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Indice degli argomenti Toggle Ambienti consapevoli e strategie carbon freeInvolucri trasparenti per l’accoglienza, l’inclusione e la condivisioneLa rappresentazione della democrazia in architetturaUn ponte verso il futuro nella città eterna Il Premio Stirling, uno dei più prestigiosi in architettura del Regno Unito e dell’Unione Europea, (istituito dal Royal Institute of British Architects), l’anno scorso è stato assegnato alla nuova biblioteca del Magdalene College di Cambridge, un’opera di Niall McLaughlin Architects che, seppur frutto di un’idea contemporanea dell’architettura, da un punto di vista formale rispetta ancora i criteri tradizionali riuscendo così ad inserirsi all’interno del duecentesco complesso dell’Università di Cambridge. Ambienti consapevoli e strategie carbon free Nella nuova biblioteca del Magdalene College di Cambridge l’utilizzo dei mattoni a vista e l’andamento del profilo riecheggiano la tipica architettura a capanna del College, ma gli spazi interni sono costituiti da una struttura dal concept di ultima generazione, in legno lamellare incrociato con mensole e tavoli in legno massello e tra tutti gli elementi (lucernari, colonne, mensole, deflettori luminosi, finestre, scrivanie e balaustre) si percepisce una perfetta orchestrazione d’insieme. Gli ambienti a doppia e tripla altezza sono molto luminosi, ma per scongiurare l’effetto abbagliamento sul tetto è stato realizzato un sottile strato di strutture che filtrano e rendono uniforme la luminosità. All’interno si alternano ampi spazi, con le librerie, a piccole nicchie per consentire lo studio individuale. “La New Library al Magdalene College è un’architettura sofisticata, generosa, costruita per durare”, ha dichiarato Simon Allford, presidente di RIBA, parlando a nome della giuria dello Stirling Prize 2022. E la biblioteca durerà perché è progettata per vincere le più importanti sfide del futuro, come quella ambientale, con scelte come l’utilizzo della ventilazione passiva, l’illuminazione naturale e la struttura in legno ingegnerizzato per abbassare il livello di carbone immesso in fase di costruzione. () Involucri trasparenti per l’accoglienza, l’inclusione e la condivisione Beijing Sub Center Library a Pechino Una struttura contemporanea che promette di diventate un’opera “senza tempo” è la nuovissima biblioteca di Pechino, Beijing Sub Center Library, uno spazio pensato per l’apprendimento, ma anche per la condivisione delle conoscenze e le discussioni aperte. L’ha progettata lo studio Snøhetta ed è caratterizzata da un mastodontico involucro in vetro (fino a 16 metri), che le ha fatto guadagnare il titolo di primo progetto di facciata in vetro autoportante della Cina. Il grande spazio aperto della biblioteca è progettato per riunire le persone (spazialmente ma anche intellettualmente). Questa apertura offre alle persone di tutte le età l’opportunità di incontrarsi su una superficie e interagire in uno spazio simile ad un anfiteatro. La natura, che penetra all’interno grazie alle vetrate, è più di un motivo ispiratore che infatti si riflette all’interno dove si estendono colonne che arrivano fino a sostenere il tetto, un baldacchino simile a una foresta di ginkgo. Ogni colonna dell’albero ospita anche una componente tecnologica dell’edificio, che si traduce in un sistema tecnologico diffuso per la climatizzazione, l’illuminazione, il comfort acustico e lo smaltimento dell’acqua piovana. Le aree “paesaggistiche” a gradini con i dintorni simili ad alberi invitano le persone a sedersi e fare una pausa in qualsiasi momento durante il loro viaggio attraverso l’edificio, creando una zona informale e l’illusione di sedersi sotto un albero a leggere il proprio libro preferito. Grazie all’esposizione privilegiata del tetto alla luce solare, sono stati predisposti elementi costruttivi fotovoltaici integrati (BIPV) che sostituiscono i tradizionali materiali di copertura e di facciata. La copertura è stata, inoltre, progettata con una sporgenza per ridurre il guadagno solare. La vetrata presenta una componente isolante, con prestazioni Low-E e l’altezza. Caen Library Stesso concept per un altro scenografico progetto che ci riporta in Europa, a Caen, cuore della Normandia: la Caen Library, nuova biblioteca intitolata ad Alexis de Tocqueville, ideata da Rem Koolhaas di OMA in collaborazione con Barcode Architects. La pianta a forma di croce e la spettacolare sala di lettura panoramica rialzata sono le caratteristiche distintive di questo spazio pubblico. La classica sala di lettura come luogo introverso e silenzioso viene capovolta e tradotta in un esplicito “urban connector”, uno spazio pubblico accogliente e invitante dove le persone leggono, incontrano e interagiscono tra di loro. Nell’era della digitalizzazione la biblioteca di Caen mostra la sua posizione unica tra il mondo stampato e quello digitale offrendo ai visitatori diversi ambienti pubblici ampi e più intimi per consumare e trovare le loro informazioni nella forma che più gli pertiene. La trasparenza e l’apertura sono ulteriormente massimizzate dai pannelli di facciata in vetro dal pavimento al soffitto che sono appositamente sagomati per renderli portanti, sopportando i carichi del vento sulla facciata. La rappresentazione della democrazia in architettura Central Library Oodi di Helsinki Un volume mastodontico che ricorda un transatlantico ma in terra ferma è l’immagine a cui fa pensare la futuristica Central Library Oodi di Helsinki, dello studio ALA Architects, inaugurata nel 2018. Il suo nome, in finlandese “ode”, è stato scelto tra una rosa di 1600 perché è facile da ricordare, da dire e da tradurre. Il messaggio è chiaro: a differenza delle biblioteche tradizionali, la nuova casa della letteratura è un luogo invaso dalla luce naturale, dove il paesaggio che penetra attraverso gli elementi trasparenti diventa parte integrante delle sale interne e chi legge un libro può alternarlo alla vista del panorama. I percorsi sono intuitivi, la fruizione del sapere avviene attraverso molteplici strumenti, inclusa l’interazione tra individui, che possono scambiarsi informazioni, per questo sono stati creati spazi per la condivisione, in parallelo con le sale in cui lavorare individualmente. Insomma la rappresentazione architettonica della democrazia. La struttura è in vetro e acciaio e la facciata in legno. Il piano terra è uno spazio affollato, pensato per gli incontri e i passaggi rapidi. L’atmosfera tradizionale e silenziosa della biblioteca si trova all’ultimo piano, uno spazio contemplativo che galleggia sopra l’affollato centro di Helsinki. Due spazi complementari ottenuti attraverso il volume ad arco in legno che da la forma fluida all’edificio. Biblioteca Nazionale di Israele Anche il progetto di Herzog & de Meuron per la nuova Biblioteca Nazionale di Israele che sarà completato a breve, è imperniato sui valori della democrazia. Fondata a Gerusalemme nel 1892, la Biblioteca Nazionale di Israele (NLI) funge da istituzione della memoria nazionale per il popolo ebraico in tutto il mondo e per gli israeliani di ogni estrazione e fede. Il nuovo edificio in pietra è stato progettato per essere aperto e trasparente pur essendo radicato nelle tradizioni delle grandi biblioteche con i libri al centro. Le principali aree pubbliche, compresi gli spazi espositivi, il centro visitatori e l’area didattica, sono facilmente accessibili al livello dell’ingresso. I libri e le opere sono ospitati nello scenografico atrio centrale coperto da un lucernario con tetto in vetro parzialmente trasparente. Coerente con il suo spirito etico, la nuova biblioteca di Gerusalemme rappresenta il primo “deposito di roccia” sotterraneo di Israele, un meccanismo per immagazzinare l’energia termica che abbassa significativamente il fabbisogno di energia necessaria per raffreddare l’edificio. A questo è affiancato un impianto fotovoltaico integrato che oltre a generare energia migliora l’isolamento termico. Lo schema di illuminazione è stato pensato per richiedere un basso consumo energetico e una ridotta manutenzione e soddisfare gli obiettivi di prestazione LEED. Un ponte verso il futuro nella città eterna E anche Roma avrà presto la sua “biblioteca del futuro”. Si tratta del progetto per la nuova Biblioteca della Sapienza Università di Roma appena presentato dal sindaco Roberto Gualtieri con la Rettrice Antonella Polimeni e affidato a mijic architects, Polistudio A.E.S. e Studio di Geologia tecnica e ambientale Copioli. “La nuova Biblioteca della Sapienza Università di Roma sarà un polo interculturale” ha dichiarato Eduard Mijic, fondatore di mijic architetti. “Un luogo permeabile, condiviso tra studenti e cittadinanza: una breccia che rompe il muro di cinta dell’attuale quartiere universitario aprendosi verso la città”. E infatti il fabbricato si inserirà in maniera armonica nel tessuto urbano della città, permettendo una ricucitura del quartiere San Lorenzo con il centro della città e riqualificando un’area in disuso. La nuova biblioteca, come si vede dal progetto, ha la forma di un cubo la cui altezza non supera quella degli edifici adiacenti. La monumentalità che è il tratto distintivo degli edifici del quartiere è richiamata dalle lamelle in travertino che ricoprono la facciata dell’edificio. Le aree a verde sono disposte su tutti i livelli principali e saranno dedicate al relax degli utenti, a seconda delle esigenze potranno diventare arene all’aperto. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento