Realizzare un nuovo tetto o ristrutturare quello esistente: materiali, tecnologie e detrazioni fiscali

Realizzare un nuovo tetto, ricostruire quello esistente o ristrutturarne alcune parti sono tutte opere che richiedono la giusta attenzione alla scelta di tecnologie, materiali e soluzioni. Il tetto, infatti, è uno degli elementi principali che compone l’edificio e protegge l’interno dagli agenti atmosferici esterni, assicurando comfort e benessere. Un tetto può essere ventilato, non ventilato, realizzato in legno o in cemento, essere isolato con materiali diversi o anche essere ricoperto di vegetazione. A seconda della tipologia, dei materiali, della forma e dell’isolante, cambieranno le prestazioni assicurate.

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Realizzare un nuovo tetto o ristrutturare quello esistente: materiali, tecnologie e detrazioni fiscali

La copertura è uno dei principali componenti che compone l’edificio ed assolve il fondamentale compito di proteggere l’interno dalle intemperie, garantendo per gli occupanti dell’edificio sicurezza e comfort. Le coperture degli edifici devono essere progettate e realizzate in modo da resistere alle sollecitazioni esterne, come quella del vento o del carico della neve. La copertura deve quindi svolgere diverse funzionalità ed avere adeguate caratteristiche in relazione al potere isolante, all’impermeabilità, alla resistenza meccanica e all’aspetto estetico che si vuole ottenere.

In fase di costruzione dell’edificio i progettisti dovrebbero prestare particolare attenzione alla copertura, valutando materiali, tecnologie e soluzioni migliori per lo specifico contesto. Tra gli obiettivi ci sono, senza alcun dubbio, anche la resistenza e la durevolezza nel tempo della struttura e del manto di finitura. Per quanto si scelgano in modo opportuno i materiali e si faccia manutenzione ordinaria periodica, però, è molto probabile che nel corso degli anni sia comunque necessario un intervento di manutenzione straordinaria. Quando si riqualifica un edificio esistente, infatti, il tetto è generalmente una delle parti oggetto di intervento e, anche quando non si interviene sull’intero fabbricato, potrebbe essere necessario aggiornare la struttura o ammodernare almeno parte di essa.

In ogni caso, che si tratti di una nuova costruzione o di una ristrutturazione, la costrizione (o ricostruzione) di un tetto passa per alcuni passaggi fondamentali, da valutare in fase progettuale.

Come realizzare un tetto passo dopo passo: gli elementi principali della copertura

Quando si deve realizzare una nuova copertura il primo passo è quello di valutare la struttura più idonea per l’edificio. La struttura portante ha il computo di reggere l’intero pacchetto di copertura e può distinguersi per geometria e tecnologia (che variano anche in base al fatto che il tetto sia piano o a falda) e materiali (legno, calcestruzzo e acciaio principalmente).

Il dimensionamento deve essere effettuato in modo attento dallo strutturista, anche in base a tutti gli altri elementi che lo compongono, oltre al fatto che i carichi da considerare possono variare molto nel caso di un tetto piano, soprattutto se praticabile. All’orditura principale, se ne affianca una secondaria, che sorregge a sua volta strati quali l’impermeabilizzazione e l’isolante termico. La posa dei differenti componenti, come anticipato, varia molto a seconda della soluzione tecnica scelta dai progettisti. Nel caso dei tetti piani potrebbero esserci ulteriori elementi significativi se si opta per una copertura verde, che richiede anche uno strato drenante e del terriccio per ospitare la vegetazione.

Come realizzare un tetto passo dopo passo: gli elementi principali della copertura

Infine, tutte le coperture hanno un elemento di finitura, che sormonta l’intero pacchetto e riveste il tetto. Tra le soluzioni più diffuse ci sono ancora le tegole e i coppi per le coperture a falda. Non sono da sottovalutare nemmeno tutti i componenti accessori, come il sistema per lo smaltimento delle acque meteoriche, generalmente costituito da grondaie e pluviali.

In ogni caso, la costruzione di un nuovo tetto è un intervento che richiede specifiche autorizzazioni e deve essere redatto un progetto da un tecnico abilitato. La costruzione vera e propria viene fatta da aziende specializzate, secondo le fasi richieste dalla tecnologia utilizzata.

Differenze tra tetto a falde e tetto piano

Come accennato nel precedente paragrafo, un aspetto importante da prendere in considerazione per realizzare il tetto è proprio la sua forma.

Che cos'è un tetto a falda

Il tetto a falde si compone di piani inclinati, con una pendenza variabile, che rende adeguato a diversi climi: quando pioggia e neve sono abbondanti, l’inclinazione delle falde aumenta, per far defluire facilmente l’acqua. Un particolare tipo di tetto a falda è il tetto a padiglione, costituito da più falde inclinate che ricoprono l’intero edificio, in cui l’acqua defluisce su tutti i lati del tetto. Se le falde sono solo due, invece, si parla di tetto a capanna.

L’alternativa è realizzare il tetto piano, che anche se ha una storia antica, viene spesso collegato al Movimento Moderno che ha caratterizzato l’architettura del secolo scorso. In molti casi si sceglie di realizzare un tetto piano per “regalare” all’edificio un piano in più, una vera e propria terrazza. Ovviamente, per quanto detto prima sulla pendenza delle falde, si tratta di una soluzione sconsigliata nelle località con clima rigido in inverno. Infatti, anche se tutti i tetti piani sono realizzati con una pendenza minima per lo smaltimento dell’acqua piovana, diventa complicato far defluire quantità importanti. Inoltre, il peso della neve graverebbe notevolmente sulla struttura. 

I tetti piani possono essere anche non praticabili, per quanto siano sempre accessibili agli addetti ai lavori in caso di manutenzione. La scelta della forma del tetto, se sono rispettati i principali requisiti funzionali e se si è considerato il vincolo del clima locale, può dipendere anche dal gusto della committenza.

Tetto ventilato vs non ventilato

Un’altra importante differenziazione, quando si parla di copertura, è la presenza di un’intercapedine d’aria nel pacchetto tecnologico che compone il tetto. Infatti, si parla di tetto ventilato quando la copertura prevede che tra il manto di finitura e la struttura sottostante vi sia un’intercapedine, che ha la funzione di garantire il passaggio di aria, con importanti benefici in termini energetici e di riduzione dell’umidità.

Isotec di Brianza Plastica è un sistema di isolamento termico in poliuretano espanso
Isotec di Brianza Plastica è un sistema di isolamento termico in poliuretano espanso rigido autoestinguente ad elevate prestazioni, per l’isolamento ventilato delle coperture a falda. E’ compatibile con tutti i tipi di manto e si può installare su qualsiasi struttura portante, anche con pendenze della falda molto basse. Grazie alla ventilazione naturale sottocopertura si smaltisce velocemente l’umidità in inverno e l’aria calda in estate, attenuando il calore dovuto all’irraggiamento diretto.

Il tetto ventilato è una tipologia di copertura che si è diffusa negli ultimi decenni, andando man mano a sostituire i tetti non ventilati nei nuovi edifici o nelle ristrutturazioni. La circolazione dell’aria è dovuta alle differenze di temperatura tra interno (camera d’aria) ed esterno. D’estate, i moti convettivi si innescano in modo naturale nell’intercapedine e “allontano” l’aria calda, che altrimenti attraverserebbe gli strati sottostanti del tetto, fino all’interno dell’edificio. È una soluzione più costosa rispetto a un tetto tradizionale non ventilato, ma i vantaggi sono davvero interessanti, tanto che si sono prodotti alcuni modelli di tegole, le cosiddette tegole traspiranti, che favoriscono la ventilazione e un conseguente abbassamento della temperatura del manto di copertura, riducendo il fenomeno dell’isola di calore e favorendo l’abbassamento delle temperature sottotetto. 

Materiali migliori per rifare un tetto

Le coperture per tetti rappresentano lo strato più esterno dell’edificio e svolgono la funzione di protezione degli spazi interni, impedendo alla pioggia di permeare e agli animali di introdursi all’interno e resistendo alle sollecitazioni del vento e al carico della neve; inoltre contribuiscono alla diminuzione della dispersione termica, migliorando l’isolamento dell’edificio. Hanno dunque un ruolo fondamentale e possono essere realizzate con diversi materiali.

