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Aumentare la sicurezza del patrimonio edilizio esistente è un’importante sfida per un Paese che, come il nostro, ha un alto livello di rischio sismico. Gli interventi sono però diversi e la principale differenza è tra adeguamento sismico e miglioramento sismico. Indice degli argomenti: Come intervenire sugli edifici esistenti? Differenze tra adeguamento sismico e miglioramento sismico Quando si procede con un adeguamento sismico e quando con un miglioramento sismico? Interventi locali e di riparazione Adeguamento sismico e miglioramento sismico non sono la stessa cosa e fare chiarezza sulla tematica, in un Paese come il nostro, è molto importante. L’Italia si caratterizza per un livello di rischio sismico tra i più elevati del Mediterraneo e, secondo i dati del Consiglio Nazionale degli Ingegneri presentati in occasione della scorsa Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, gli interventi per garantire la sicurezza del patrimonio edilizio italiano dovrebbero toccare più di 12 milioni di abitazioni. Questo significa chiaramente proseguire nella direzione che ha già visto la messa in campo di importanti investimenti, come il Superbonus anche per prevenire spese ancora maggiori a seguito di eventuali eventi sismici. Del resto, nella storia (anche recente) non mancano esempi di terremoti che hanno dimostrato l’importanza di scegliere la prevenzione ed aumentare i livelli di sicurezza sismica. Come intervenire sugli edifici esistenti? Il primo passo è la valutazione della sicurezza Detto che gli interventi antisismici sugli edifici possono essere di differente natura, è importante capire come valutare la strada migliore da percorrere. Le Norme Tecniche per le Costruzioni stabiliscono che è necessaria una valutazione della sicurezza dell’edificio. Un’attività che deve chiaramente essere svolta da tecnici competenti, che avranno anche il compito di stilare un’apposita relazione, nella quale si valutano le esigenze di intervento, anche mediante l’uso di appositi software di calcolo e modellazione. In questa fase si parla anche di conoscenza della struttura e dei materiali, introducendo dei “fattori di confidenza” che concorrono a determinare i valori di resistenza da adottare. Da questa valutazione può emergere che la struttura può essere utilizzata senza alcun intervento, piuttosto che la necessità di aumentare la sicurezza strutturale o anche di modificare la destinazione d’uso. Secondo le NTC la valutazione della sicurezza è obbligatoria quando si evince un’evidente riduzione della capacità resistente e/o deformativa della struttura manifestata tramite forme di degrado, a seguito di danni provocati da azioni ambientali, quando si provano gravi errori di progettazione e costruzione, nel caso in cui si cambi destinazione d’uso all’edificio e quando si interviene sull’edificio con interventi strutturali e non, nel caso interagiscano anche solo in parte con elementi strutturali. Differenze tra adeguamento sismico e miglioramento sismico Come già anticipato, l’adeguamento sismico non deve essere confuso con il miglioramento sismico. Anche se entrambi sono interventi mirati a modificare il comportamento sismico di un edificio, è bene sapere che un miglioramento sismico si pone l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della struttura esistente, mentre un intervento di adeguamento sismico permette di raggiungere i livelli di sicurezza richiesti dalla normativa per le nuove costruzioni. È chiaro, quindi che un adeguamento sismico richiede generalmente interventi più onerosi, in alcune situazioni anche molto complessi. In entrambi i casi, però, si opera sulla globalità della struttura e al termine dei lavori deve essere eseguito un collaudo. Quando si procede con un adeguamento sismico e quando con un miglioramento sismico? La tipologia di intervento da realizzare non dipende solo dall’analisi del progettista, ma anche da obblighi previsti dalla normativa. In particolare, l’adeguamento sismico è obbligatorio quando si realizzano: una sopraelevazione; ampliamenti della struttura esistente; variazioni della destinazione d’uso con aumento significativo dei carichi in fondazione; trasformazioni della costruzione, tramite interventi strutturali. Quando non si incorre in questo obbligo, invece, è possibile valutare di eseguire solo un miglioramento sismico e aumentare la sicurezza della struttura esistente. In entrambi i casi, la valutazione della sicurezza è obbligatoria e si considera sempre l’edificio nella sua interezza. Anche quando non obbligatorio, il progettista può valutare di eseguire un intervento di adeguamento sismico, il tutto deve essere considerato in base alla struttura esistente e agli interventi necessari per raggiungere i livelli di sicurezza previsti dalla norma, ma anche le esigenze e la disponibilità di risorse del committente. Interventi locali e di riparazione Un ultimo punto riguarda gli interventi locali e di riparazione, differenti sia da adeguamento che miglioramento sismico. In questi casi, infatti, si interviene in modo locale su elementi strutturali con lo scopo di ripristinare le caratteristiche della struttura, modificarne o migliorarne alcune parti. Ciò che differenzia questa tipologia di interventi da quelli visti in precedenza è proprio il fatto che non si interviene sul comportamento globale dell’edificio, ma solo su alcune sue parti limitate. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento