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I lavori della Federation Tower, una gigantesca doppia torre da 430 metri a pochi chilometri dal Cremlino, sono in via di ultimazione. Con il nome di “Moscow City”, si indica uno dei più ambiziosi progetti commerciali della capitale russa. Su di una superficie di 100 ettari, distante soltanto quattro chilometri dal Cremlino, sono previsti 15 grattacieli che occuperanno una superficie totale costruita di 60 ettari. Il risultato saranno 2,5 milioni di metri quadrati di uffici, abitazioni, loisir, hotel e commercio concentrati in una “mini-maxi” città nuova sulle rive del fiume. La maggior parte dei grattacieli si concentreranno attorno a un centro commerciale. In questo contesto si aggiunge una nuova tratta della metropolitana attualmente in costruzione e le linee di una ferrovia di superficie ad alta velocità che collegherà “Moscow City” ai due aeroporti internazionali; saranno inoltre potenziati e resi più efficienti i servizi di trasporto delle merci per via ferroviaria, stradale e per nave. Un’area nata negli anni settanta La costruzione di questa area incolta che si trova in una zona centrale della città, delimitata da una parte dal fiume e dall’altra da grandi vie magistrali, vede le prime realizzazioni già all’inizio degli anni ’70. Allora furono costruiti il Centro Commerciale internazionale, più tardi la zona fieristica chiamata “Expocenter”. In concomitanza alla costruzione del terzo anello autostradale, l’importanza dell’area crebbe; i primi piani per una “Business City” risalgono infatti agli inizi degli anni ’90, una sorta di “Città nella città”. Esempi di questa edificazione si possono trovare nei “Docklands” di Londra, o nel quartiere parigino della “Défense”. Ma si trattava allora per lo più di rappresentazioni molto astratte. La forma del futuro “Business Center” acquistò contorni più definiti solo alla fine degli anni ’90, quando cioè fu aperto il “Bagration”, gigantesco ponte pedonale, e quando, nel 2001 fu terminata la costruzione dell’edificio commerciale “Torre 2000”. Nel febbraio del 2005 è stata posata la prima pietra del grattacielo “Federation”. Quando nel 2008 sarà terminato, si tratterà della costruzione più alta d’Europa. Un’architettura influenzata dall’Occidente Lo skyline di Mosca è tempestato di giganti, siccome lì è di casa il gigantismo e la monumentalità. La capitale russa si vanta già del “Palazzo trionfo” costruito in stile pseudostalinista: il più alto edificio residenziale con i suoi 264 metri di altezza. È curioso l’appellativo che in tedesco definisce questo stile, che viene chiamato “Zuckerbäckerstil”: lo stile del pasticcere, definizione estremamente calzante. “Moscow City” invece, nelle intenzioni della committenza, deve distanziarsi da ogni vecchio stilema delle passate architetture e proiettarsi in un futuro ancora più radioso di tutti i passati futuri della Russia, ed essere l’espressione delle più avanzate tendenze dell’architettura moderna dell’occidente. Perciò sono richiesti architetti stranieri. In questo ultimo anno sono stati realizzati già sette progetti, di cui quattro portano le firme di studi di architettura esteri. Il progetto Il complesso “Federation” occupa il lotto numero 13 e viene realizzato su progetto di una società di architetti composta dal Professor Peter Schweger e dall’Architetto Sergei Tchoban. Il loro disegno è uscito vittorioso da un concorso internazionale al quale avevano partecipato studi russi, europei ed americani. Dopo il concorso seguì una lunga fase di rielaborazione del progetto per adattarlo alle richieste dei committenti e alle leggi locali. Ciononostante poche sono state le modifiche apportate al progetto originario. L’idea delle due torri raggruppate intorno a un asse centrale, resta invariata. Trovare la forma è stato un lungo cammino. Il complesso che in un prossimo futuro si sarebbe configurato come un nuovo segno distintivo dell’orizzonte di Mosca, doveva avere un profilo chiaro, rappresentativo e al contempo plastico, che si presentasse bene da qualsiasi prospettiva. La base è un blocco monolitico spezzato; i quattro sovrastanti piani sono rientrati rispetto al punto su cui iniziano le torri vere e proprie, per slanciarle ulteriormente dal suolo. Queste sono concepite come una costruzione dinamica di differenti altezze: una di 240, l’altra di 340; in mezzo si erge lo “spillo” con un ascensore panoramico che termina con un’antenna che raggiunge i 430 metri. L’equilibrio tra le diverse strutture Il basamento pesante di 6 piani rivestito in vetro, è un elemento equilibratore dell’intera costruzione. A livello del marciapiede il basamento propone una soluzione “a misura umana” al complesso. La cesura tra il basamento e le torri è sottolineata da una “lente” arretrata di quattro piani sulla quale si posano le due torri che in pianta si presentano come triangoli equilateri ovalizzati, che vanno rastremandosi verso la sommità. C’è inoltre anche un aspetto della costruzione che si sviluppa nel sottosuolo. Un “Atrium” di complessivi 14 livelli collega gli spazi contenuti nello zoccolo, con entrambe le torri e si apre con una forma a imbuto in quattro piani sotterranei. Questi spazi ospiteranno un “Lifestyle Center” con entertainment, shopping, gastronomia e un centro per eventi e conferenze. Al piano terra e al primo sotto terra si trovano le hall di ricevimento e di controllo del pubblico. L’organizzazione dei diversi piani La torre “A” di 93 piani ospiterà uffici dal 7° al 32° piano e dal 35° al 46°, appartamenti di lusso dal 60° all’80° piano e l’hotel a 5 stelle “Hyatt” dal 63° all’86° piano. Il progetto consente ai clienti dell’albergo di raggiungere con gli ascensori “Express” direttamente il 91° piano; da lì altri ascensori recapitano i clienti ai livelli delle loro stanze. Al 90° piano si trovano le sale conferenza e dal 92° al 93° ristoranti e bar di pertinenza dell’albergo. All’interno della torre più bassa, soli 62 piani, ci saranno uffici dal 7° al 32° piano, e dal 35° al 46°; per il resto appartamenti dal 49° al 58° piano. Al 59° e al 62° si trovano la Spa e il wellness dell’albergo. Lo “spillo” piantato fra le due torri contiene un ascensore che parte a +50 metri dall’atrio e che lo collega alla piattaforma panoramica pubblica che si trova sotto la cupola della torre più alta. È facile immaginare l’effetto spettacolare di questa conquista visiva dello spazio. Sotto l’aspetto tecnico e costruttivo, l’edificio è in semplice cemento armato con un nucleo centrale massiccio e una corona di pilastri esterni di cemento ad alta resistenza (B80), con una fondazione di travi e solai rovesci che poggiano su una sottofondazione dello spessore di 4 metri. Il nucleo centrale Il nucleo centrale della torre più bassa costituisce l’elemento di irrigidimento. I pilastri esterni hanno solo funzione portante. Nella torre più alta di 350 metri invece la corona di pilastri esterni assume anche funzione di irrigidimento, formando così un sistema di “tubo nel tubo”. Pilastri e travi anulari formano il “tubo” esterno, le pareti del nucleo centrale il “tubo” interno. Per un irrigidimento ulteriore vengono entrambe collegate orizzontalmente a livello dei piani tecnici, cioè ogni 20 piani. A questi livelli viene anche collegato con ponti sospesi lo “spillo” alle torri, cosa che ha evidentemente anche funzione statica. Fonte Il Sole 24 Ore Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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