Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
A cura di: Fabiana Valentini Img by MAXXI – foto ©Iwan Baan, Collezione Fotografia MAXXI Architettura e Design contemporaneo Indice degli argomenti Toggle Il progetto Grande MAXXILa visita al cantiere pilota I musei stanno vivendo una profonda metamorfosi, trasformandosi da semplici custodi della cultura a pionieri della sostenibilità ambientale. Attraverso iniziative di sensibilizzazione, programmi educativi e collaborazioni con la comunità scientifica, le istituzioni culturali stanno contribuendo attivamente nella definizione di un nuovo capitolo nella narrazione della sostenibilità globale. Le scelte architettoniche e gestionali dei musei di tutto il mondo offrono delle interessanti best practice capaci di dimostrare quanto la mission di conservazione culturale possa andare di pari passo con la preservazione del benessere ambientale del pianeta. Esempi virtuosi includono il National Museums Liverpool con un innovativo impianto di trigenerazione, la California Academy of Sciences certificata LEED Platinum, e il Quai Branly Museum di Parigi con un esteso giardino verticale. Anche in Italia, il MuSe di Trento è il primo museo nazionale a ottenere la certificazione LEED Gold. In questo scenario si inserisce un progetto come “Grande MAXXI” volto a traghettare il museo di arte contemporanea della Capitale in uno spazio museale innovativo e sostenibile. Il progetto Grande MAXXI Il museo di arte contemporanea di Roma inaugura un nuovo capitolo con “Grande MAXXI”, un ambizioso progetto volto a trasformare l’edificio in uno spazio green e inclusivo. Le aree di intervento interessate Articolato in quattro aree strategiche, il piano trasforma il museo di Zaha Hadid in un “laboratorio vivente” guidato dai valori di sostenibilità, inclusione e innovazione. Al centro di questa trasformazione vi è il MAXXI HUB, una nuova struttura progettata dal team multidisciplinare composto da LAN, SCAPE Architecture, SNA, Bollinger +Grohmann Ingegneria, Franck Boutté Consultants, Bureau Bas Smets, Folia Consulenze. Articolato su tre livelli e dotato di un tetto praticabile accessibile dalla piazza, il nuovo edificio sostenibile non si limita solamente ad offrire spazi espositivi: i nuovi depositi, concepiti per essere aperti al pubblico, rivoluzionano il concetto tradizionale di conservazione delle opere artistiche, mentre il polo di ricerca dell’Innovation Hub emerge come un centro nevralgico per l’incontro tra arte, architettura e tecnologia. Altro elemento chiave del MAXXI HUB sarà il Centro per il Restauro del Contemporaneo, un laboratorio d’avanguardia che si pone come punto di riferimento sul territorio per la conservazione dell’arte contemporanea. La visione green del progetto prende forma nel MAXXI GREEN, un parco lineare progettato dal paesaggista Bas Smets. La galleria verde che corre lungo l’asse di Via Masaccio si sviluppa come un ecosistema urbano, combinando opere site-specific, orti urbani e laboratori di progettazione del paesaggio. L’obiettivo è creare un’isola microclimatica che, attraverso strategie naturali di ombreggiamento e raffrescamento, mitiga gli effetti delle ondate di calore. Il terzo punto del progetto Grande MAXXI prende il nome di MAXXI SOSTENIBILE: il museo punta a diventare un modello di integrazione delle energie rinnovabili nell’architettura monumentale. L’installazione di pannelli fotovoltaici di ultima generazione sui tetti, studiati per preservare l’integrità estetica dell’edificio, coprirà un terzo del fabbisogno energetico del museo. Infine, MAXXI ACCESSIBILE E INTELLIGENTE ridefinisce l’esperienza museale con il programma MAXXIperTUTTI, che amplia l’accessibilità, abbattendo le barriere fisiche, sensoriali e cognitive. Un ecosistema digitale avanzato, basato su ambienti immersivi e dispositivi indossabili, arricchirà l’esperienza dei visitatori, offrendo agli artisti nuove piattaforme espressive sia dal vivo che online. Il MAXXI è un’istituzione che non si limita a conservare e mostrare, ma si evolve come catalizzatore di innovazione sociale, sostenibilità e partecipazione culturale, tracciando una nuova concezione di spazio museale al servizio della città di Roma. La visita al cantiere pilota Abbiamo avuto l’opportunità di visitare il cantiere pilota del MAXXI, per vedere da vicino come l’iconico museo progettato da Zaha Hadid si sta evolvendo verso un futuro più sostenibile. L’evento, organizzato dalla Fondazione MAXXI in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, ha offerto una prospettiva unica su questa trasformazione. La giornata si è aperta con i saluti istituzionali di Emanuela Bruni, Consigliere Reggente della Fondazione MAXXI, e Alessandro Panci, Presidente dell’Ordine degli Architetti. A seguire, un talk di approfondimento ha visto gli interventi di Margherita Guccione, Direttore Scientifico del Grande MAXXI, affiancata dalle archittette Michela Pascucci di Exalto e Francesca Romana Liguori del MiC, che hanno delineato la visione strategica del progetto. Hanno preso parte alla discussione anche le architette Silvia La Pergola, Francesca Romana Liguori ed Elisabetta Virdia del team MAXXI Energy. Per testare l’integrazione dei sistemi fotovoltaici con l’architettura a del MAXXI, è stato realizzato un cantiere pilota che rappresenta un vero e proprio laboratorio a cielo aperto. L’aspetto più interessante della sperimentazione è stata la creazione di una struttura test a terra, progettata specificamente per valutare quattro diverse soluzioni di integrazione fotovoltaica, ciascuna pensata per rispondere alle peculiari esigenze estetiche e funzionali del museo. La prima soluzione testata consiste in un sistema di coppi ed embrici fotovoltaici realizzati in polimero, un materiale che richiama sapientemente la terracotta tradizionale. La particolarità di questa soluzione risiede nella sua capacità di permettere il passaggio dei raggi solari mantenendo nascosto il cristallino, garantendo così un perfetto equilibrio tra funzionalità ed estetica. La seconda tipologia prevede l’uso di pannelli fotovoltaici che reinterpretano completamente il concetto stesso di tegola, creando un sistema integrato che copre l’intera falda del tetto. La terza variante esplora l’uso del metallo, con coppi ed embrici che incorporano il cristallino. Infine, la quarta soluzione propone un interessante sistema ibrido che combina embrici fotovoltaici in metallo con il classico coppo in terracotta. Salendo sui tetti dell’edificio abbiamo potuto osservare da vicino le caratteristiche coperture a costoloni che presto ospiteranno innovative tecnologie fotovoltaiche. Il team tecnico ci ha guidato attraverso i dettagli dell’installazione, spiegando come questi interventi permetteranno al museo di ridurre significativamente il proprio impatto ambientale pur mantenendo intatta l’integrità architettonica dell’opera. È stato particolarmente interessante vedere come le soluzioni sostenibili si stiano integrando armoniosamente con il design avveniristico di Hadid, creando un connubio virtuoso tra le scelte stilistiche dell’architettura contemporanea e le sfide energetiche del nostro tempo. La giornata si è conclusa con un momento culturale significativo: la proiezione di “The Great Silence” del duo artistico Allora & Calzadilla dalla Collezione MAXXI Arte e del cortometraggio “Cosa resta” di Francesca Catricalà, vincitrice del Flaminio Film Festival 2024. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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