asma, allergie, emicranie, irritazioni e infezioni respiratorie.

È stimato che l’uomo trascorre la gran parte del suo tempo – circa il 90% – in ambienti confinati, tra casa, lavoro, scuola e tempo libero: uffici e studi privati, alberghi, bar e ristoranti, palestre, sale da ballo, concerti, cinema, biblioteche e altro. E la qualità dell’aria interna è fondamentale per il benessere e la salute umana. Si stima però che è generalmente da 2 a 5 volte più inquinata rispetto all’aria esterna.

La necessità di contenere i consumi per il riscaldamento e per il condizionamento ha imposto un migliore isolamento termico degli edifici, e la conseguente spinta a sigillare gli ambienti interni ed a sostituire le modalità naturali di aerazione ed illuminazione con mezzi artificiali, ha ridotto negli edifici più moderni la naturale ventilazione che, era garantita, anche senza volontà, dall’inefficienza degli infissi: i cosiddetti spifferi o ricambi d’aria per infiltrazione.

L’inquinamento atmosferico è responsabile di 6,7 milioni di morti premature ogni anno, di cui 3,2 milioni di persone a causa dell’inquinamento atmosferico domestico. Tutti sappiamo che l’aria migliore per qualità, quella buona, si trova lontano dagli insediamenti, dai centri urbani, laddove la natura regna, nella campagna e sui monti. Ciononostante il 99% delle persone vive in città, per esigenze e necessità di lavoro, studio, svago. E qui l’inquinamento atmosferico, il traffico, le case e le persone stesse minacciano la qualità dell’aria e della vita.

La piaga dell’inquinamento atmosferico

L’inquinamento atmosferico è causa di 6,7 milioni di morti premature ogni anno: uccide 13 persone al minuto in tutto il mondo. Il 99% della popolazione mondiale vive in luoghi dove i livelli di inquinamento atmosferico superano i limiti delle linee guida dell’OMS, perlopiù in aree urbane.

Circa 2,3 miliardi di persone in tutto il mondo (circa un terzo della popolazione mondiale) cucinano utilizzando fuochi aperti o stufe inefficienti alimentate da cherosene, biomassa (legno, sterco animale e scarti agricoli) e carbone, che contaminano l’ambiente. L’inquinamento atmosferico domestico è responsabile di circa 3,2 milioni di morti all’anno (dati 2020), di cui oltre 237.000 bambini di età inferiore ai 5 anni. Gli effetti combinati dell’inquinamento atmosferico ambientale e quello domestico sono associati a 6,7 milioni di morti premature ogni anno. (fonte: OMS).

Morti a livello globale legate all'Inquinamento atmosferico
Morti legate all’Inquinamento atmosferico (OMS)

In Europa, nei 27 Paesi dell’Unione Europea, mantenere le concentrazioni di inquinanti atmosferici entro i livelli raccomandati dall’OMS, eviterebbe ogni anno (dati EEA 2021) migliaia di decessi:

  • 253.000 da esposizione a polveri sottili (PM2,5);
  • 52.000 dall’esposizione al biossido di azoto (NO2);
  • 22.000 000 dell’esposizione all’ozono (O3).

Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) l’Italia è prima in Europa per morti da inquinamento atmosferico, con circa 80mila decessi prematuri all’anno. “Gli effetti diretti dell’inquinamento sulla salute umana interessano diversi apparati ed organi – spiega il presidente Alessandro MianiLe patologie dell’apparato cardiovascolare rappresentano la prima causa di morte in Italia (Eventi coronarici e Infarto Miocardico Acuto, 9.000 casi/anno – Ictus cerebrali, 12.000 casi/anno), seguiti dalle patologie dell’apparato respiratorio (7.000 decessi prematuri/anno)”.

