Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Indice degli argomenti Toggle Le opportunità del nuovo bando agrisolareQuesiti da considerare, potenzialità e aspetti criticiDal possibile sviluppo delle comunità energetiche ai nodi irrisolti Sull’agrisolare è stato fatto un nuovo, importante passo. Il Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha pubblicato sul proprio sito l’avviso con le modalità utili a presentare le domande relative al bando Agrisolare. Esso prevede, come abbiamo scritto su Infobuildenergia.it, un miliardo di finanziamenti per realizzare impianti fotovoltaici su edifici in ambito agricolo, zootecnico e agroindustriale. «Quest’estate gli operatori potranno prendere visione del nuovo regolamento operativo da poco pubblicato. Ci sono tutti gli elementi, tecnici e amministrativi per avviare una vera e propria corsa a produrre la documentazione amministrativa necessaria per accedere al bando» afferma Rolando Roberto, coordinatore del gruppo di lavoro Agro-fotovoltaico di Italia Solare cui abbiamo chiesto quali opportunità si aprono e come coglierle prima del “click day” del 12 settembre. Le opportunità del nuovo bando agrisolare Le novità presentate in questo bando sono diverse, a cominciare dall’aumento fino all’80% dell’intensità di aiuto massima concedibile alle imprese della produzione agricola primaria e della trasformazione agricolo in agricolo. L’incremento «ha ampliato moltissimo le possibilità di partecipazione. Contando, infatti, su un contributo a fondo perduto fino all’80%, rispetto al precedente 40% saranno molto più numerosi gli operatori interessati ad accedere al sistema di incentivazione». C’è un altro aspetto importante, relativo ai limiti di autoconsumo: «sono stati resi molto meno stringenti. Il decreto prevede la possibilità per gruppi di imprese di realizzare pannelli fotovoltaici per investimenti dedicati. Gli impianti fotovoltaici potranno avere una potenza massima di 1 MW, anch’essa aumentata». Quesiti da considerare, potenzialità e aspetti critici Cosa succede se alcuni utenti vogliono rinunciare al primo bando e puntare al secondo, decisamente più interessante e profittevole? «Lo chiarirà il GSE, ma da indiscrezioni pare che non ci saranno problemi: sarà importante comunicare la volontà di recedere al bando precedente prima di effettuare la nuova iscrizione. Quindi anche a livello amministrativo dovrebbe essere tutto sommato semplice effettuare questo recesso e non vige l’obbligo di farlo 30 giorni prima dell’iscrizione. L’importante – ribadisco – è comunicarlo in maniera chiara». Invece, bisogna porre attenzione nel caso di impianti realizzati con materiali di nuova costruzione. «È un tema importante e delicato: Italia solare ha fatto un’interlocuzione con il GSE e il Gestore Servizi Energetici ha voluto chiarire che se qualcuno ha dato degli acconti per il materiale dovrà chiedere lo storno di essi perché non devono risultare acquisti antecedenti di materiale né con acconti né con saldo. Quindi, se si è in possesso di materiale già acquistato come utente finale non è possibile utilizzare per la partecipazione al bando», spiega sempre Rolando Roberto. Quali sono le potenzialità più significative cui apre questo secondo bando agrisolare in particolare? «Certamente, l’aspetto più interessante è quello economico. I limiti di spesa sono stati incrementati anche sull’accumulo: oltre al contributo per realizzare un impianto fotovoltaico, si arriva a fino a 1.000 €/kWh di impianto energy storage installabile. Inoltre è stata aumentata la potenza installabile da 500 kW fino a 1 MW». Dal possibile sviluppo delle comunità energetiche ai nodi irrisolti Il bando agrisolare può rappresentare anche una leva per la costituzione delle comunità energetiche, che sono sempre in attesa dei decreti attuativi. «Questo bando apre a una partecipazione di più soggetti aggregati in autoconsumo collettivo; quindi c’è la possibilità di aggregarsi, facendo sì che l’autoconsumo possa essere calcolato come aggregato. Lo si può intendere come un ulteriore stimolo per lo sviluppo dell’autoconsumo collettivo. La speranza è che per l’avvio del bando il prossimo 12 settembre il quadro normativo sia completo». Detto che il bando è ampiamente soddisfacente, vanno comunque segnalati alcuni nodi irrisolti. «Ci sono alcuni aspetti a livello tecnico che il GSE deve chiarire agli operatori. C’è un confronto aperto per far sì che le domande specifiche possano essere inserite correttamente. Secondo indiscrezioni, circa un terzo delle domande sarebbe stato escluso nel primo bando per problemi formali e materiali nella compilazione delle domande. Quindi, gli aspetti di natura tecnica vanno risolti in modo quanto più chiaro. A questo proposito si potranno rivolgere questioni specifiche al GSE tramite email. Tutto sommato, il bando soddisfa, anche se forse un contributo a fondo perduto più basso avrebbe permesso a più soggetti di partecipare». Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento