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Indice degli argomenti Toggle Edilizia scolastica, la differenza tra Nord e Sud ItaliaLe scuole italiane non sono al passo con l’innovazione tecnologicaScuole italiane: lacune nei LEP su trasporti, palestre e sostenibilità ambientaleLe 10 proposte di Legambiente Il nuovo report nazionale “Ecosistema Scuola” di Legambiente, giunto alla sua XXIV edizione, lancia l’allarme sullo stato critico dell’edilizia scolastica in Italia. Secondo i dati raccolti nel 2023, in 100 comuni capoluogo su 113 totali riguardanti 7.024 edifici scolastici, emerge un quadro preoccupante che evidenzia una vera e propria emergenza infrastrutturale diffusa su tutto il territorio nazionale. Ma qual è lo scenario? Legambiente ci indica che 1 scuola su 3 necessita di interventi di manutenzione urgenti. Una situazione che si aggrava nel Sud Italia e nelle Isole dove la proporzione delle scuole che versano in uno stato problematico sale a 1 su 2. Sebbene nel 2023 siano stati stanziati maggiori fondi per la manutenzione straordinaria degli edifici scolastici, con una media di 42.000 euro per struttura, l’emergenza resta irrisolta. Il divario tra le risorse allocate e quelle effettivamente spese è ancora preoccupante: solo 23.800 euro per edificio sono stati impiegati. Come sottolinea Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola di Legambiente: “Con l’autonomia differenziata si rischia di aumentare i divari tra le scuole del nord e sud. Di questo passo senza un investimento sui LEP, rischiano le aree più fragili del Paese, come il sud e le aree interne, non solo di non recuperare i ritardi sull’edilizia scolastica ma anche di restare indietro sui servizi scolastici. Prosegue Cappelletti: “Se si vuole lavorare su una didattica inclusiva e innovativa l’organizzazione e la progettazione degli spazi è rilevante, bisogna che ci siano laboratori, palestre, mense, nuovi ambienti di apprendimento. Ma anche le condizioni di lavoro sono fondamentali: gruppi classe più piccoli, un isolamento termico che consenta di stare in classe senza disagi, scelte di sostenibilità che migliorino lo stato generale degli edifici. Tutto questo potrebbe essere realizzato se la messa a terra dell’autonomia differenziata aprisse una stagione con al centro un grande piano di rigenerazione partecipata delle scuole per connettere bisogni e azioni”. Edilizia scolastica, la differenza tra Nord e Sud Italia Il divario tra Nord e Sud si manifesta anche nella capacità di gestire i fondi e realizzare progetti. Nel 2023, mentre il Nord e il Sud hanno ricevuto in media circa 1,4 milioni di euro per edificio scolastico dai fondi nazionali per l’edilizia, il Centro ha ottenuto poco più di 600.000 euro, e le Isole meno di 300.000 euro. Questi ultimi fondi risultano decisamente insufficienti per garantire la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico degli edifici. Anche i tempi di realizzazione dei lavori mostrano disparità rilevanti: se in alcune regioni del Nord i cantieri possono concludersi in 8-10 mesi, in diverse aree del Sud si può arrivare fino a 24 mesi per completare gli interventi. Nel 2023, solo il 22,6% delle scuole al Sud possiede il certificato di agibilità, contro il 68,8% al Nord. La situazione è critica anche per l’abbattimento delle barriere architettoniche, con una media nazionale del 79,9%, mentre nelle Isole tale percentuale scende al 61%. Particolarmente allarmante è la mancanza del collaudo statico, presente in una scuola su due a livello nazionale, ma solo nel 27,2% degli edifici al Sud, nonostante si tratti di un’area ad alto rischio sismico. Curiosamente, il Sud supera la media nazionale sul certificato di prevenzione incendi (65,2% contro 55,8%), dimostrando un progresso in questo settore, nonostante i ritardi generali. Il report Ecosistema Scuola è stato presentato a Napoli, in uno spazio di comunità restituito agli abitanti del quartiere grazie a un prezioso lavoro di recupero e rigenerazione urbana avviato dalla cooperativa “La Paranza”. Questo luogo, oggi sede di diversi progetti educativi, diventa simbolo di rinascita e condivisione. “Abbiamo scelto Napoli, capitale del Mezzogiorno, per evidenziare – sottolinea Mariateresa Imparato presidente di Legambiente Campania – ancora una volta il divario tra Nord e sud del Paese in termini di edilizia e servizi scolastici, ma soprattutto per chiedere con atti concreti un’accelerata sul fronte della transizione ecologica ancora troppo timida in ambito scolastico dove assistiamo a ritardi, poca volontà politica e scarsa programmazione. È giunto il tempo di “alzare l’asticella della qualità”, con obiettivi e prestazioni da raggiungere che garantiscano davvero la sostenibilità ambientale e la salubrità degli edifici, la qualità indoor, il benessere e la salute. La vera sfida consiste nel promuovere nei fatti un grande cantiere di innovazione, dove convogliare idee e risorse per progettare e realizzare scuole innovative, sostenibili, più sicure e inclusive”. Disparità territoriali anche nell’ambito delle mense scolastiche La differenza territoriale si evince anche sul tema delle mense scolastiche. Mentre al Nord il 92,2% degli edifici dispone di una mensa, nelle Isole la percentuale scende drasticamente al 41,2%. Questa disomogeneità riflette sperequazioni storiche e influisce anche sulla possibilità di offrire un servizio scolastico a tempo pieno. È importante notare che, sebbene il 96% delle amministrazioni garantisca l’accesso al servizio mensa alle famiglie a basso reddito, la percentuale di beneficiari varia notevolmente: dal 21,7% al Sud e 25,2% nelle Isole, a meno del 10% al Nord e al Centro. Le scuole italiane non sono al passo con l’innovazione tecnologica Nonostante l’importanza crescente della digitalizzazione, il report rivela che solo poco più della metà delle scuole italiane dispone di servizi di cablaggio e wifi adeguati. Le situazioni migliori si riscontrano nel Centro Italia, con una copertura superiore al 70% per entrambi i servizi, mentre nelle Isole si registra una buona diffusione del wifi (71%). Tuttavia, il problema dell’innovazione digitale rimane diffuso su tutto il territorio nazionale, richiedendo un intervento unitario e coordinato per colmare il divario digitale. Scuole italiane: lacune nei LEP su trasporti, palestre e sostenibilità ambientale Secondo Legambiente, i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) attualmente non includono tre aspetti fondamentali legati alla sostenibilità sociale, educativa e ambientale. In particolare, mancano riferimenti al trasporto scolastico, considerato un servizio essenziale per garantire il diritto allo studio, all’accessibilità delle strutture sportive pubbliche, e alla creazione di ambienti scolastici salubri e vivibili dal punto di vista climatico. Il trasporto scolastico, sebbene non incluso nei LEP, è determinante per ridurre le disuguaglianze territoriali, specialmente per le fasce sociali più vulnerabili e per chi risiede in aree periferiche o interne. Attualmente, solo il 19,7% degli istituti scolastici offre un servizio di scuolabus e appena l’11,1% ha linee dedicate. Le iniziative di mobilità sostenibile, come il pedibus (4,3%) e il bicibus (0,3%), restano ancora poco diffuse e prevalentemente concentrate nelle regioni settentrionali. Il report evidenzia che solo il 47,9% degli edifici scolastici dispone di impianti sportivi, e un quarto di questi necessita di manutenzione urgente. Questa carenza strutturale limita le opportunità di attività fisica e sportiva per gli studenti, con potenziali ripercussioni sulla loro salute e benessere. Nonostante l’importanza della transizione ecologica, solamente il 20,9% degli edifici scolastici utilizza fonti di energia rinnovabile, con notevoli differenze territoriali (24,3% al Nord contro il 14,1% nelle Isole). Gli interventi di efficientamento energetico hanno interessato solo il 16,2% delle scuole negli ultimi 5 anni, e appena il 6,7% degli edifici rientra nella classe energetica A, mentre oltre il 72% si trova nelle classi E, F e G. Le 10 proposte di Legambiente Il report di Legambiente non si limita a evidenziare le criticità, ma propone anche un ambizioso piano di rigenerazione partecipata delle scuole italiane, articolato in dieci punti chiave. Tra le proposte più rilevanti, si evidenzia la necessità di attivare processi di amministrazione condivisa basati su Patti Educativi di Comunità, con l’obiettivo di rigenerare gli spazi scolastici e migliorare la qualità dei servizi educativi. Si sottolinea inoltre l’importanza di rendere più accessibili e trasparenti le informazioni sull’edilizia scolastica, creando una struttura di governance per facilitare l’accesso ai fondi. Il piano pone l’accento sulla sostenibilità, proponendo di trasformare le scuole in edifici innovativi ed energeticamente efficienti, anche attraverso la creazione di Comunità energetiche rinnovabili e solidali. Non mancano iniziative per migliorare la mobilità sostenibile e l’accessibilità delle scuole, così come proposte per adeguare il sistema dei Livelli Essenziali di Prestazione, includendo aspetti finora trascurati come i trasporti e le palestre. Infine, si evidenzia la necessità di un approccio più qualitativo al dimensionamento scolastico, superando la mera logica quantitativa per garantire un servizio educativo equo e di qualità su tutto il territorio nazionale. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento