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Questa continuità nasconde però un rinnovamento che ne ha esteso i campi di impiego caratterizzando in particolare gli ultimi decenni. Basti pensare che la muratura, fino al secolo scorso, era quasi sempre portante, con snellezza ridotta e atta ad essere intonacata, mentre oggi è sia portante che di tamponamento, talvolta presenta una elevata snellezza ed è anche facciavista. In virtù dell’innovazione attuata, una muratura è oggi in grado di soddisfare le esigenze prestazionali anche di nuove tipologie edilizie, quali ad esempio quella terziaria e quella industriale. I materiali con cui si realizza una muratura moderna hanno poco in comune con quelli utilizzati solo trenta anni fa. Per quanto riguarda in particolare i blocchi in calcestruzzo vibrocompresso si possono evidenziare almeno tre fattori che hanno portato questo piccolo manufatto a guadagnare caratteristiche nuove e tali da aprire nuove possibilità di utilizzo: – il progresso qualitativo degli impianti di produzione, che ha consentito di produrre blocchi con finiture facciavista sempre migliori; – l’introduzione di inerti leggeri ed in particolare dell’argilla espansa, che ha consentito di alleggerire i blocchi conferendo loro anche caratteristiche di isolamento termico, migliorandone anche le prestazioni di resistenza al fuoco; – l’avvento di tecnologie per l’impermeabilizzazione dei calcestruzzi e delle malte di posa, che hanno permesso di conferire alle murature in blocchi caratteristiche di tenuta all’acqua. La possibilità tecnica di realizzare pareti monostrato, in grado di soddisfare contemporaneamente le esigenze estetiche (grazie alla finitura facciavista), di tenuta all’acqua, di isolamento termico, acustico e di resistenza al fuoco, ha fatto della muratura in blocchi una soluzione tecnicamente valida ed economicamente vantaggiosa anche per interventi di edilizia terziaria ed industriale. Nel seguito si esaminerà come operare nell’ambito di queste tipologie costruttive per garantire che la muratura risponda efficacemente anche ad un ultimo e fondamentale requisito: la stabilità statica. Per scaricare l’intero articolo a cura dell’ANDIL clicca qui Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento