Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Dall’idea di una startup italiana è nato un intonaco a base argilla combinata con materiali naturali di scarto. Un’idea green e performante per la bioedilizia Indice degli argomenti: Bioedilizia: cos’è l’intonaco in argilla e scarti di canapa, riso e carta Intonaco in bioedilizia: il processo produttivo e i benefici dell’argilla Realizzare intonaci in bioedilizia grazie ad argilla e a materie vegetali come canapulo, lolla di riso, fibra di cellulosa. Da qui nasce l’idea alla base di un progetto tutto italiano di una startup innovativa romagnola che mette al centro sostenibilità ambientale ed economia circolare, utilizzando materie prime seconde, gli “scarti”, per realizzare un rivestimento delle murature che garantisce sensibili benefici in termini di prestazioni e di comfort abitativo. Bioedilizia: cos’è l’intonaco in argilla e scarti di canapa, riso e carta Si chiama “Argi Lite Bio” ed è il nome del progetto nato nel 2018 per produrre e commercializzare intonaci per bioedilizia capaci di coniugare prestazioni e qualità ecologica. Gli intonaci sono composti da argilla cruda come legante, sabbia come inerte e fibre vegetali come rinforzo e alleggerimento. L’innovazione vera è creare un prodotto bio puntando sugli scarti, in particolare su materie prime seconde naturali recuperate dalle lavorazioni degli inerti da cava (terra cruda) e da scarti di agricoltura (canapulo o lolla di riso, per esempio) e dal riciclo della carta (fibre di cellulosa). L’unico materiale non di scarto è la sabbia, che viene comunque estratta negli stessi siti dell’argilla per garantire una perfetta compatibilità. Tutto quello che serve viene reperito in un raggio massimo di 150 chilometri dalla sede produttiva, a Forlì, riducendo così al minimo i costi di trasporto e l’impatto ambientale. Il canapulo, derivante dalla macinazione dello stelo della canapa, proviene da un’azienda agricola biologica in provincia di Parma. Linea Argi Lite Bio, preparazione rinzaffo La linea Argi Lite Bio si compone di: intonaco e intonaco termico , ovvero di intonaco da interno con proprietà termoisolanti, traspiranti e antimuffa; barbottina, legante naturale in argilla disciolta in acqua; finitura a base argilla , realizzato utilizzando colori naturali quali cocciopesto e polveri di marmo con una cartella di circa 30 colori oltre che su commissione. Argi Lite Bio è un’idea nata dalla startup innovativa Argi Tech, nata nel 2018 da Fabio Mengoli, socio insieme a Marco Cesari, che utilizzava già l’argilla nei suoi progetti edili, e all’architetto Ilaria Rocassaglia. Intonaco in bioedilizia: il processo produttivo e i benefici dell’argilla Per realizzare l’intonaco e gli altri prodotti prima di tutto si procede al vaglio delle materie prime, alla loro macinatura ed eventuale essicazione. Dopo si esegue la miscelazione (miscela registrata e certificata) e il confezionamento in bidoni riciclabili. I materiali sono miscelati “bagnati” e quindi già pronti all’uso, pensati anche per il fai da te. Le materie prime vengono lavorate senza che subiscano alcuna trasformazione chimica. Per quanto riguarda la terra cruda, ingrediente principale, è un prodotto derivato da una materia prima abbondante e riciclabile di origine minerale: argilla, essiccata ma non cotta; limo (sabbia finissima), sabbia e ghiaia per ottenere prodotti differenti a seconda dell’impiego: mattoni, lastre o anche malta di terra per intonaci. Posa Argi Lite Bio La terra cruda è traspirante, resistente al fuoco e fonoassorbente, permette di garantire ottime prestazioni di isolamento termico e acustico. «Stiamo attualmente continuando con la messa a punto di nuovi prodotti quali un “collante e rasante” a base argilla per pannelli isolanti naturali da interno, per esempio sughero o pannelli in fibra di canapa o legno – spiega Fabio Mengoli – Inoltre stiamo cercando di realizzare il progetto di spostare la produzione in zona agricola per avere un terreno da poter coltivare direttamente la canapa dalla quale estrarremmo la fibra e il canapulo che utilizziamo nelle nostre miscele, in modo da avere un prodotto ancora più a “km 0 “». Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento