Comparto legno: strategie di green economy e retaggio culturale per superare le difficoltà

I livelli imposti dalla recente direttiva europea in materia di edilizia sostenibile saranno un ottimo viatico anche per le aziende del settore, oltreché per l’ambiente, soprattutto per il comparto legnoarredo che sta registrando una flessione del fatturato. La formula vincente mette insieme nuove tecnologie, obiettivi carbon free e antichi principi della cultura artigianale

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Comparto legno: strategie di green economy e retaggio culturale per superare le difficoltà

C’è attesa nel comparto legno – arredo per quelle che saranno le ricadute, si spera positive, delle misure previste dalla direttiva europea sulle Case Green entrata in vigore, anche nel nostro Paese, lo scorso maggio. L’auspicio è quello che possa aiutare le aziende di alcune aree della filiera con misure che sostengano (più di quanto avviene adesso) le iniziative mirate alla qualità e alla sostenibilità dei prodotti e tornare ai livelli di fatturato di due anni fa.

La riflessione viene dal presidente di EdilegnoArredo, Andrea Bazzichetto e nasce dai dati emersi dai consuntivi 2023 rilevati dal Centro Studi FederlegnoArredo, che mostrano un fatturato del sistema finiture per edilizia in calo dell’11,6% rispetto all’anno precedente, a causa soprattutto delle esportazioni (-1,7% quelle sulla Francia, -9,8% la Svizzera, – 13,7% gli Stati Uniti, -20,2% l’Australia).

La crisi è imputabile al continuo stop and go delle misure legate alle detrazioni fiscali per l’edilizia, che ha creato instabilità e incertezza, alla presenza di materiali alternativi sul mercato e anche all’aumento dei tassi d’interesse che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie”, ha spiegato Bazzichetto.

Pavimenti e finestre in legno, i settori più colpiti

Più colpito il comparto dei pavimenti in legno, che dopo sette anni di stabilità (2015 – 2022) ha avuto una flessione nella produzione del 21,7% nel 2023, con relativo calo del fatturato del 9,2%; a seguire il comparto delle finestre in legno, i cui volumi di vendita sono diminuiti dal 45% nel 2008 al 16% nel 2023. E ad aggravare la situazione sono state anche le importazioni da altri paesi di prodotti con prestazioni ridotte e a basso costo, rese necessarie dalla crescente domanda del mercato delle ristrutturazioni, che ha richiesto materiali economici e in grandi quantità.

Il nostro impegno come associazione va nella direzione di promuovere l’alto valore aggiunto dei prodotti, perché la scelta del materiale non è solo una questione estetica, ma soprattutto di durabilità, salubrità e sostenibilità” spiega Bazzichetto. E l’entrata in vigore della direttiva europea sulle Case Green può rappresentare un’occasione per supportare la produzione di qualità in questo senso.

È evidente che per raggiungere gli obiettivi previsti dalla Direttiva, essendo il nostro un patrimonio immobiliare frammentato, sono necessari strumenti finanziari a sostegno, così da garantire stabilità al mercato e supportare il sistema manifatturiero italiano. Come EdilegnoArredo siamo disponibili a dialogare con i Ministeri preposti e a fornire proposte e contributi in merito”.

Info grafica realizzata dal Centro Studi FederlegnoArredo, che sintetizza i consuntivi 2023 per le aziende delle finiture in legno.
Info grafica realizzata dal Centro Studi FederlegnoArredo, che sintetizza i consuntivi 2023 per le aziende delle finiture in legno.

Le aziende cercano risposte nella green economy

Alcune strategie sono già state messe a punto al recente convegno a Mestre “Sostenibilità: comfort e benessere abitativo” in cui si sono incontrate le associazioni dei settori del legno, dei pannelli, degli imballaggi e delle finiture per interni come porte, finestre e pavimenti di legno. E proprio il legno rappresenta già di per sé un’efficace strategia, essendo una scelta ecologica ma anche una garanzia di qualità e salubrità per gli edifici. Il legno è protagonista dell’ecodesign: con questa disciplina condivide il fatto di essere al centro dell’intero processo produttivo, dall’ideazione alla vendita fino allo smaltimento e quindi consente di ragionare su tutto il ciclo ottimizzandone passaggi, risorse, scarti. Da qui la nascita del Life Cycle Assessment (LCA, una metodologia per quantificare emissioni, risorse consumate e impatti dei prodotti sull’ambiente e la salute) per i prodotti del legno-arredo, come strumento ottimale per il miglioramento delle performance aziendali e per l’adeguamento alla normativa sull’Ecodesign ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation), secondo la quale il primo criterio della progettazione è quello di prevedere, già in fase di ideazione, quale destinazione avranno tutte le sue componenti a fine vita, ovvero come saranno riciclate.

Inoltre i materiali ecologici in generale (sostenibili e naturali) determinano il benessere degli ambienti: energetico, acustico, termico e ambientale. L’uso di materiali a basse emissioni migliora la qualità dell’aria che respiriamo, riducendo l’affaticamento e i problemi respiratori come allergie e asma. L’illuminazione naturale, il cui apporto agli interni è garantito da una buona progettazione delle finestre, regola il ritmo cardiaco, contribuendo a migliorare l’umore e la qualità del sonno. Anche un adeguato comfort termico e acustico contribuisce a ridurre lo stress e l’insorgere di malattie autoimmuni.

Coerenti con i principi della green economy, le aziende concordano sull’importanza della tracciabilità della materia prima (il legno) e sulla responsabilità collettiva di una corretta gestione delle foreste e di un accurato reperimento del legname, un processo anche questo ormai regolamentato dall’EUDR (European Deforestation-free Products Regulation), che vieta l’importazione e l’esportazione di prodotti nel e dal mercato comunitario che non rispettino requisiti di legalità e sostenibilità, e sui benefici della filiera corta per la riduzione delle emissioni.

Siamo preoccupati dei prodotti che provengono dall’estero che a volte sono di bassa qualità e soprattutto non hanno origini certe”, spiega Renza Altoè Garbelotto CEO di Parchettificio Garbelotto.

“Molti sono infatti senza certificazioni e possono potenzialmente costituire un pericolo per la salute. Dal 1950 noi abbiamo intrapreso una strada molto diversa scegliendo di realizzare i nostri prodotti sempre in Italia, ottemperando alle stringenti normative europee, come la DUE diligence, che norma una serie di obblighi da parte degli operatori che commercializzano e distribuiscono legno e prodotti da esso derivati”.

Pavimento in legno di Parchettificio Garbelotto
In questa e nella prossima immagine ambienti che presentano rivestimenti di Parchettificio Garbelotto realizzati in legno di noce.

L’azienda ha ottenuto la certificazione EPD (la Environmental Product Declaration), per l’impatto ambientale derivato dalla produzione (consumi energetici, approvvigionamento di materie prime, produzione di rifiuti ed emissioni).

Pavimento e parete in legno di Parchettificio Garbelotto
“Abbiamo adottato diverse pratiche sostenibili, tra cui l’utilizzo dell’energia solare per alimentare i processi di produzione, utilizziamo l’intera materia prima in modo ottimale, riducendo gli sprechi e gli scarti di produzione sono trasformati in biomasse per produrre energia. Conteniamo anche l’utilizzo di carta e cartone con imballaggi certificati FSC. Il nostro prodotto è 100% made in Italy, creato interamente qui, dalla lavorazione delle materie prime che provengono solo da fonti responsabili. In termini di innovazione, abbiamo sfruttato le tecnologie dell’Industria 4.0 e stiamo già avanzando verso la 5.0. Pur mantenendo molti controlli manuali per garantire la qualità, abbiamo automatizzato numerosi processi per ottimizzare i costi, ridurre gli sprechi e creare prodotti sempre più tecnologici e sicuri”.

Varietà di prodotto per facilitare la personalizzazione

Le aziende valorizzano il made in Italy anche offrendo una produzione flessibile e diversificata,
un approccio prezioso nel mondo delle costruzioni e ancor di più in un Paese come l’Italia, dove la maggior parte del patrimonio costruito non è di nuova realizzazione ma destinato alla riqualificazione.

Puntando sulla sartorialità dei prodotti e quindi sulla loro adattabilità a diversi contesti le imprese mostrano di essere ben radicate nel territorio, di rifletterne l’identità e di aver pienamente recepito la lezione degli antichi maestri artigiani per parafrasarla con le nuove tecniche e tecnologie produttive.

FerreroLegno: porta Yncisa, finitura ULTRAopaco Ombra
FerreroLegno ha di recente presentato due nuovi decori per la sua collezione di porte Yncisa, Zig/1 e Zig /2, entrambi disponibili in tutta la gamma Ral – NCS, nella finitura laccato opaco e nella speciale palette ULTRAopaco. Inoltre, l’azienda ha predisposto diversi modelli di telaio per questa linea: A_Filo, completamente integrato nel muro, Concept che si caratterizza per il profilo in alluminio e quelli tradizionali con telaio perimetrale Eleva (Minimal Eleva, dallo stile semplice e Quality Eleva, che con la sua profondità crea un gioco di ombre e chiaroscuri).

Materia prima garantita

Altro punto di forza della produzione made in Italy è la qualità delle materie prime, che dona ai prodotti e alle finiture un carattere di solidità, resistenza, durabilità nel tempo ed etica della filiera di provenienza. Ma garantisce anche la salubrità dei contesti abitativi: “Investire nel benessere abitativo e in prodotti adatti alle proprie esigenze non è solo una scelta etica ed estetica, ma anche una decisione cruciale per la salute”, spiega Bazzichetto. “Dal comfort termico alla luminosità, passando dalla sicurezza e dal tasso di umidità dell’aria, è evidente che optare per pavimenti, porte e serramenti di legno influenza in modo significativo la qualità della nostra vita, contribuendo a rendere più salubri e confortevoli gli ambienti in cui scegliamo di vivere”.

Collezione di arredo in legno del marchio Henry Glass
Le linee presentate di recente dal marchio Henry Glass, anche all’ultima edizione del Salone del Mobile, puntano su materiali pregiati e realizzazione su misura. Come la porta a bilico della linea Adela, in rovere grafite, con maniglie incassate.

Case study: Nervesa 21 – Studio Lombardini22

Il caso studio Nervesa 21 di Studio Lombardini22 rappresenta un’eccellenza nell’approccio al benessere abitativo, realizzato anche con l’utilizzo di studi sulle neuroscienze e sull’interazione tra il contesto fisico e l’individuo visto nella propria emotività. Così è stato presentato anche in occasione del convegno.

Progetto Nervesa 21 di Lombardini22
Nervesa 21 – Studio Lombardini22- img®Andrea Martiradonna

Si tratta di un edificio per uffici della fine degli anni Settanta attiguo allo Scalo di Porta Romana a Milano, con superficie di 10.000 mq, suddivisa in due torri comunicanti da 8 e 14 piani. La riqualificazione ha ottenuto il certificato LEED Platinum grazie alle scelte in linea con i parametri ESG (Environmental, Social, Governance): utilizzo di materiali sostenibili (è stato riciclato circa il 90% delle componenti rimosse durante la fase di strip-out e per la facciata è stato scelto un vetro low carbon), risparmio energetico con soluzioni impiantistiche ed involucro performanti, utilizzo di fonti rinnovabili, accumulo dell’acqua piovana per impianto idrico e irrigazione, apparecchiature idrico-sanitarie efficienti, sensori per tenere monitorata la qualità dell’aria, test di controllo sulla qualità dell’acqua, sul comfort acustico, massimizzazione dell’apporto di luce naturale e controllo dell’umidità e della temperatura.

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