Materiali migliori per rifare un tetto

La struttura del tetto viene generalmente costruita in cemento armato o in legno. Il legno è un materiale naturale, che sta riscoprendo una nuova diffusione grazie alla bioedilizia. Realizzare il tetto in legno significa godere di buone prestazioni di isolamento termico e antisismiche. Realizzare il tetto in cemento armato, invece, garantisce ottima resistenza ed è generalmente meno costoso rispetto alla realizzazione con legno. Il cemento armato, inoltre, si presta per realizzare tetti di forme e dimensioni differenti, anche se implica tempi di costruzione più lunghi.

Il manto di copertura, la parte del tetto effettivamente visibile, può essere realizzato in laterizi, pietra, con materiali metallici o plastici. La scelta dipende dalle caratteristiche tecniche di ciascun prodotto, ma in grande parte anche dal gusto dei proprietari di casa.

 Le coperture per tetti in metallo

Le coperture per tetti in metallo, originariamente utilizzate soprattutto nel mondo industriale, hanno ormai trovato ampia diffusione anche in contesti commerciali e residenziali.

Quando si parla di manto di copertura in metallo, in realtà, si fa riferimento ad un’intera famiglia di prodotti, realizzati con forme e materiali differenti. Ci sono elementi per le coperture per tetti in acciaio, in alluminio, in zinco, in rame e a loro volta i metalli possono essere sia utilizzati al naturale, che preverniciati.

Sistema di copertura ADEKA di VMZINC
Il sistema di copertura ADEKA di VMZINC unisce le caratteristiche dello zinco VMZINC a un design moderno e facilità di installazione. L’impermeabilità completa è garantita da una sovrapposizione di 5 cm tra gli elementi con una scanalatura nella parte superiore e un bordo nella scanalatura inferiore.

Tra le coperture per tetti più tradizionali, usate ancora in molti contesti produttivi, ci sono le lamiere grecate e i pannelli coibentati, realizzati direttamente in fabbrica. 

Pannelli copertura prefabbricati

Per quanto riguarda le coperture per tetti residenziali, invece, nella maggior parte dei casi si ricorre a pannelli prefabbricati, lastre o elementi di dimensioni ridotte (ad esempio simili ai coppi o a scandole) che vengono assemblati e montati a secco direttamente in cantiere.

I rivestimenti metallici assicurano flessibilità, buone prestazioni e una resa estetica ottima, con la possibilità di scegliere tra forme, colori e texture differenti. Inoltre, è possibile installare una copertura per tetti in metallo che richiama l’immagine del coppo tradizionale.

L’alluminio, oltre ad offrire spiccate proprietà tecniche, consente di realizzare il tetto conferendogli un alto coefficiente estetico. Inoltre, è un materiale molto resistente ma anche estremamente leggero e duttile e quindi molto versatile per diverse applicazioni in edilizia e architettura. 

Tegola per tetto: tipologie in commercio 

Una delle soluzioni più utilizzate per realizzare le coperture per tetti prevede l’installazione delle tegole portoghesi, con una parte curva e una piana che si incastrano. Possono essere realizzate in laterizio o cemento e l’applicazione su superfici in pendenza consente l’espulsione dell’acqua.

Le tegole marsigliesi non si discostano molto come prezzo, sono realizzate in laterizio e hanno una forma piana, che si contraddistingue per la presenza di solchi che facilitano il defluire dell’acqua. Leggermente più costose sono le tegole canadesi, realizzate con un composto di materiali organici e pietre naturali. Sono dette anche bituminose, perché naturalmente impermeabilizzate grazie alla presenza di bitume. Sono molto resistenti e leggere e si applicano al tetto con chiodi o colla. 

Coppo Piemonte di Terreal Italia è l’evoluzione naturale del coppo
Coppo Piemonte di Terreal Italia è l’evoluzione naturale del coppo: la sua struttura ne migliora la funzionalità e garantisce una posa più sicura e agevole, il colore Ticino lo rende particolarmente adatto all’inserimento in contesti naturalistici di pregio.

Esistono in commercio tegole in PVC che permettono di realizzare il tetto e conferirgli allo stesso tempo leggerezza e resistenza. Generalmente la base di superficie dove si posano le tegole è costituita da uno strato di isolamento impermeabile bituminoso il cui costo (compresa la posa), è di circa 25 euro/mq. L’aspetto di queste tegole può richiamare quello dei prodotti più tradizionali in laterizio, permettendo di realizzare coperture per tetti con migliori prestazioni in termini di isolamento termico.

Vi sono, infine, alcune soluzioni tecnologiche ed innovative che richiamano l’immagine di questi elementi tradizionali per le coperture per tetti. Ne sono un esempio le tegole fotovoltaiche che integrano uno strato fotovoltaico e permettono la massima integrazione architettonica di questa tecnologia. 

Wevolt di Wienerberger è il pannello fotovoltaico integrato al tetto che si può installare al posto delle normali tegole.
Wevolt di Wienerberger è il pannello fotovoltaico color terracotta integrato al tetto che si può installare al posto delle normali tegole. Si caratterizza per tenuta d’acqua, resistenza al fuoco e al vento e ottimo rendimento.

Isolare il tetto: tutte le possibilità

Le dispersioni di calore attraverso il tetto incidono pesantemente sui consumi energetici dell’edificio, con conseguenti sprechi di energia per riscaldare/raffrescare l’edificio e costi più elevati. Per questo motivo, uno degli elementi fondamentali di una nuova copertura è proprio l’isolamento termico, che ne migliora in modo significativo le performance, sia nei mesi invernali, che in quelli estivi. Infatti, durante l’inverno si previene la perdita di energia, limitando le dispersioni di calore verso l’esterno, a temperature molto inferiori rispetto a quelle interne a casa. Durante l’estate, invece, si riduce il problema del surriscaldamento, facilitando il mantenimento di temperature miti in casa e, in ogni caso, riducendo il fabbisogno energetico per il raffrescamento.

 Isolare il tetto: tutte le possibilità

Proprio l’assenza di isolamento termico è spesso motivo di intervento sui tetti esistenti: anche se la struttura è in buone condizioni e non richiede particolari interventi, se è assente lo strato di coibentazione potrebbe essere opportuno intervenire. Realizzare un tetto ex novo permette di posare la coibentazione all’estradosso della copertura, invece, se si decide di ristrutturare un tetto esistente, ma senza toccare la struttura, è possibile intervenire e posizionare l’isolamento anche sul lato interno della copertura al di sopra dell’ultimo solaio sotto la copertura, quando il sottotetto non è abitato. La scelta dipende dalle caratteristiche dell’edificio, dal budget, dal materiale scelto e dalla progettazione dell’intero isolamento. Anche nel caso di un tetto piano l’isolamento non può mancare.

Scegliere il materiale isolante

La scelta del materiale e del formato dell’isolante per realizzare il tetto coibentato dipende principalmente dal progettista, che valuterà aspetti quali lo spazio disponibile, la necessità di calpestio, l’importanza di usare materiali più o meno naturali, le caratteristiche del materiale (come resistenza, conducibilità e traspirabilità).

Scegliere il materiale isolante per il tetto

In sostanza, quindi, la selezione dell’isolante è influenzata dalla sua posizione (e quindi la resistenza che di conseguenza deve avere) e dalla capacità isolante ricercata. I materiali isolanti possono poi essere caratterizzati sulla base della loro composizione, in isolanti di origine sintetica oppure naturali, ovvero di origine minerale, vegetale o animale. Tra i più utilizzati ci sono la fibra di legno, il sughero, la lana di roccia, la lana di vetro o anche prodotti non naturali come il polistirene espanso estruso.  

Il manto impermeabile

Il manto impermeabile si differenzia in continuo e discontinuo:

  • manti continui rappresentano uno strato uniforme e ininterrotto, ne sono un esempio i manti bituminosi o sintetici e le coperture metalliche a giunto drenante;
  • manti discontinui presentano, invece, una soluzione di continuità tra gli elementi di copertura e necessitano di pendenze superiori a 5°, tra i più diffusi manti discontinui ricordiamo le coperture con tegolelamiere grecate e i pannelli coibentati.

