L’evoluzione degli smart building sta trasformando il settore delle costruzioni in Italia, generando un impatto significativo sul mercato del lavoro. Entro il 2030, si stima la creazione di oltre 200mila nuovi posti qualificati, con una domanda crescente di ingegneri, progettisti, installatori e operai specializzati. Tuttavia, il gap di competenze sta rallentando questa transizione: il 57,6% delle figure professionali richieste non è attualmente reperibile. Per colmare questa lacuna, diventa fondamentale potenziare la formazione attraverso scuole, ITS Academy e programmi di reskilling.
Come sottolinea Benedetta Brioschi, Partner di TEHA Group, 1° Think Tank privato e indipendente in Italia: “Gli smart building rappresentano un’opportunità unica per generare occupazione qualificata e contribuire alla sostenibilità dell’edilizia. Tuttavia, senza investimenti mirati nella formazione, il settore rischia di non trovare le competenze necessarie a supportare questa trasformazione”.
E’ stata presentata di recente la terza edizione dell’analisi dedicata al tema realizzata dalla Community Smart Building di The European House – Ambrosetti, con il supporto dei partner ABB, ANCE Lombardia, BTicino, IRSAP, KONE, MCZ Group e Principe Ares.
Gli smart building come motore di occupazione qualificata
L’Italia possiede uno dei patrimoni edilizi più datati d’Europa, con edifici spesso inefficienti dal punto di vista energetico. In risposta alla Direttiva Case Green dell’UE, che impone obiettivi stringenti di riduzione delle emissioni, gli smart building sono tra le soluzioni più interessanti anche per la riqualificazione sostenibile del settore. Questa transizione non solo migliora l’efficienza degli edifici, ma rappresenta anche un’opportunità per il mercato del lavoro.
Secondo i dati della Community Smart Building di TEHA, la filiera degli edifici intelligenti genera già oggi un fatturato di 174 miliardi di euro e impiega 515mila addetti. Entro il 2030, la domanda di professionisti specializzati crescerà esponenzialmente: serviranno 124mila operatori specializzati, tra cui idraulici, elettricisti e serramentisti, oltre a 54mila installatori di sistemi avanzati come domotica e fotovoltaico. Saranno inoltre richiesti 14mila tecnici esperti in manutenzione e cybersecurity, 11mila ingegneri con competenze in elettronica ed efficienza energetica e 10mila progettisti, tra architetti e designer d’interni.
La necessità di addetti alle vendite specializzati è altrettanto rilevante, poiché la diffusione delle tecnologie smart richiede una comunicazione efficace dei loro benefici economici e ambientali. Come evidenzia Riccardo Zanette, AD di MCZ Group: “Il gap di competenze è una sfida strategica: formare personale altamente qualificato è essenziale per sostenere la crescita degli smart building e l’innovazione nel settore edilizio”.
Formazione e upskilling per colmare il gap di competenze
Nonostante la crescente domanda di competenze green e smart, il mercato del lavoro fatica a rispondere adeguatamente. Oggi, solo il 13% degli occupati nel settore edilizio ha una laurea, mentre oltre la metà (54%) possiede solo la licenza media. Inoltre, l’età media della forza lavoro è elevata: il 62% ha tra i 35 e i 54 anni, mentre i giovani tra i 15 e i 34 anni rappresentano solo il 20%.
Per affrontare questa carenza, le imprese stanno investendo in programmi di formazione e collaborazioni con le ITS Academy, che si stanno rivelando un modello efficace per la creazione di competenze in linea con le esigenze del mercato. Gli ITS Academy hanno formato oltre 46mila studenti dal 2015 al 2024, con un tasso di occupazione dell’87% entro un anno dal diploma.
Andrea Vicario di ABB SpA sottolinea: “Il futuro dell’edilizia sarà sempre più orientato alle competenze green e digitali. È essenziale potenziare l’offerta formativa e creare sinergie tra aziende e istituzioni per preparare le nuove generazioni alle sfide della transizione ecologica”.
L’innovazione nel settore edilizio, insomma, non può prescindere dall’investimento in capitale umano. Con il giusto mix di politiche formative e strategie di reskilling, l’Italia può non solo rispondere alle esigenze della transizione smart, ma anche trasformare il settore delle costruzioni in un motore di occupazione qualificata e sviluppo sostenibile.
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