Costruzioni, il passaggio di testimone

Mentre la riqualificazione edilizia privata segna un forte arretramento, le opere pubbliche fanno registrare una decisa crescita. Siamo di fronte a una fase ciclica fuori scala, fatta di alti e bassi. Se la stagione degli incentivi è conclusa, cosa ci aspetta per il futuro? E dopo le opere del Pnrr, quale sarà l’andamento dei lavori pubblici in Italia? Il XXXVII Rapporto congiunturale del Cresme cerca di dare risposte e costruisce scenari per i prossimi anni

a cura di Gino Negri

Costruzioni, male il residenziale bene le opere pubbliche. Rapporto Cresme 2024

Le opere pubbliche stanno trainando il mercato delle costruzioni. È questo uno dei messaggi fatti arrivare alla platea di esperti che nei giorni scorsi a Milano ha partecipato alla presentazione del XXXVII Rapporto congiunturale e previsionale del mercato delle costruzioni 2025 del Cresme.

Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del Cresme«Come previsto – ha affermato nella sua lunga relazione Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del Centro ricerche di Roma – si è verificato il passaggio di testimone tra il mercato della riqualificazione privata e quello delle opere pubbliche.
“Scendere per salire su un altro treno” era lo slogan che avevamo utilizzato guardando avanti in occasione della presentazione del XXXIII Rapporto congiunturale. E così le cose stanno. Ma una corretta lettura di quello che sta succedendo necessita di due metafore di riferimento per capire meglio: la prima è quella delle montagne russe; la seconda è quella della forza inerziale».

Il mercato delle opere pubbliche…

Che le costruzioni stiano vivendo una fase ciclica fuori scala lo dicono i dati, sia delle opere pubbliche che della riqualificazione privata.

Dal 2014 al 2020, la media annua degli importi delle gare di opere pubbliche aggiudicate è stata di 15 miliardi di euro; nel 2021 si sale a 50 miliardi in un solo anno, nel 2022 a 59, nel 2023 a 95. Il mercato delle opere pubbliche del 2023 è grande 6,3 volte quello della media annua dei nove anni che vanno dal 2012 al 2020.

Nei primi sei mesi del 2024 il calo delle aggiudicazioni è del -64%. Certo ora bisogna fare i lavori, e quelli del PNRR, che sono solo una parte di questo mercato, in poco tempo. E quindi il mercato è cresciuto moltissimo.

Ma dopo?  Di certo ci sarà da attendere una importante correzione.

e quello della riqualificazione edilizia privata

Per quanto riguarda il mercato della riqualificazione la stagione dei Superbonus è finita, quella dei Bonus è in riduzione, e anche qui le “montagne russe” hanno disegnato il mercato delle costruzioni: dal 2013 al 2020 i vecchi incentivi, del 50%, del 65% ma anche del 75% e 85%, aveva attivato un mercato di 28 miliardi di euro all’anno. Poco meno del doppio degli appalti di opere pubbliche.

Nel 2021 i lavori incentivati, tutti i lavori incentivati, salgono a 67,1 miliardi; nel 2022 a 94,6, nel 2023 “scendono” a 83,7.

Nel 2023 il Superbonus per il risparmio energetico da solo aveva attivato 46 miliardi di euro di lavori, nei primi tre mesi del 2024 ancora 14,5 miliardi, ma poi nell’insieme dei cinque mesi successivi si scende a 728 milioni. Ad agosto sono 59 milioni. La correzione sul mercato è pesante perché il picco è stato fuori scala.

Che cosa sta succedendo nel mercato della riqualificazione e cosa succederà nei prossimi anni è la domanda da porsi oggi. E cosa succederà per l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio è un’altra riflessione da fare.

Lo scenario previsionale 2024-2028

Con il 2024 il mercato delle costruzioni entra nella sua fase recessiva, con una flessione del 4,2%, del 6,2% nel 2025, una contrazione nel 2026, seguita da una stabilizzazione nel 2027 e un ulteriore calo nel 2028.

Cresme: Lo scenario previsionale per le costruzioni 2024-2028

Secondo Cresme, i motivi sono da individuare nella riduzione degli investimenti in riqualificazione del patrimonio esistente, nell’espansione del mercato delle opere pubbliche, nella contrazione nei prossimi due anni della nuova edilizia residenziale e avvio di una fase contenuta di ripresa a partire dal 2027 e, infine, nella stabilità dell’edilizia non residenziale privata nel 2024 e 2025 e dei tassi moderati di crescita nel biennio successivo. Anche qui chi traina è l’investimento pubblico. È probabile, scrive il Cresme, che questa voce possa essere quella più sottoposta a cambiamenti nelle prossime analisi. Infine, il mercato immobiliare non residenziale resta vivace.

Disegnare una nuova fase

Bellicini nella sua relazione ha posto un interrogativo decisivo agli operatori presenti e in generale al mondo delle costruzioni.

«L’analisi delle fasi cicliche del mercato non deve far pensare solo alle dimensioni strettamente economiche, vale a dire all’andamento della massa monetaria in gioco nel rapporto tra domanda e offerta. Forse la cosa più importante su cui dovremmo riflettere sono gli aspetti strategici e strutturali che il cambiamento comporta. Su questi piani dovremo concentrarci nei prossimi Rapporti, tornando a interpretare con maggior attenzione come il mondo delle costruzioni si relaziona con i grandi temi della transizione ambientale, di quella energetica e digitale, del ruolo crescente dell’ingegneria, della produttività e dei costi di produzione, di come integrare risorse pubbliche calanti con risorse private, ridefinendo i contenuti del partenariato pubblico e privato e costruendo nuove matrici in grado di determinare nuovi modelli di convenienze».

Il valore della produzione edilizia nel 2024
Il valore della produzione edilizia negli anni 2023 e 2024 (miliardi di euro correnti, al loro degli impianti installati in ambito incentivi e compresi negli investimenti in rinnovo edilizio; fonte Cresme/SI)
Il valore della produzione edilizia nel 2024
Fonte Cresme/SI

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