Inoltre, è proprio questo strato che definirà l’aspetto del tetto, a seconda del materiale scelto. 

POLIISO® VV è un pannello isolante in poliuretano espanso di Ediltec
POLIISO® VV è un pannello isolante per coperture in poliuretano espanso di Ediltec, formato da una schiuma polyiso rigida a celle chiuse, di colore giallo, espansa fra due supporti di velovetro.

Per garantire che il tetto svolga al meglio la propria funzione di protezione della casa non bisogna prestare attenzione solo alle coperture per tetti, ma è molto importante che ci sia anche un’ottima coibentazione.

Scegliere un isolante naturale comporta vantaggi in termini di sostenibilità e di benessere, i prodotti privi di sostanze chimiche infatti hanno un impatto ambientale ridotto e sono sicuri per la salute, in quanto privi di inquinanti.

Hardrock Energy Plus: pannello in lana di roccia per coperture inclinate di Rockwool
Il pannello in lana di roccia per coperture inclinate Hardrock Energy Plus di Rockwool è caratterizzato da alta resistenza a compressione, calpestabile, ed è impiegato per l’isolamento termico, acustico e la sicurezza in caso di incendio

La lana di roccia è un prodotto molto utilizzato per la realizzazione degli isolamenti delle coperture. Questo materiale ha elevate prestazioni isolanti e grande resistenza al fuoco, è adatto ai contesti di edilizia sostenibile, in quanto si caratterizza per il ridotto livello delle emissioni di VOC ed è privo di formaldeide, grazie ad un legante derivato da materie prime di origine vegetale

Realizzare il tetto ecologico: i tetti verdi

tetti verdi sono una particolare tipologia di copertura e sono una soluzione che offre molti vantaggi ambientali ed energetici. Realizzare il tetto verde significa parlare di verde pensile, in quanto questa tipologia di tetto prevede lo sviluppo di uno strato vegetale al di sopra della copertura, che può arrivare anche ad ospitare alberi di dimensioni importanti (tetto verde intensivo).

Realizzare il tetto ecologico: i tetti verdi

Ogni tetto verde è costituito da una stratigrafia che prevede una struttura portante e strati funzionali come l’isolante termico, uno strato di tenuta all’acqua, una barriera al vapore e una barriera “antiradice”. Chiaramente la struttura dovrà essere adeguatamente dimensionata e i costi di realizzazione non sono trascurabili. Anche la manutenzione richiesta da un tetto verde è superiore rispetto a quanto avviene in un tetto tradizionale.

La presenza di un green roof, però, permette di migliorare la qualità dell’aria nell’area circostante, in quanto sono assorbite sostanze come la CO2; migliora le prestazioni termiche dell’edificioriduce l’effetto isola di calore; favorisce lo sviluppo della biodiversità urbana e rimedia all’elevato consumo di suolo.

Costo e detrazioni per rifare il tetto

Definire in modo preciso il costo del rifacimento di un tetto non è semplice, in quanto le varianti che influiscono sui costi sono diverse, come ad esempio i materiali scelti, la località in cui ci si trova e il costo della manodopera, lo stato del tetto esistente, ecc…

Costo e detrazioni per rifare il tetto

In generale, comunque, è possibile dire che un costo medio per il rifacimento del tetto si aggira intorno a 150/200 euro/mq, mentre è maggiore per la realizzazione di un tetto ventilato, che può costare circa 220 euro/mq.