La qualità dell’aria interna o indoor (IAQ)

L’importanza delle problematiche relative alla qualità dell’aria interna ha assunto sempre più rilievo in questi ultimi anni perché la maggior parte della popolazione dei paesi industrializzati trascorre fino al 90% del proprio tempo in ambienti confinati. La letteratura scientifica internazionale ha dimostrato che la qualità dell’aria indoor ha riflessi importanti sulla salute e sul benessere dell’uomo. L’inquinamento indoor può essere, infatti, causa di una vasta gamma di effetti indesiderati che vanno dal disagio sensoriale, irritazione e secchezza delle mucose, bruciore agli occhi, cefalea e astenia, fino a gravi danni alla salute, comprese malattie croniche ed effetti di tipo cancerogeno.

Sindrome dell'edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS): inquinamento indoor e malattie correlate
Inquinanti dell’aria interna

Per ambienti indoor si intendono gli ambienti confinati di vita e di lavoro non industriali, quelli adibiti a dimora, svago, lavoro e trasporto [Accordo del 27/09/2001 tra Ministero della salute, regioni e province autonome].

Nello specifico:

  • le abitazioni,
  • gli uffici pubblici e privati,
  • le strutture comunitarie (ospedali, scuole, caserme, alberghi, banche, etc.),
  • locali destinati ad attività ricreative e/o sociali (cinema, bar, ristoranti, negozi, strutture sportive)
  • mezzi di trasporto pubblici e/o privati (auto, treno, aereo, nave, etc.).

I problemi legati all’alterazione della qualità dell’aria interna (indoor air quality – IAQ) si differenziano per molti aspetti da quelli dell’aria esterna. Per questo motivo, è necessario trattare l’inquinamento dell’aria interna (indoor pollution) separatamente da quello dell’aria atmosferica (outdoor pollution).

La qualità dell’aria interna o indoor (IAQ)

Lo scadimento della qualità dell’aria interna è dovuto in parte ai livelli esterni di inquinamento ma, soprattutto, alle numerose sorgenti interne che determinano concentrazioni di inquinanti spesso superiori a quelle presenti all’esterno.

A seguito della crisi energetica degli anni ‘70, e la necessità di contenere i consumi per il riscaldamento, ha prodotto una normativa energetica nel settore edilizio, con l’imposizione di nuovi criteri costruttivi per gli edifici ad uso civile (nZEB e passivi). Un maggior isolamento degli edifici e l’uso di infissi più a tenuta, ha determinato una riduzione dei ricambi d’aria per infiltrazione e, di conseguenza, un potenziale aumento degli inquinanti interni correlato, oltre che alle attività umane (es. fumo), anche ai nuovi materiali da costruzione e arredo.

Gli inquinanti indoor: tipi e fonti

L’inquinamento interno, secondo la definizione data dal Ministero dell’Ambiente è “Qualsiasi alterazione delle caratteristiche chimico fisiche e biologiche dell’aria, determinata sia da variazioni di concentrazione dei suoi normali costituenti sia e soprattutto, dalla presenza di sostanze estranee alla sua composizione normale in grado di determinare effetti di molestia e/o danno all’uomo”.

Alcuni inquinanti indoor possono provenire dall’esterno e sono legati all’inquinamento atmosferico, ma la maggior parte di essi sono prodotti all’interno degli edifici stessi. Le principali fonti di inquinamento indoor sono le attività umane, i materiali da costruzione, gli arredi e i condizionatori. La loro concentrazione può variare nel tempo e dipende dalla natura della sorgente, dalla ventilazione, dalle abitudini e dalle attività svolte dagli occupanti negli ambienti interessati.

Le fonti degli inquinanti indoor dell'aria interna
Le fonti degli inquinanti indoor dell’aria interna

Tra le fonti di inquinanti più comuni troviamo il fumo di tabacco e i prodotti di combustione di combustibili domestici quali nafta e cherosene, ma anche carbone e legna. Altre possibili fonti di inquinamento sono i prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa, i prodotti antiparassitari, le colle, gli adesivi e i solventi. Sostanze nocive possono essere rilasciate da collanti o solventi utilizzati per la messa in opera delle moquettes e nei mobili. Anche le stampanti, i plotter e le fotocopiatrici presenti negli uffici possono determinare emissioni di sostanze inquinanti. Non va sottovalutata la presenza di residui di amianto utilizzato in passato per la coibentazione e nei materiali da costruzione e che può essere ancor oggi rilasciato negli ambienti indoor.

Alcuni tipi di inquinanti dell'aria: fumo, VOC, polvere, peli di animali
Alcuni tipi di inquinanti dell’aria: fumo, VOC, polvere, peli di animali

Gli inquinanti possono suddividersi in tre categorie:

  1. chimici (monossido di carbonio, biossido di azoto, biossido di zolfo, benzene, ozono, particolato, formaldeide, VOC, ecc);
  2. biologici (batteri, pollini, muffe, acari e gas metabolici);
  3. fisici (amianto e radon).

Le fonti interne identificate di Particolato (PM2.5) includono fumo, cucina, riscaldamento, uso di incenso, candele e insetticidi. I composti organici volatili (COV) o VOC (dall’inglese Volatile Organic Compounds), sono un’ampia famiglia di sostanze chimiche che evaporano a temperatura ambiente, quali idrocarburi alifatici, aromatici e clorurati, aldeidi, terpeni, alcooli, esteri e chetoni. I più diffusi negli edifici residenziali sono il limonene, il toluene, ma il più importante da un punto di vista tossicologico e mutageno è la formaldeide. I COV sono emessi da un’ampia gamma di prodotti: vernici e lacche, svernicianti, vernici, prodotti per la pulizia, deodoranti per ambienti, pesticidi, materiali da costruzione e arredi.

Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che la qualità dell’aria indoor ha riflessi importanti per la salute e per il benessere dell’uomo. L’inquinamento indoor può, infatti, essere causa di una vasta gamma di effetti indesiderati, che vanno da disagio sensoriale, irritazione e secchezza delle mucose, fino a gravi effetti sulla salute, comprese patologie di tipo allergico o infettivo ed anche effetti di tipo cancerogeno. Si menzionano, a tal proposito, le patologie correlate all’inquinamento indoor: Sick Building Syndrome (SBS), ovvero sindrome dell’edificio malato, e Building Related Illness (BRI), le malattie edificio-correlate. Mentre la prima si manifesta con sintomi legati alla permanenza nell’ambiente e che tendono a scomparire al suo distacco, la seconda individua quelle patologie più gravi e durature.

Sindrome dell’edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS)

Una cattiva ventilazione, temperatura e umidità, unita alla presenza di inquinanti, possono dare vita a un senso di disagio e ad altri sintomi comunemente presenti nella cosiddetta Sindrome dell’edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS), come è stata definita dall’OMS nel lontano 1982, oltre quarant’anni fa.

Sindrome dell'edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS)
Sindrome dell’edificio malato o Sick Building Syndrome (SBS)

La sindrome dell’edificio malato può essere identificata quando le persone all’interno di un edificio sperimentano, più frequentemente del previsto, una serie di sintomi comuni che causano disagio e senso di malessere:

  • occhi irritati, secchi o lacrimanti (talvolta descritti come prurito, stanchezza, arrossamento, bruciore o difficoltà a indossare le lenti a contatto),
  • naso irritato, che cola o chiuso (a volte descritto come congestione, sangue dal naso, prurito o naso chiuso),
  • gola secca o mal di gola (talvolta descritta come irritazione, irritazione delle vie aeree superiori o difficoltà a deglutire),
  • secchezza, prurito o irritazione della pelle, occasionalmente con eruzione cutanea,
  • sintomi meno specifici come mal di testa, letargia, irritabilità e scarsa concentrazione.

In genere molti di questi sintomi si verificano contemporaneamente e sono spesso accompagnati da lamentele relative a soffocamento, aria cattiva, aria secca, rumore, luce o temperature troppo calde o troppo fredde.

Sono sintomi aspecifici ma ripetitivi e non correlati ad un agente in particolare: scompaiono o si attenuano dopo l’uscita dai locali e non sono accompagnati da reperti obiettivi rilevanti. Infatti è difficile poter affermare che vi sia una vera e propria “malattia” causata dalla permanenza in edifici malati, mentre è certo che vi si può avvertire malessere e senso di irritazione. Il giudizio espresso dagli occupanti è quindi l’unico modo per avere informazioni relative al comfort e ai sintomi della Sick Building Syndrome.

Studi condotti in uffici e in altri edifici ad uso pubblico quali ospedali, asili e altri edifici destinati a vita comunitaria, hanno rivelato una frequenza dei disturbi tra gli occupanti compresa tra il 15 e il 50%.

I costi più evidenti dell’SBS sono dovuti all’aumento dell’assenteismo e del turnover del personale. I costi economici, difficili da valutare, sono quelli dovuti alla riduzione delle prestazioni lavorative, all’utilizzo del tempo della direzione per gestire i reclami, e al tempo e ai costi necessari per cercare di stabilire ed eliminare i problemi.

Malattie edificio-correlate o Building-related illness (BRI)

Abbiamo visto come la Sindrome dell’edificio malato è attribuibile più a un senso di disagio dell’individuo legato alla permanenza nell’edificio, tuttavia gli inquinanti interni possono generare vere e proprie malattie: si parla in questo caso di Malattie edificio-correlate o Building-related illness (BRI).

Esistono infatti alcune patologie per le quali vi è una diretta correlazione con la permanenza all’interno di un edificio e per le quali si conosce lo specifico agente eziologico che ne è la causa. Tra le più comuni troviamo la legionellosi, la febbre da umidificatore, l’alveolite allergica, l’asma e l’avvelenamento da monossido di carbonio.

Malattie edificio-correlate o Building-related illness (BRI)

La ripetuta inalazione degli inquinanti atmosferici è causa di malattie allergiche e polmonari, come asma, dermatite atopica e rinite allergica. Inoltre, l’attività del fumo è considerata uno dei fattori più importanti nello sviluppo delle malattie infiammatorie polmonari croniche, tra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva, l’asma e il cancro del polmone.

Il gas radon, che entra in casa attraverso fessure e aperture nei pavimenti e pareti a contatto con il suolo, è la seconda causa principale di cancro ai polmoni. Il monossido di carbonio provoca mal di testa, vertigini, disorientamento, nausea e affaticamento e livelli elevati possono essere fatali. Il biossido di azoto provoca irritazione agli occhi, al naso e alla gola, compromette la funzione polmonare e aumenta le infezioni respiratorie.

Il 5-20% dei casi di neoplasia polmonare osservati nella popolazione italiana è attribuibile all’esposizione a radon. Per quanto riguarda l’esposizione al fumo di tabacco (ETS), si stima che i non fumatori, che vivono a contatto con fumatori, sviluppino un rischio di cancro al polmone aumentato del 30%, se confrontati con la popolazione non esposta.

Soluzioni e rimedi

La qualità dell’aria interna è strettamente correlata alla ventilazione (naturale e/o meccanica) e ai ricambi d’aria. Abbiamo visto che l’aria esterna è significativamente meno inquinata dell’aria interna ambientale e per questo, occorre garantire una quantità di ricambi d’aria che ne consentano l’uscita degli inquinanti interni (polvere, radon, microplastiche e nanoplastiche, formaldeide, amianto, PFAS).

