Anac, BIM, opere pubbliche. Ok dal Cdm al Nuovo Codice Appalti

Anac, BIM, opere pubbliche. Ok dal Cdm al Nuovo Codice Appalti

Il nuovo Codice degli Appalti è stato approvato in Consiglio dei Ministri

Nuovo Codice Appalti approvato dal consiglio dei Ministri
Nuovo Codice Appalti approvato dal consiglio dei Ministri

217 articoli, contro i 600 del vecchio codice: è la semplificazione la parola chiave della Legge approvata poche ore fa.
Il Progetto, come richiesto dalle direttive CE, diventa fulcro, articolandosi in tre livelli: progetto di fattibilità, progetto definitivo e progetto esecutivo., a favore di costi e tempi minori.
All’Anac viene data una centralità di controllo e di supervisione, anche grazie al supporto economico che si spera si concretizzi.

Abbandonato poi il criterio del massimo ribasso, che resterà solo per le gare di importo più basso, in favore dell’offerta economica più vantaggiosa che permette di valutare anche la qualità dell’offerta e le garanzie offerte in termini sociali e ambientali.

https://www.infobuild.it/2016/03/dl-codice-appalti/

 

Nuovo Codice Appalti – modernizzazione del sistema degli appalti pubblici in Italia
Positivi i commenti 
Aniem

Piacentini: “Mai come questa volta ci sembra che il coraggio improntato alla volontà di cambiamento e innovazione abbia prevalso sulla paura e sull’arroccamento conservatore, che peraltro ha trovato anche questa volta i suoi fervidi sostenitori. Ma diamo atto al Governo di aver ascoltato fino all’ultimo le proposte finalizzate a migliorare il testo, soprattutto sul tema della qualificazione per gli appalti fino ad 1 milione di euro”

“Con l’approrazione preliminare del Codice Appalti da parte del Consiglio dei Ministri si segna un passo storico nella modernizzazione del sistema degli appalti pubblici in Italia, con, finalmente, una disciplina che ci avvicina al resto del mondo investendo sulla qualità, sulla trasparenza e sulla responsabilità”, questo il commento di Dino Piacentini- Presidente di Aniem, l’Associazione delle pmi edili di Confimi Industria – all’indomani dell’approvazione del provvedimento che passa ora all’esame delle Commissioni Parlamentari.

“Fin dall’inizio delle discussioni e delle audizioni istituzionali sul recepimento delle direttive europee avevamo chiesto una riforma radicale, un approccio metodologico diverso rispetto al passato, una normativa più leggera che mirasse a far emergere la capacità del fare delle nostre aziende, gli investimenti, le specializzazioni, le soluzioni progettuali più idonee in un ambito di maggiore trasparenza e di valorizzazione della qualità rispetto al prezzo.

Oggi siamo soddisfatti di una disciplina più improntata al soft law, attenta ad una qualificazione reale degli operatori fondata sulla dimostrazione delle loro capacità e potenzialità, ma anche della loro storia e dei loro comportamenti, così come accogliamo finalmente con piacere un progetto serio di professionalizzazione e qualificazione delle stazioni appaltanti, dalla verifica dei requisiti per bandire una gara alla composizione delle commissioni giudicatrici.”, prosegue il Presidente di Aniem.

Che aggiunge: “Mai come questa volta ci sembra che il coraggio improntato alla volontà di cambiamento e innovazione abbia prevalso sulla paura e sull’arroccamento conservatore, che peraltro ha trovato anche questa volta i suoi fervidi sostenitori. Ma diamo atto al Governo di aver ascoltato fino all’ultimo le proposte finalizzate a migliorare il testo, soprattutto sul tema della qualificazione per gli appalti fino ad 1 milione di euro.”

“Ci auguriamo – conclude Piacentini – che l’imminente passaggio parlamentare possa ulteriormente migliorare il Codice, soprattutto su alcuni aspetti che riteniamo importanti per garantire una piena e corretta concorrenza in un sistema economico che, non lo dimentichiamo, è costituito da micro, piccole e medie imprese, realtà produttive che devono essere supportate nei loro processi di crescita con giusti tempi e modalità.

In questo senso auspichiamo che siano riviste le norme sulla procedura negoziata fino ad 1 milione di euro che nell’attuale testo prevedono una consultazione limitata anche a soli 5 operatori, scelta che ci pare eccessivamente restrittiva in un mercato che rappresenta circa l’85% degli appalti; così come vorremmo che il grande passo in avanti compiuto con l’individuazione delle commissioni giudicatrici e relativo sorteggio non venisse stemperato dalla norma che consente per gli appalti sotto soglia alla stazione appaltante di nominare componenti interni allo stesso ente appaltante.”

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