Sistemi di protezione dei tetti dalle intemperie

I cambiamenti climatici, oltre a modificare il clima, hanno impatti anche sul costruito, in particolare sui tetti degli edifici. La soluzione è mettere in campo tutte le soluzioni utili a rendere gli edifici più resistenti agli agenti atmosferici.

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Sistemi di protezione dei tetti dalle intemperie

Negli ultimi anni è ormai evidente che il clima sta cambiando, con impatti innegabili anche sulla conservazione e sulla sicurezza degli edifici.

Le coperture, soprattutto, sono a messe sempre più a dura prova. Infatti, oggi, la lotta ai cambiamenti climatici impone all’uomo di agire e modificare abitudini e prassi consolidate negli ultimi decenni, ma le conseguenze si stanno già pagando. Le variazioni del clima sono significative e a lungo termine ed è stato necessario tempo perché i primi cambiamenti fossero concreti e percepibili. Si stanno innalzando le temperature medie globali, i fenomeni atmosferici sono imprevedibili e di intensità maggiore. Le cause di tutto ciò sono in parte naturali, ma la responsabilità nell’uomo consiste nell’aver aggravato il fenomeno, con attività che per un paio di secoli hanno causato inquinamento e impatti ambientali.

Tempeste, forti piogge e uragani: i cambiamenti climatici e gli impatti sul costruito

A causa dei cambiamenti climatici, in Italia stiamo vivendo forti cambiamenti, con modifiche alle stagioni, intensificazione di fenomeni quali tempeste, piogge e uragani. Gli sbalzi di temperatura sono molto elevati, il caldo intenso e l’inverno sempre meno freddo. Si alternano periodi con scarse piogge, che causano siccità, a fenomeni piovosi così intensi che il terreno non è in grado di assorbire l’acqua in totale sicurezza.

Tempeste, forti piogge e uragani: i cambiamenti climatici e gli impatti sul costruito

Tutto ciò ha inevitabile impatto sul costruito, mettendo a rischio edifici e infrastrutture. Diventa fondamentale, quindi, attuare strategie mirate per preservare edifici e tetti, con tecniche di costruzione e manutenzione appositamente pensati, favorendo la resilienza dei fabbricati. Altrettanto fondamentali sono i sistemi di drenaggio dell’acqua, così come la capacità, soprattutto nelle aree urbane, di assorbire anche grandi quantità di acqua.

L’obiettivo, in sostanza, è quello di proteggere quanto possibile gli edifici, ridurre eventuali costi straordinari di riparazione e manutenzione dei tetti e proteggere le persone che li vivono.

Partendo dalla copertura, quindi, la progettazione e la riqualificazione mirate sono la chiave per evitare di vivere tutte le criticità che si sono conosciute in questi ultimi due anni di bombe d’acqua, caldo da record, tempeste e trombe d’aria. Infatti, il calore nel corso del tempo indebolisce e causa il degrado di materiali e strutture, l’acqua può provocare infiltrazioni e umidità, la grandine rotture e danni significativi. Purtroppo, la situazione non migliorerà in fretta, tant’è che l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR segnala un trend con un incremento del 30% di grandinate intense ed estreme.

Coperture resistenti ai cambiamenti climatici

A seguito dei cambiamenti climatici, molti produttori hanno iniziato a sviluppare soluzioni e materiali specifici per aumentare le prestazioni dei tetti in termini di impermeabilizzazione, resistenza alla grandine e al calore. In sostanza, i tre principali nemici per la salute di una copertura.

Coperture resistenti ai cambiamenti climatici

In aggiunta, è possibile installare dei sistemi di monitoraggio della copertura, che grazie alle nuove tecnologie riescono a mantenere sotto controllo la copertura e i suoi componenti, prevenendo guasti e intercettando immediatamente criticità relative, ad esempio, alle infiltrazioni d’acqua. Funzionano grazie all’installazione in copertura di specifici sensori, che raccolgono e inviano dati a un software, che rielabora le informazioni e restituisce tutto quanto necessario da sapere per mantenere conservata la copertura.

Resistenza e resilienza in risposta alla grandine

Per quanto riguarda la grandine, sono sempre di più i coppi e le tegole ad elevata resistenza meccanica, in grado di non rompersi anche in occasione di grandinate intense.

Copertura realizzata con Omega 10 Ste Foy di Edilians resistente alle intemperie
Le tegole Edilians si caratterizzano per alta resistenza agli impatti delle intemperie e della grandine. Nell’immagine copertura realizzata con Omega 10 Ste Foy, con classe di resistenza testata dall’Institut für Brandschutztechnik und Sicherheitsforschung (IBS) di Linz HIR 5

 Per le coperture piane, invece, si sono sviluppate specifiche membrane, che assicurano al contempo anche massima impermeabilizzazione. Esiste, oltretutto, una norma di riferimento, la UNI EN 13583:2012 “Membrane flessibili per impermeabilizzazione – Membrane bituminose, di materiale plastico e gomma per impermeabilizzazione di coperture – Determinazione della resistenza alla grandine”.

Le membrane possono essere utilizzate anche in tetti a falda, al di sotto delle tegole, così da evitare infiltrazioni d’acqua a seguito dei danni al manto di copertura. Inoltre, tutti questi prodotti non solo resistono maggiormente, ma sono anche più facilmente riparabili, con interventi rapidi di ripristino. Si parla, quindi, di resilienza delle coperture.

Saint-Gobain Roof System Ice Protection: copertura piana con isolante minerale e membrana impermeabilizzante in doppio strato
Isover, marchio di Saint-Gobain Italia, propone soluzioni che assicurano impermeabilizzazione e resistenza alla grandine e al calore. Nell’immagine Saint-Gobain Roof System Ice Protection: copertura piana con isolante minerale e membrana impermeabilizzante in doppio strato. Lo strato isolante è formato dal pannello Isover Superbac Roofine G3, l’elemento di tenuta è costituto dalla membrana elastomerica Bituver Fleximat 4 mm Mineral che assicura una flessibilità a freddo fino a -25° ed è stata sottoposta a test di resistenza alla grandine.

Combattere il caldo: isola di calore, riflettanza e coperture verdi

Un secondo tema cruciale riguarda, come detto, la gestione del calore sempre più intenso, che causa problemi sia ai materiali che compongono la copertura, che al benessere delle persone. In città, infatti, l’effetto isola di calore arriva ad aumentare anche di 5°C la temperatura rispetto alle aree rurali aperte e permeabili. Per combattere questo fenomeno si possono mettere in campo più azioni, tra cui sicuramente la scelta di materiali con un indice SRI (Solar Reflection Index) adeguato, ossia con la capacità di riflettere la radiazione solare, senza assorbirla. Quando si progetta la copertura, quindi, si dovrebbero preferire materiali ad elevata riflettanza. Questo permette un maggior controllo della temperatura e aiuta a combattere il fenomeno dell’isola di calore, oltre che ridurre il consumo energetico degli edifici durante la stagione estiva.

I vantaggi dei tetti verdi per contrastare il surriscaldamento

Un’alternativa è la realizzazione di una copertura verde, ossia di un tetto giardino che, grazie proprio allo strato di terreno e vegetazione installati, è in grado di dissipare il calore e combattere l’isola di calore. Oltretutto, incide in modo molto positivo sulle prestazioni dell’edificio regolando la temperatura e migliorando anche l’isolamento termico. I benefici, infine, sono importanti anche in ottica di lotta all’inquinamento, visto che alberi e piante sono in grado di assorbire CO2 e produrre ossigeno.

Sistemi di drenaggio e impermeabilizzazione per combattere l’acqua

Un ultimo grande tema è quello della prevenzione dei danni dovuti alle precipitazioni abbondanti. Sempre più spesso, infatti, l’acqua arriva all’improvviso e in modo intenso, con fenomeni concentrati in poche ore. Tutto ciò rende complesso lo smaltimento dell’acqua e causa più facilmente infiltrazioni nella copertura. Sono essenziali, per evitare criticità, i sistemi di drenaggio e lo strato di impermeabilizzazione delle coperture. Canali di scolo e grondaie devono essere dimensionati correttamente, anche alla luce dei recenti cambiamenti, favorendo il deflusso più rapido possibile dell’acqua. Fondamentale, poi, la continua manutenzione e ispezione di pozzetti e tubazioni sotterranee, a rischio intasamento.

Inoltre, si stanno utilizzando anche nuovi materiali, da un lato per aumentare la sostenibilità dell’edificio, come nel caso della plastica riciclata, dall’altro per migliorarne le prestazioni, ad esempio sostituendo l’alluminio con acciai che resistono maggiormente a fenomeni quali la corrosione. Per ridurre l’impatto sul sistema fognario, poi, i tetti possono convogliare l’acqua in bacini e sistemi di raccolta dell’acqua piovana, eventualmente prevedendo anche il riutilizzo per scopi non potabili.

Infine, è fondamentale progettare correttamente la copertura e installare un sistema di impermeabilizzazione efficace e resistente nel tempo. Nella maggior parte dei casi si usano specifiche guaine o membrane, ad esempio in materiali polimerici.

Attenzione anche i componenti e alle tecnologie integrate: fotovoltaico e solare termico a rischio?

Oltre alla sicurezza del tetto e alla sua protezione, è bene ricordare che le stesse attenzioni sono da prestare a ogni componente e tecnologia installato in copertura. Ne sono un esempio i pannelli fotovoltaici e solari termici, che nella scorsa estate sono stati vittime di forti grandinate, con danni considerevoli a interi impianti. Si possono danneggiare le superfici dei pannelli, ma anche i componenti dell’impianto e le strutture di sostegno.

Proteggere pannelli fotovoltaici e termici dalle intemperie

Per questo motivo, sono sempre di più le aziende impegnate nella ricerca di soluzioni resistenti alla grandine, testando i pannelli prima dell’immissione sul mercato. Si utilizza il vetro temprato e si possono installare delle reti antigrandine. Il consiglio, valido anche per tutti gli altri componenti della copertura, è quello di sottoscrivere specifiche polizze assicurative, che coprano le spese in caso di danneggiamento.

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