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In tale ambito le necessità del restauro “sostenibile”, anche finalizzato alla correzione delle carenze costruttive e delle caratteristiche intrinseche della muratura stessa, generano l’esigenza di studiare materiali e tecnologie innovative di rinforzo strutturale che siano meglio compatibili con le caratteristiche fisico-meccaniche della muratura e con la sua intrinseca durabilità. I recenti sviluppi del sistema normativo nel nostro paese, con l’adozione delle Norme Tecniche per le Costruzioni e la recente Direttiva del P.C.M. per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale, prevedono, tra l’altro, anche la possibilità di interventi con materiali innovativi per fronteggiare eventuali carenze che dovessero emergere dalla valutazione della struttura. Tra essi è prevista anche la tecnica di rinforzo basata sull’utilizzo di materiali compositi. Tali materiali offrono una serie di vantaggi rilevanti in presenza di un patrimonio edilizio di carattere storico-monumentale. La loro applicazione consente di sopperire alla carenza di resistenza a trazione delle murature e di conferire maggiore duttilità al comportamento globale delle strutture. In questo ambito si colloca il sistema di consolidamento tecnologicamente innovativo con materiali compositi a matrice inorganica sviluppato da Mapei. Esso è costituito da una rete a maglia quadrata in fibra di vetro alcali-resistente (A.R.) pre-apprettata, posta in opera mediante una malta premiscelata bicomponente ad elevata duttilità a base di calce idraulica (NHL) ed Eco-Pozzolana. In questo articolo sono illustrate le modalità applicative del sistema di rinforzo e presentati i risultati di una campagna sperimentale di prove condotta su quattro campioni costituiti da pannelli in muratura di tufo giallo napoletano sottoposti a prove di compressione diagonale. I risultati dei test indicano che il sistema di rinforzo presenta notevoli benefici in termini di incremento della resistenza a taglio e della duttilità, godendo di diffusa capacità ridistributiva in grado di limitare comportamenti post-picco estremamente fragili per l’elemento rinforzato e ciò con significativi vantaggi in caso di evento sismico. (1). Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Napoli “Federico II” (2). Mapei S.p.A., Milano Per scaricare l’intero articolo in PDF clicca qui Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento