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I manufatti precari e amovibili sono strutture che hanno lo scopo di soddisfare esigenze temporanee e che non modificano in modo sostanziale il territorio in cui si collocano. Indice degli argomenti: Quali sono le caratteristiche strutturali che rendono precario un manufatto? I permessi relativi ai manufatti precari e amovibili Che cos’è un manufatto precario e amovibile Le costruzioni non hanno tutte le stesse caratteristiche, anche grazie alla possibilità di disporre di sempre più tecniche costruttive, materiali e tecnologie. Gli edifici si distinguono per aspetto, strutture, ma anche per la funzione che devono ospitare. Un’altra caratteristica da considerare per valutare un edificio è il suo essere permanente o meno. Quando una struttura è temporanea, infatti, viene definita precaria e amovibile. Ma cosa significa struttura temporanea e come si fa a decidere quando lo è? La risposta a questa domanda, spesso lascia spazio a eventuali interpretazioni personali. In realtà, ciò che rende tale un manufatto, è la funzione che deve svolgere, che deve essere una risposta ad un’esigenza temporanea e limitata nel tempo. Esistono diverse tipologie di manufatti precari e amovibili, tra cui, ad esempio, le pergolele pensiline e le tettoie, in quanto per la loro natura non comportano modifiche permanenti o rilevanti del territorio. Quali sono le caratteristiche strutturali che rendono precario un manufatto? In realtà, i manufatti precari vengono definiti tali non necessariamente per la soluzione strutturale scelta per la loro costruzione, ma piuttosto in conseguenza ad una valutazione della funzione che esercitano. Si dice, infatti, di considerare il criterio funzionale e non strutturale. Anche se effettivamente la normativa collega la precarietà alla leggerezza di una struttura, non esiste poi una definizione specifica e, soprattutto, “quantitativa” di questa leggerezza. È chiaro che la leggerezza è strettamente dipendente dalle caratteristiche strutturali di un manufatto, ma secondo la definizione di manufatto leggero, sono da prendere in considerazione strutture di qualsiasi genere. La presenza di fondazioni o l’utilizzo di materiali più tradizionali, quindi, non necessariamente compromette la temporaneità di un’opera. Infatti, è opportuno non fare confusione tra ciò che è costruito per restare nel tempo e ciò che viene realizzato per assicurare stabilità e sicurezza ad una determinata opera, anche se temporanea. Ritorna quindi il concetto ribadito in precedenzaovvero che la valutazione riguarda la funzione di un manufatto e il modo in cui modifica il territorio. Infatti, per essere considerata precaria e amovibile, una struttura non deve apportare modifiche significative al contesto in cui si colloca, che deve poter essere ripristinato facilmente allo stato precedente. I permessi relativi ai manufatti precari e amovibili La legislatura ha chiarito che per i manufatti precari e amovibili non è necessario richiedere il permesso di costruire, proprio per la natura temporanea e facilmente rimovibile dell’opera. In sostanza, poiché un manufatto precario e amovibile non apporta modifiche e trasformazioni al territorio, è considerata un’opera in edilizia libera, senza che sia necessario alcun titolo abitativo. Se con il passare del tempo la precarietà viene meno, la valutazione dell’opera deve essere fatta secondo le sue nuove caratteristiche e, probabilmente, sarà necessaria un’adeguata concessione edilizia. In alcuni casi, quando un’opera è stata realizzata senza il corretto titolo edilizio e la situazione non è stata sanata, è possibile che sopraggiunga l’ordine di demolizione. Questo può capitare anche nel caso di case mobili e roulotte, che sono sempre ed erroneamente considerate come strutture amovibili e che non rivestono il ruolo di abitazione. Inoltre, spesso la precarietà e l’amovibilità diventano una scusa per la realizzazione di opere in edilizia libera, anche se queste non sono in realtà tali. Ad esempio, molte verande e serre vengono realizzate a ridosso degli edifici e hanno lo scopo di migliorare la fruibilità di uno spazio in modo permanente. Un’ulteriore specifica riguarda la stagionalità di un’opera, che non necessariamente richiama anche la sua precarietà, in quanto il suo utilizzo è duraturo nel tempo, seppur non continuo. Tutto ciò per dire che, la soluzione migliore, è sempre quella di valutare di volta in volta la natura di una struttura e come viene utilizzata, evitando di trovare risposte universalmente valide per ogni tipologia di manufatto. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento