Le costruzioni in paglia, legno, canapa e altri materiali edili naturali dovrebbero essere promosse maggiormente per ridurre l’impatto dell’edilizia. Grazie ai materiali edili di origine naturale, è possibile ridurre notevolmente le emissioni di gas serra derivanti dall’isolamento.
È quanto ha messo in luce un team di ricerca dell’ETH di Zurigo, pubblicata su Nature Communication. Dall’analisi effettuata, in Svizzera, sulle emissioni di gas serra di un edificio in un ciclo di vita di 60 anni, è emerso che sostituire i sistemi di riscaldamento con combustibili fossili, con pompe di calore o pellet di legno, e impiegare materiali isolanti naturali, tra cui la paglia, potrebbe consentire di ridurre le emissioni di gas serra degli edifici fino all’87%.
Dalla teoria alla realtà, ci sono vari esempi di costruzioni che hanno fatto impiego della paglia. Tra questi, la scuola primaria di Borgosatollo (Brescia). Inaugurata nel 2024, la struttura ha adottato la paglia, in particolare per la palestra e la ludoteca, nel prefabbricato a telaio, costituito da elementi costruttivi in legno lamellare e paglia compressa. La materia prima è stata fornita da un’azienda italiana che, partendo da attività agricole, ha creduto nella possibilità di impiego della paglia nelle costruzioni.
Dal fieno alla paglia alla bioedilizia: la storia di Itagri
La realtà in questione si chiama Itagri. È nata come azienda agricola che, da oltre 40 anni, coltiva e produce fieno, paglia, cereali, per l’alimentazione degli animali. Qualche anno fa ha deciso di avviare un filone di attività dedicato alla bioedilizia.
Ha progettato una macchina per trattare la paglia e prepararla per la muratura. Inoltre, ha realizzato un prodotto specifico, Isolpaglia, con paglia pressata in pannelli per cappotto, utile per l’isolamento di edifici da ristrutturare come per nuove costruzioni. Così, uno scarto della lavorazione del frumento ha trovato nuova vita per costruzioni ecosostenibili e performanti, oltre che circolari. Garantisce ottime caratteristiche di isolamento termico-acustico, traspirabilità, proprietà antisismiche, “grazie all’elevata stabilità ed elasticità della paglia e all’aggiunta di una rete elettrosaldata”, illustra l’azienda. Inoltre, è un prodotto ad alta densità; a tutto ciò, si aggiunge il fatto che è un materiale completamente biodegradabile e riciclabile.
Oltre a Isolpaglia, l’azienda propone, sempre per le costruzioni, paglia in ballette oltre a paglia sfibrata e depolverizzata da insufflare.
C’è spazio anche per le startup
Nel campo delle costruzioni in paglia non mancano idee nuove, come quelle presentate all’ultimo Klimahouse dalla startup Ecopa. È una realtà nata nel 2017, anno in cui viene brevettato il mattone omonimo, in paglia, caratterizzato da dimensioni più contenute rispetto alla classica balla in paglia e più versatile per l’edilizia.
Ecopa propone il mattone brevettato in paglia ECOPA 80. Oltre a essere resistente al fuoco, rispetta il Protocollo ITACA per la sostenibilità degli edifici (carbon negative) e trova impiego per l’isolamento di coperture, partizioni interne, per il tamponamento isolante e traspirante, per cappotti esterni di edifici esistenti, oltre che per isolamento acustico.
Inoltre, ha realizzato un mattone e un pannello in paglia e malta di calce naturale, ECOPA 2.0, entrambi caratterizzati dalla capacità di combinare proprietà di isolamento e massa termica, e la capacità di assorbire CO2 dall’ambiente.
Sull’eco-mattone, la startup fa sapere che “soddisfa le principali richieste come resistenza meccanica, conducibilità termica, permeabilità al vapore, resistenza al fuoco, rapporto resistenza/peso e sostenibilità ambientale”.
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