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Il Centro ricerche romano e il Consiglio nazionale architetti parlano di rivoluzione nel sistema di progettazione. Aumentano infatti in modo esponenziale i bandi di gara di opere pubbliche che prevedono l’utilizzo del Building information modelling. Una rivoluzione indipendente dagli obblighi di legge entrati in vigore il 1° gennaio scorso. Tutti dati dello studio Cresme-Cna. img by analistgoup È tempo di Bim. E il centro ricerche Cresme e il Consiglio nazionale degli architetti sfornano i primi dati sulla diffusione del Building information modelling nella progettazione delle opere pubbliche. E i dati sono sorprendenti: nel quarto trimestre del 2018, il valore delle gare di progettazione realizzate con il Bim sale al 30%, l’anno prima, nel 2017, valeva solo il 3%. Applicazione Bim secondo dm 560 del 1° dicembre 2017 Com’è noto, la materia dell’applicazione del Bim nelle attività di progettazione è stata di recente disciplinata con il decreto ministeriale 560 del 1° dicembre 2017, che ha stabilito che dal 1° gennaio 2019 l’utilizzo del Building information modelling diventava obbligatorio per le opere pubbliche di importo pari o superiore a 100 milioni di euro. Lo stesso decreto disciplinava poi la piena entrata in vigore degli obblighi in relazione al variare del tempo e del valore delle opere: dal 2020 per lavori oltre i 50 milioni, dal 2021 oltre i 15, dal 2022 per quelli oltre i 5,2, dal 2023 oltre un milione e, infine, dal 2025 per tutte le nuove opere pubbliche. I dati di Cresme e Cnappc Tornando ai dati di Cresme e Cnappc, nell’anno da poco trascorso l’ammontare delle gare di progettazione in Bim è salito a 246 milioni di euro, contro i soli 36 milioni del 2017, con una crescita sette volte superiore e una forte accelerazione nel quarto trimestre 2018, quando furono 80 i bandi con Bim, per un importo complessivo di 163 milioni di euro. L’analisi del numero dei bandi mostra l’aumento che vi è stato: da circa 30 procedure nel biennio 2015-2016 a 99 iniziative nel 2017 e a 291 nel 2018, quasi il triplo rispetto all’anno prima. “Lo scenario di crescita del Bim non sembra quindi essere dovuto solo alla sua obbligatorietà – afferma Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme – quanto piuttosto alla consapevolezza che si tratti di uno strumento che contribuisce all’evoluzione del settore della progettazione e soprattutto delle costruzioni.” Nel primo semestre 2018, inoltre, la percentuale del valore delle progettazioni in Bim sul totale dei bandi di progettazione è stata del 12%; nel secondo del 20%, nel quarto del 30%. La committenza Sul fronte della committenza, nel 2018, per numero di gare effettuate si sono distinte le amministrazioni pubbliche centrali (172 per un importo di 82,7 milioni di euro, su 291 gare totali) e, per importo delle gare stesse, le Regioni (nove gare per 35,5 milioni di euro). Si distinguono anche i gestori di servizi pubblici, che con 22 gare e 71,5 milioni di euro svolgono un ruolo importante nella crescita dell’utilizzo del Building information modelling. Sul fronte dei Comuni, sono 31 quelli che hanno scelto il Bim, per un totale di 12,5 milioni di euro. Le amministrazioni centrali Nell’ambito delle amministrazioni centrali, spicca l’Agenzia territoriale del demanio, tra le Regioni i sei bandi della regione Campania per un ammontare di 32,6 milioni e il bando, dell’importo di 235mila euro, della regione Basilicata per il primo stralcio funzionale dei servizi di progettazione del completamento, adeguamento e ampliamento del presidio ospedaliero Villa D’Agri vicino a Potenza. Tra i gestori dei servizi pubblici, si distingue l’Anas. La distribuzione territoriale Per quanto riguarda la distribuzione territoriale per macro area, si registra una domanda diffusa su tutto il territorio, ma con un ruolo importante del Sud con 94 bandi e 87,2 milioni di euro messi in gara. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento