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La rigenerazione urbana, un processo che trasforma spazi inutilizzati in opportunità di crescita, trova nelle infrastrutture il suo alleato principale. Il Secondo Rapporto Nazionale sulla Rigenerazione Urbana, redatto da Scenari Immobiliari in collaborazione con Urban Up | Unipol, prevede che entro il 2050 saranno rigenerati quasi 855 kmq di suolo in Italia. Questa trasformazione non solo migliorerà la qualità della vita, ma genererà un impatto economico stimato di 1.900 miliardi di euro e oltre 100.000 posti di lavoro. Il Rapporto analizza il ruolo strategico delle infrastrutture come pilastro della rigenerazione urbana, dalle grandi città ai territori meno centrali. Rigenerazione urbana e infrastrutture: un connubio essenziale La rigenerazione urbana non riguarda solo la riqualificazione edilizia, ma è un processo che coinvolge aspetti sociali, economici e ambientali. Come ha dichiarato Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari: “La rigenerazione urbana si pone l’obiettivo non solo di recuperare il patrimonio esistente, ma anche di elevare la qualità della vita, promuovendo miglioramenti sociali, ambientali ed edilizi”. Le infrastrutture svolgono un ruolo centrale in questo scenario, fungendo da connettore tra le diverse realtà urbane. Massimiliano Morrone, Amministratore Delegato di UnipolSai Investimenti SGR ha evidenziato che “La rigenerazione delle aree periferiche di una città come Milano può essere davvero efficace soltanto se sostenuta da un corretto sviluppo della rete infrastrutturale e da una concreta collaborazione tra soggetti pubblici e soggetti privati”. A Milano, per esempio, la creazione di nuove centralità urbane nel progetto “transit oriented development” ha portato alla riqualificazione dell’area Stephenson, “dove coesistono – ha continuato Morrone – a meno di 1km uno dall’altro tre grandi sviluppi mixed use che hanno generato negli ultimi 10 anni la costruzione di circa mezzo milione di mq e con altrettanto sviluppo previsto in divenire”, che si prevede ospiterà oltre 100.000 nuovi residenti e lavoratori. Le infrastrutture contribuiscono a ridurre il consumo di suolo grazie al riuso delle aree dismesse; migliorare la mobilità e l’accessibilità urbana; favorire la coesione sociale, integrando diverse realtà territoriali. Questo approccio integrato permette di sviluppare città più resilienti, capaci di adattarsi alle esigenze future. Infrastrutture, reputazione e rigenerazione urbana sono ugualmente importanti per lo sviluppo equilibrato dei territori, favoriscono infatti la riqualificazione del patrimonio edilizio, il riuso di aree dismesse e una pianificazione urbanistica coordinata. Nel 2024, questi processi trasformeranno circa 33 kmq di territorio, generando oltre 15 miliardi di euro di valore aggiunto immobiliare. Benefici economici e sociali della rigenerazione urbana Il rapporto evidenzia l’enorme potenziale economico e sociale della rigenerazione urbana supportata dalle infrastrutture. Entro il 2050, saranno disponibili quasi 855 Kmq di suolo rigenerabile (il 4,1% della superficie urbanizzata nazionale), per 320 milioni di mq di superfici immobiliari potenzialmente realizzabili. Questo processo consentirà di attivare un giro d’affari nel settore immobiliare stimato in 660 miliardi di euro nei prossimi 26 anni, grazie al recupero di aree, edifici, strutture e spazi pubblici inutilizzati o sottoutilizzati. Inoltre, avrà un impatto economico e sociale complessivo valutato in 1.240 miliardi di euro, generando benefici significativi per lo Stato, con entrate fiscali aggiuntive annuali comprese tra 17,5 e 26 miliardi di euro. Sono inoltre attesi circa 100mila nuovi addetti impegnati nella filiera immobiliare nell’ambito dei processi di rigenerazione urbana. Mario Breglia ha così commentato: “In Italia il patrimonio edilizio nazionale è composto per una ampia parte da asset vetusti, non più rispondenti alle odierne necessità. Questa componente rappresenta la base sulla quale la rigenerazione urbana può intervenire, Francesca Zirnstein, Direttore Generale di Scenari Immobiliari, ha sottolineato: “Le aree urbane in cui si opera la rigenerazione sono sistemi complessi che devono rispondere alle esigenze mutevoli di residenti, lavoratori e visitatori, evitando criticità economiche, sociali e ambientali”. Alcuni aspetti da sottolineare emersi dal rapporto: Ricadute fiscali per lo Stato: il gettito aggiuntivo annuale stimato è compreso tra 17,5 e 26 miliardi di euro. Nuovi posti di lavoro: saranno coinvolti circa 100.000 addetti nel settore immobiliare e infrastrutturale. Sviluppo equilibrato: città come Trieste, Genova, Firenze e Roma trarranno vantaggio dalla rigenerazione urbana, insieme ad aree meno centrali come Moncalieri e Foggia. Inoltre, la pianificazione infrastrutturale nazionale può fungere da leva per riequilibrare le disparità territoriali, portando sviluppo anche nelle zone meno urbanizzate. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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