Due progetti per il recupero della Baia di San Francisco. Il primo, Estuary Commons, porta la firma del team di progettazione All Bay Collective e propone di creare nuovi stagni e di rimodellare il tracciato dei corsi d’acqua. Il secondo, The Grand Bayway, progettato da TLS Landscape Architecture, intende realizzare una strada panoramica per ciclisti, canoisti e runner
Indice degli argomenti:
- Il progetto di ABC
- Nuovi stagni e corsi d’acqua
- Quattro gli approcci progettuali
- Il quartiere galleggiante di Tidal Cities
- Il progetto di TLS Landscape Architecture
- Un’infrastruttura moderna
La baia di San Francisco è a rischio e con essa tutto il litorale e le numerose attività che nei decenni si sono insediate. La subsidenza dei terreni e l’innalzamento delle acque dell’Oceano impongono interventi urgenti per accrescere la resilienza dei territori. In quest’articolo presentiamo due progetti che vanno nella direzione dell’adattamento al cambiamento climatico in corso.
Il progetto di ABC
Estuary Commons è il progetto che il team di ABC, All Bay Collective, un gruppo composito di studi di progettazione, ha messo a punto per costruire resilienza per la baia di San Francisco, nella zona attorno a San Leandro.
L’ambito di progettazione si estende dal centro della storica baia di San Leandro a circa un miglio nell’entroterra dalle coste di Oakland e Alameda: un’area sottoposta ai rischi di innalzamento delle acque e subsidenza.
Nell’area di studio vivono attualmente più di 50mila persone; nei quartieri di Oakland sono in prevalenza afro-americani e latino-americani, mentre quelle che abitano ad Alameda sono asiatico-americani e caucasici.
Nuovi stagni e corsi d’acqua
Per proteggere i quartieri e ripristinare gli habitat originari, All Bay Collective ha ripensato il litorale creando delle Estuary Commons, vale a dire dei nuovi stagni e la rimodellazione del tracciato dei corsi d’acqua.
In questo modo le comunità locali non solo saranno in grado di adattarsi ai fenomeni indotti dal cambiamento climatico, ma avranno a disposizione una rete di greenways.
Quattro gli approcci progettuali
Quattro gli approcci contenuti nel progetto di ABC: accelerare le azioni di resilienza e di equità sul lungo periodo; adattare l’estuario per proteggerlo dalle inondazioni, ripristinare gli ecosistemi e creare nuovi percorsi; ricucire le relazioni tra le comunità attraverso un nuovo corridoio di trasporto ecologico; attivare investimenti pubblici e privati per pianificare uno sviluppo equo, resiliente e rispettoso dell’ambiente.
Il quartiere galleggiante di Tidal Cities
Tidal Cities è uno dei progetti messi a punto per una città capace di convivere con le alluvioni e con l’innalzamento delle acque.
Oltre agli stagni e ai paesaggi costieri cosiddetti dinamici, sono previsti dei quartieri galleggianti realizzati con unità prefabbricate collegate tra loro e alla terraferma per mezzo di pontili. I livelli delle acque nelle lagune verrebbero controllati con un sistema di chiuse ai margini delle insenature.
Il progetto di TLS Landscape Architecture
The Grand Bayway, invece, è il progetto messo a punto da TLS Landscape Architecture.
Nella baia di San Pablo, la statale 37 non solo è intasata dal traffico, ma spesso, molto spesso, è allagata a causa dell’innalzamento del livello del mare.
Un’infrastruttura moderna
Il progetto messo a punto dallo studio di TLS Landscape Architecture, all’interno del team interdisciplinare di Common Ground, propone di risolvere le criticità esistenti realizzando una strada panoramica, un viadotto su pilastri alti sei metri.
Non si tratta di una strada tradizionale, ma di un grande circuito, accessibile a cicliti, canoisti, corridori; una strada con grandi curve per permettere la vista della baia e delle paludi.
Un’infrastruttura che consentirà di convivere con le esondazioni attuali e future; una strada figlia dei tempi odierni, capace anche di offrire identità al territorio della baia di San Pablo e in grado di recuperare una linea ferroviaria esistente e di destinarla ai viaggi turistici.
The Grand Bayway propone anche di dar vita a un laboratorio ecologico per indicare nuove strategie per i corsi d’acqua per far ridepositare i sedimenti e riportare la biodiversità.
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