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A Magnago, nel nord ovest di Milano, sono iniziati i lavori di realizzazione del primo cantiere sostenibile del Gruppo Cap, una delle più importanti monoutility italiane. Un cantiere verde che rispetta i principi dell’economia circolare; per realizzare 250 metri di nuova fognatura comunale verranno posate tubature in materiale plastico riciclato, si utilizzeranno macchinari e mezzi di servizio a basso livello di emissioni e materiali di rinterro interamente riciclati. E per compensare le emissioni di CO2, verranno piantati alcuni esemplari di acero riccio Iniziato pochi giorni fa il primo cantiere green di Cap Holding, la società che gestisce il servizio idrico di circa 200 comuni, concentrati in particolare nell’area milanese e in quella della provincia di Monza Brianza. Si tratta del cantiere di Magnago, piccolo comune della zona nord ovest del milanese, dove il 2 luglio scorso sono partiti i lavori per la realizzazione della nuova rete fognaria. Sarà un cantiere a emissioni zero, grazie all’impiego di materiale ecocompatibile, di veicoli a basso impatto ambientale e alla piantumazione di alberi ad alto assorbimento di anidride carbonica. È il primo cantiere sostenibile del Gruppo Cap, i cui lavori sono stati affidati all’impresa Sia, all’interno dell’accordo quadro per il periodo 2018-2021. Il valore delle opere è di 200mila euro, per la posa di circa 250 metri di nuove tubazioni. La realizzazione della nuova rete fognaria riguarda via Ada Negri, via Novara e via F.lli Bandiera, essendo questa zona del paese a oggi non servita dalla fognatura comunale. Un cantiere sostenibile e a basso impatto ambientale Gruppo Cap e impresa hanno puntato sulla sostenibilità: il cantiere prevede infatti una serie di accorgimenti, modalità di lavoro e impiego di materiali che consentono la riduzione delle emissioni e il rispetto del territorio, anche in chiave di economia circolare. Per realizzare la rete fognaria saranno utilizzate tubature in materiale plastico riciclato (Pead e Pvc-U) e macchinari e mezzi di servizio per il cantiere scelti in base al basso livello di emissioni (vetture bifuel a gpl e metano, macchinari stage IV, ovvero a basse emissioni grazie ai sistemi Hpcr Pcr (minori consumi grazie a un nuovo sistema di iniezione che regola la pressione del carburante) e Spc (che riduce il numero di giri quando il carico del motore è basso, che si traduce nel minimo automatico dopo quattro secondi a basso regime e nello spegnimento automatico dopo tre minuti). I materiali di rinterro degli scavi saranno costituiti da sabbietta, ghiaietto e frantumato interamente riciclati, preferibilmente provenienti dallo scavo stesso (se le analisi della composizione del terreno scavato daranno esito positivo per il riutilizzo in base alle norme Uni En 13242/13285). Una sezione della nuova fognatura, con indicati i materiali utilizzati (fonte Cap Holding) Grazie a questi accorgimenti, l’impresa ha potuto misurare la carbon footprint del cantiere – sia in termini di anidride carbonica equivalente che in termini di fabbisogno energetico – basandosi sulla metodologia Life Cicle Assessment prevista a livello internazionale dalla norma Uni En Iso 14040, attraverso la quale vengono analizzati tutti i processi correlati al servizio: dalla fase di produzione delle tubazioni fino alla posa in cantiere. L’analisi, realizzata secondo lo standard internazionale, conclude che il cantiere di Magnago ridurrà la carbon footprint di circa il 30% rispetto allo stesso lavoro eseguito con le tecniche e i materiali tradizionali. Per azzerare le emissioni del cantiere, Comune e Cap hanno deciso di piantumare alberi ad alto assorbimento di anidride carbonica. La scelta è caduta sull’acero riccio che, secondo uno studio del Cnr di Bologna, risulta in grado di assorbire, nei primi cinque anni di vita, 138 chilogrammi di CO2 all’anno, per arrivare a 205 dopo il quinto. Si è dunque calcolato che, piantumando sei aceri ricci, in dieci anni l’attività di queste piante porterà ad azzerare le emissioni prodotte dal cantiere. Le caratteristiche dell’acero riccio (fonte Cap Holding) La strategia per invertire il continuo consumo di risorse naturali e perseguire gli obiettivi di sostenibilità e di circolarità dell’economia, si inserisce nella strategia del Gruppo Cap (che è tra le più importanti monoutility italiane) contenuta nel recente piano di sostenibilità aziendale come impegno a chiudere il cerchio, recuperare la maggior quantità possibile di materia ed energia, con l’obiettivo di lungo periodo di ridurre del 40% le tonnellate di CO2 equivalente, corrispondenti all’impatto delle attività aziendali. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento