La costruzione degli edifici, in alcuni contesti, può richiedere attenzioni particolari, non dipendenti dalla complessità del progetto o dalle soluzioni tecnologiche scelte.
Il contesto esterno, sia per la tipologia di terreno che, soprattutto, di clima, possono impattare in modo anche significativo sul processo di progettazione e, quindi, di realizzazione. Ad esempio, costruire in zone costiere rappresenta una sfida tecnica per architetti e ingegneri, dato che l’ambiente marino impone sollecitazioni uniche alle strutture a causa dell’elevata umidità, della salsedine, dei venti forti e della corrosione accelerata dei materiali da costruzione.
Criticità che devono essere gestite fin dalla progettazione, prevenendo problematiche in momenti successivi e assicurando durabilità e affidabilità al costruito. Del resto, un buon progetto è tale se capace di cogliere tutte le peculiarità dello specifico caso, traducendo ogni esigenza e ogni vincolo, in soluzioni vincenti.
Le principali problematiche per gli edifici costruiti in zone costiere
Costruire edifici al mare o lungo l’oceano richiede una progettazione ad hoc per diversi motivi. Prima di tutto, come in qualsiasi altro contesto, il progettista deve interpretare gusti e richieste del committente, assicurando sempre anche un equilibrio e un dialogo con il contesto circostante. Del resto, nella maggior parte dei casi, questi luoghi sono caratterizzati da identità chiare e riconoscibili, richiamando immagini comuni e condivise. Una nuova costruzione o una riqualificazione dell’esistente non possono ignorare né il paesaggio naturale circostante, né le tradizioni locali. Oltre a ciò, però, vi sono anche una serie di sfide “tecniche” che devono essere adeguatamente gestite, mediante scelte progettuali consapevoli e attente.
Tra le principali questioni da affrontare ci sono sicuramente la corrosione e il degrado rapido dei materiali, in quanto è proprio l’aria salmastra ad essere responsabile di questi fenomeni. La presenza di cloruro di sodio nell’aria agisce sui metalli, incluso l’acciaio che si utilizza per la realizzazione di strutture in calcestruzzo armato. La salsedine può penetrare attraverso i materiali più porosi e accelerare il degrado. A rischio, quindi, anche gli intonaci. In aggiunta, il livello di umidità può favorire la formazione di condensa e mettere a rischio i materiali più sensibili, come il legno, con la proliferazione anche di muffe e funghi. A maggior ragione se la costruzione è, in una sua parte, a diretto contatto con l’acqua del mare, aumentando anche il rischio di infiltrazioni. Come l’acqua, anche l’eccessiva esposizione al sole può compromettere una lunga conservazione dei materiali, che a causa dei raggi ultravioletti subiscono cambiamenti, talvolta solo nel colore e nell’aspetto, altre volte anche mettendo a rischio le proprie prestazioni.
Altri nemici dipendono sempre dal clima, generalmente caratterizzato da forti venti e anche probabilità di tempeste. Lungo le coste le raffiche possono raggiungere anche velocità elevate, con onde importanti e mareggiate pericolose. Le azioni degli agenti atmosferici sollecitano tutte le strutture.
Scegliere materiali resistenti
La prima e fondamentale strategia per costruire edifici di qualità, sicuri e duraturi nel tempo in zone costiere riguarda indubbiamente la scelta dei materiali, sia per quanto riguarda le strutture, che per quanto concerne finiture e rivestimenti. In base all’uso che si farà di un materiale, sarà possibile valutare la sua eventuale esposizione agli agenti atmosferici e ai rischi prima descritti, valutando in modo puntuale se le prestazioni offerte dai differenti prodotti per l’edilizia sono o meno adeguate.
Banalmente, per garantire resistenza alla corrosione, il calcestruzzo utilizzato in ambienti marini deve avere una bassa porosità e un’alta resistenza alla penetrazione dell’acqua e dei cloruri. Oltre a calcestruzzi con un ridotto rapporto acqua-cemento, è possibile valutare l’aggiunta di additivi che migliorano la resistenza e la durabilità del materiale.
Anche per le armature, sarebbe meglio prestare attenzione ad usare metalli adeguati, come nel caso delle armature zincate o in acciaio inossidabile. Lo scopo è in ogni caso quello di ridurre il rischio di corrosione. Anche se usato con altre funzioni, l’acciaio inossidabile deve essere selezionato proprio in base alla sua capacità di resistere a determinate condizioni atmosferiche. Per quanto possa sembrare rischioso, si può usare il legno tranquillamente anche in applicazioni esterne, preferendo quelle essenze di per sé più resistenti e ricorrendo a specifici trattamenti protettivi, sia per l’acqua, che per il sole. Altri materiali resistenti sono la pietra e le ceramiche, in quanto non sono soggetti al degrado dovuto al contesto marino, resistendo molto bene anche alla salsedine. Si possono valutare anche materiali compositi e polimerici, sempre valutandone in modo attento le caratteristiche, in quanto non tutti i polimeri assicurano la medesima resistenza.
Infine, per quanto riguarda le finiture superficiali realizzate con intonaci e pitture è bene sottolineare l’importanza di scegliere prodotti specificatamente pensati per resistere all’acqua e alla salsedine. La combinazione di idrorepellenza e traspirabilità è adatta ad assicurare il benessere delle facciate.
Manutenzione ricorrente
Un ultimo punto significativo, quando si parla di edilizia in ambienti costieri e loro adeguata conservazione, riguarda sicuramente la manutenzione. Proprio perché le strutture e i materiali sono esposti in modo significativo alla forza del vento, al sole, alla salsedine e all’acqua, è importante occuparsi di una loro manutenzione periodica, svolta prima che si verifichino forme di degrado o evidenti danneggiamenti.
È fondamentale ispezionare, anche tramite semplici controlli visivi, lo stato di conservazione di materiali e componenti edilizi. Dopo di che, si dovrebbero eseguire attività quali la pulizia delle superfici, il rifacimento dei trattamenti superficiali e protettivi, la verifica delle prestazioni di alcuni componenti, come le guaine impermeabilizzanti. In sostanza, è bene pianificare ed eseguire attività di controllo e manutenzione ordinaria, ricorrendo assolutamente ad un approccio preventivo, prevenendo criticità e il danneggiamento delle strutture.
FAQ Costruzione di edifici in zone costiere
Per costruire una casa al mare servono materiali speciali?
Per la costruzione di una casa al mare è importante selezionare i materiali in base alla loro resistenza agli agenti atmosferici e a particolari condizioni ambientali. Tra i principali nemici dei materiali edili c’è senza dubbio la salsedine.
Prima di acquistare o scegliere un prodotto per un edificio costruito in zona costiera, pertanto, è essenziale valutarne a pieno le caratteristiche tecniche, evitando problemi di umidità, ma anche di corrosione.
Come si può ridurre l’impatto ambientale di una costruzione costiera?
Considerato il particolare contesto ambientale e paesaggistico che contraddistingue le zone costiere, quando si progetta un edificio in questi luoghi è importante interrogarsi sull’impatto ambientale che ne verrà generato. Per ridurlo, è importante aumentare la sostenibilità di questi edifici, grazie a tecniche di costruzione adeguate, l’utilizzo di materiali naturali e riciclati, sistemi che sfruttano la ventilazione naturale e la radiazione solare, per assicurare comfort interno e benessere consumando meno energia possibile.
Quali normative regolano le costruzioni in zone costiere?
Costruire un edificio in riva al mare richiede di rispettare tutta la normativa valida anche per le costruzioni di uguale destinazione collocate in altri luoghi. Da un punto di vista igienico sanitario, quindi, non è il contesto a fare la differenza. Vi sono, però, possibili limiti paesaggistici o di natura urbanistica, che devono essere sempre approfonditi quando si costruisce in contesti particolari come le zone costiere, soprattutto perché variano da luogo a luogo. Possono includere restrizioni sulla distanza dalla costa, requisiti antisismici e di resistenza agli agenti atmosferici, oltre a norme ambientali per la tutela degli ecosistemi locali.
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