Strategie di progettazione bioclimatica: ventilazione e luce naturale
Strategie di progettazione bioclimatica: ventilazione e luce naturale (Guzzini, Cucinella)

Per contribuire a migliorare la qualità dell’aria e ridurre i rischi per la salute legati alla IAQ, si possono adottare le seguenti misure (consigliate anche dall’EPA):

  • Ventilazione: aumentare la quantità di aria fresca portata all’interno aiuta a ridurre le sostanze inquinanti all’interno. Quando il tempo lo permette, apri finestre e porte o accendi un condizionatore d’aria con il controllo della ventilazione aperto. Anche i ventilatori del bagno e della cucina che scaricano verso l’esterno aumentano la ventilazione e aiutano a rimuovere le sostanze inquinanti.
  • Regolazione dell’umidità: l’umidità all’interno può influenzare le concentrazioni di alcuni inquinanti dell’aria interna. Ad esempio, un’umidità elevata mantiene l’aria umida e aumenta la probabilità della formazione di muffe. Mantieni l’umidità interna tra il 30 e il 50%. Per aumentare l’umidità, utilizzare un vaporizzatore o un umidificatore. Per diminuire l’umidità, aprire le finestre se all’esterno non è umido. Se fa caldo, accendi il condizionatore o regola l’impostazione dell’umidità sull’umidificatore.

Testa il radon e risolvi se c’è un problema. Riduci i fattori scatenanti dell’asma come muffe e polvere acari. Non fumare in casa. Ventila sempre quando usi prodotti che possono rilasciare sostanze inquinanti nell’aria. Ispeziona regolarmente gli apparecchi a combustione per individuare eventuali perdite, ed effettua riparazioni quando necessario. Punta su scelte naturali, ecologiche e biocompatibili, secondo i dettami della bioedilizia e dell’architettura sostenibile, bioclimatica e vernacolare, nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari. Anche nella scelta degli arredi e dei mobili, opta per mobili in legno non trattato e assemblati con colle prive di formaldeide.

Negli edifici tradizionali, la ventilazione naturale veniva garantita soprattutto per mezzo di porte e finestre non coibentate, vetri e telai magari non performanti dal punto di vista energetico, in grado però di garantire infiltrazioni d’aria. L’alternativa rispetto alla ventilazione ottenuta con la semplice apertura di finestre può essere ottenuta dotando l’edificio di un sistema di ventilazione attiva, che attraverso canalizzazioni e aspiratori assicura il ricambio di aria tra l’ambiente esterno e quello interno: la ventilazione meccanica controllata.

Piante che purificano l’aria?

Già dal 1989, uno studio della NASA (A study of interior landscape plants for indoor air pollution abatement) aveva evidenziato i benefici di alcune piante d’appartamento nel rimuovere gli inquinanti e purificare l’aria degli ambienti interni. Mettendo così in evidenza l’importanza delle piante da interno per la riduzione degli inquinanti presenti negli ambienti interni, in risposta alla “sindrome dell’edificio malato” (Sick building syndrome o SBS).

Piante che purificano l’aria

Ne emerge che le 10 piante più efficaci nell’assorbire e rimuovere dall’aria gli inquinanti come benzene, formaldeide, tricloroetilene, xilene, toluene e ammoniaca, sono nell’ordine: Palma da datteri, Felce di Boston, Felce tropicale, Falangio, Aglaonema, Chamaedorea (palma di bamboo), Ficus benjamin, Photos, Anturio, Liriope. Anche una recente ricerca australiana, ha testato il successo di alcune piante nel rimuovere efficacemente il benzene.

Piante che purificano casa

Tuttavia, uno studio del 2019 dei ricercatori dell’università di Drexel mette in discussione l’effettiva efficacia delle piante nel depurare l’aria di un ambiente chiuso, non in grado di migliorare in maniera percettibile la qualità dell’aria. Passando in rassegna tutti gli studi esistenti, ne contestano l’applicabilità in un ambiente reale, ben diverso dall’esperimento in una camera sigillata di un metro cubo. E caratterizzato da emissioni continue di inquinanti. Ma anche ricambi d’aria. Secondo loro, per ottenere gli stessi benefici di un ricambio d’aria con una finestra aperta, occorrerebbe invadere ogni angolo della casa di piante.

Per approfondire:

 

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