Il costo di questi interventi, quindi, può essere anche molto importante ed è per questo che per agevolare la manutenzione e l’efficientamento energetico lo Stato ha predisposto appositi incentivi e detrazioni fiscali. Fino a dicembre 2024, il Bonus ristrutturazioni e l’Ecobonus permettono un notevole vantaggio economico per chi decide di ristrutturare casa. Nel primo caso si tratta di una detrazione pari al 50% delle spese sostenute per il rifacimento del tetto, con una spesa massima ammissibile di 96.000 euro. L’Ecobonus, invece, ha un’aliquota variabile a seconda della tipologia di intervento che si esegue. La spesa per la coibentazione dell’involucro può essere detratta fino al 65%, anche se generalmente questo intervento si combina con altre opere finalizzate all’effettivo miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio. In entrambi i casi, si tratta di detrazioni Irpef, suddivise in 10 quote annuali di uguale importo. Con la nuova Legge di Bilancio, i bonus verranno rivisti: resta il bonus ristrutturazioni al 50%, ma solo per le prime case e l’ecobonus, anch’esso solo per le prime case, scende al 50%. Visto che nel momento in cui scriviamo la LdB non è ancora stata pubblicata in Gazzetta, potrebbe ancora cambiare completamente il ventaglio di possibilità per chi decide di intervenire sul proprio tetto.

Coperture ed energia rinnovabile

Il rifacimento del tetto potrebbe essere l’occasione per installare e integrare un sistema per la produzione di energia rinnovabile in copertura, come un impianto fotovoltaico.

Il tetto, infatti, è la superficie adatta per sfruttare l’energia solare e produrre elettricità, in quanto è quella maggiormente esposta alla luce. In occasione di rifacimento, però, si dovrebbe cogliere l’occasione per favorire l’integrazione architettonica di queste tecnologie con l’architettura dell’edificio, optando per soluzioni innovative ed efficienti, che si fondano con gli elementi della costruzione. È questo il caso delle tegole o dei coppi fotovoltaici, ma non è l’unico esempio.

FAQ Realizzazione e rifacimento tetto

Quanto costa rifare un tetto?

Il costo per rifare un tetto varia molto in base alla tipologia di intervento che si vuole realizzare. Ricostruire interamente una copertura esistente, infatti, richiede di smantellare e sostituire in modo integrale la struttura esistente. I materiali, le dimensioni del tetto, l’accesso all’edificio sono tutti fattori che incidono sui costi. Il consiglio è quello di chiedere più preventivi accurati, così da avere tutte le informazioni necessarie per procedere. Mediamente, comunque, si parte dai 150 euro al metro quadro.

Quali sono i materiali migliori per realizzare un tetto? 

I materiali per realizzare un tetto sono diversi a seconda dei componenti di cui si parla. Le strutture sono principalmente realizzate in calcestruzzo, laterizi o legno. I materiali isolanti possono essere naturali o sintetici, anche se quelli naturali come la fibra di legno, il sughero e la lana di roccia sono sempre più diffusi proprio perché sostenibili e meno impattanti sull’ambiente. L’isolante può essere scelto anche in base alla tipologia di posa. Infine, per il manto di copertura si possono valutare tegole in laterizio o in pietra naturale, piuttosto che pannelli coibentati o prodotti più tecnologici e innovativi, come le citate tegole fotovoltaiche. Al di là di quali siano i materiali da scegliere, comunque, i migliori sono quelli resistenti, durevoli nel tempo, sicuri per le persone e per l’ambiente.

Come ottenere le detrazioni fiscali per il rifacimento del tetto? 

Per usufruire delle detrazioni fiscali, è necessario effettuare lavori di ristrutturazione o opere che migliorino l’efficienza energetica. È fondamentale rivolgersi a un tecnico abilitato, che si dovrà occupare di redigere un progetto e impostare la pratica secondo quanto necessario per ottenere le detrazioni. Vi sono poi alcune specifiche regole da rispettare, a seconda del bonus a cui si vuole accedere, come ad esempio i bonifici parlanti per il Bonus Casa.

Per beneficiare delle detrazioni per l’efficienza energetica è necessario dimostrare il miglioramento delle prestazioni dell’edificio, intervenendo ad esempio sullo strato isolante della copertura. Per il Superbonus ci sono alcuni requisiti in più.

Innanzitutto, l’intervento di efficientamento energetico attuato sulla copertura è ammesso se in questo modo si è toccato almeno il 25% della superficie lorda dell’edificio. Inoltre, la somma degli interventi deve assicurare un miglioramento di almeno due classi energetiche rispetto a quella attuale, verificabile attraverso l’APE.


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