Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Indice degli argomenti Toggle Bonus casa, le novità sulla ritenuta d’acconto per i bonifici parlantiCome funziona la ritenuta d’acconto sui bonificiCome funziona il bonifico parlante La Legge di Bilancio per il 2024 ha introdotto diverse novità sui bonus casa con l’obiettivo di limitare le truffe e ridurre il carico di spesa dello Stato. Una di queste è la modifica della ritenuta d’acconto sui bonifici parlanti, modifica che va a influenzare la percentuale della ritenuta. Si passa infatti dall’8% all’11%. La nuova aliquota della ritenuta d’acconto per i bonifici parlanti scatta dal 1° marzo 2024 e rappresenta un costo aggiuntivo per le imprese che hanno eseguito i lavori agevolati dai vari bonus casa (Ecobonus, bonus Ristrutturazioni, Sismabonus e altri ancora). La normativa di nuovo conio aumenta dall’8% all’11%, a decorrere dal 1° marzo 2024, la ritenuta d’acconto d’imposta sul reddito dovuta dai beneficiari all’atto dell’accredito dei pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta ed estende, a decorrere dal 1° aprile 2024, la ritenuta d’imposta dovuta sulle provvigioni inerenti a rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio e di procacciamento di affari anche agli agenti di assicurazione e ai mediatori di assicurazione. Così si legge nella nota del Fisco relativamente ai commi 88-90 della Legge di Bilancio per il 2024. Bonus casa, le novità sulla ritenuta d’acconto per i bonifici parlanti La ritenuta sul bonifico è l’importo che la banca o Poste Italiane (a seconda dell’istituto che emette il pagamento) trattiene sul pagamento effettuato. Tale ritenuta si applica nel caso in cui il contribuente usufruisca delle maxi agevolazioni fiscali legate ai bonus edilizi 2024 e riguarda le imprese che realizzano le opere. Per tutto il 2023, la ritenuta d’acconto sui bonifici era pari all’8%, percentuale che aumenta fino al 11% dal 1° marzo 2024 in poi per effetto della Legge di Bilancio. Per i bonifici effettuati entro il 29 febbraio 2024, si applica la vecchia misura dell’8%. L’aumento della ritenuta d’acconto va a vantaggio dello Stato e a discapito delle aziende alle quali il bonifico è rivolto. Per questo motivo diverse associazioni di categoria hanno manifestato la loro contrarietà alla modifica. Tra queste l’ANFIT, Associazione Nazionale per la tutela della Finestra Made in Italy, considera l’aumento della ritenuta d’acconto inammissibile e poiché toglie liquidità alle imprese arrecando un danno economico al settore. L’impatto è notevole sui comparti costruzioni ed impiantistica che già stanno accusando una brusca frenata. Inoltre per recuperare interamente, in termini finanziari, l’ammontare di imposte anticipate con la ritenuta, le imprese devono attendere da un minimo di 283 giorni a un massimo di 647 giorni, quasi due anni. Così Ruggero Vitali responsabile CNA Costruzioni Rimini. Come funziona la ritenuta d’acconto sui bonifici La ritenuta sul bonifico consiste in una somma a titolo di acconto dell’imposta dei redditi trattenuta dalle banche o da Poste italiane. Ciò vuol dire che l’impresa che ha eseguito gli interventi agevolati con il bonus Ristrutturazione, il Superbonus, l’Ecobonus e altri bonus incamera una somma decurtata della ritenuta. In altre parole, la ritenuta sul bonifico va a ridurre la liquidità di cui l’impresa può disporre. Come funziona il bonifico parlante La ritenuta d’acconto si applica sul bonifico parlante, la tipologia di bonifico richiesta dall’Agenzia delle Entrate per poter beneficiare dei bonus edilizi. Il bonifico parlante si differenzia dal normale bonifico perché più dettagliato. Può essere sia postale che bancario e nella causale deve riportare le informazioni precise e dettagliate sui beneficiari e sui riferimenti legali. Nel bonifico parlante il contribuente deve inserire: la causale, con la dicitura indicata dall’Agenzia delle Entrate per il bonus richiesto. Ad esempio per il bonus Ristrutturazioni è “Bonifico per detrazioni previste dall’art. 16-bis del Dpr 917/1986”. i riferimenti della fattura – numero e data – in modo da risalire al documento il codice fiscale del beneficiario il numero partita Iva o codice fiscale per l’intestatario del bonifico, cioè l’impresa che ha realizzato i lavori l’agevolazione richiesta In presenza di più soggetti che sostengono la spesa e vogliono usufruire della detrazione, il bonifico parlante deve riportare il numero di codice fiscale di ciascuna persona interessata. Invece, se l’intervento è stato realizzato sulle parti comuni del condominio, si dovrà indicare il codice fiscale del condominio e quello dell’amministratore. Se l’ordinante del bonifico è un soggetto diverso da quello indicato nella disposizione di pagamento, la detrazione va fruita da quest’ultimo, come indicato nella circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 17/E del 24 aprile 2015. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento